span id="m_4400427738861108441docs-internal-guid-3e577291-8e11-ff1d-ba9e-3a5e9bbabcc9">Il presidente della Commissione europea Juncker ha promosso vicedirettore del settore Migrazioni e Affari Interni un britannico. Per quel posto c’era in lizza anche un italiano: insomma, il Paese che sta per lasciare l’Unione è stato preferito a quello sul quale l’emergenza profughi pesa di più. L’Italia parla di “una vera e propria presa in giro”
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Bruxelles, schiaffo all’Italia: un inglese all’ufficio Migranti
Nuovo scontro con la Commissione. Il viceministro Giro: quel posto era nostro
Questa volta si tratta di una vicenda che riguarda la questione immigrazione, la Brexit e le nomine interne alla Commissione. Tutto in un colpo solo. Un episodio che rischia di incrinare ulteriormente i rapporti con l’Unione europea, negli ultimi tempi tutt’altro che idilliaci.
Martedì l’istituzione guidata da Jean-Claude Juncker ha infatti deciso di promuovere vice-direttore generale del settore Migrazione e Affari Interni Simon Mordue. Il suo nome ovviamente dice poco al pubblico. Quella che fa rumore, in questo caso, è la sua nazionalità. Mordue è britannico. E in lizza per quel posto c’era un altro funzionario, italiano. È stato un testa a testa fino agli ultimi giorni. Ma alla fine hanno preferito promuovere l’inglese, nonostante il Regno Unito presto uscirà dalla Ue. Boom. «Una cosa pazzesca» tuona Mario Giro, viceministro italiano agli Esteri. Per lui la decisione della Commissione è «inaccettabile».
«Nulla contro la persona», precisa Giro, che però contesta la nomina su due fronti. Prima di tutto perché «non è possibile che si continui a nominare funzionari britannici quando è il loro governo a dire che “Brexit vuol dire Brexit”. Per di più in una posizione sensibile come questa, la Dg Home (Migrazione e Affari Interni, ndr) che avrà la responsabilità della gestione degli hotspot».
Ma l’aspetto che più ha dato fastidio è un altro. L’Italia è a oggi lo Stato europeo più colpito dalla crisi migratoria e quello che più di tutti si batte per chiedere un cambiamento nelle politiche comunitarie. Renzi si sente in credito su questo fronte, anche perché le soluzioni fin qui offerte da Bruxelles – a cominciare dalla redistribuzione dei richiedenti asilo – non hanno aiutato il nostro Paese. In corsa per quel posto da vicedirettore generale c’era un italiano. «Nelle posizioni-chiave siamo sottorappresentati – aggiunge il viceministro –, questa era la giusta occasione per un riequilibrio, visto che avevamo un ottimo candidato». E invece è arrivata la beffa: il nostro connazionale è stato scavalcato dal collega britannico.
La Commissione ha preferito promuovere Mordue, che proviene dalla direzione generale «Near» (Vicinato e allargamento), in passato capo di gabinetto dell’ex commissario ceco Stefan Fule, che nella seconda Commissione Barroso era titolare proprio di quel portafoglio. Mordue negli ultimi anni ha lavorato al «patto» con la Turchia, il contestato accordo che però ha arrestato gli arrivi in Grecia (ma non quelli in Italia lungo la rotta del Mediterraneo Centrale).
Recentemente tra i funzionari britannici si sono diffusi un po’ di timori per il loro futuro lavorativo all’interno delle istituzioni Ue dopo la Brexit. E secondo alcune voci la nomina sarebbe anche una sorta di «segnale» di apertura nei loro confronti da parte della Commissione. In questo caso a spese dell’Italia.
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vivicentro.it/cronaca
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lastampa/Bruxelles, schiaffo all’Italia: un inglese all’ufficio Migranti MARCO BRESOLIN – INVIATO A BRUXELLES
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