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Udinese-Roma, Spalletti: “I giocatori dovranno fare gli straordinari. Il mercato non mi interessa”. E su Palmieri…

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OTIZIE AS ROMA – Dopo l’importante successo ottenuto a Genova domenica scorsa, c’è una nuova difficile trasferta ad attendere la Roma. Domani alle 15, i giallorossi se la vedranno con l’Udinese di Delneri nella freddissima terra friulana. Come di consueto, il mister ha risposto alle domande dei cronisti alla vigilia dell’importante match. Queste le sue dichiarazioni:

“Inizio con Perotti che ha un risentimento al soleo sinistro, non ci sarà. Rimane solo Florenzi, che aspettiamo a braccia aperte perché sarebbe un grande rinforzo. Per il resto, stanno tutti bene.”.

A Genova la Roma ha vinto “con gli scarponi da lavoro”, per dirla alla De Rossi. Dove può migliorare la Roma in questo girone di ritorno?
A volte ricadiamo nell’abbassare il rendimento nei momenti in cui c’è da mettere un po’ di legna, un po’ di palle recuperate con il gioco sporco. La squadra ha assorbito il fatto di capire che ci sono momenti in cui ci vuole sostanza. Questi son segnali importanti. A Genova abbiamo vinto meritatamente: il Genoa ci ha creato delle difficoltà, come ne ha create anche ad altri, ma ci siamo costruiti azioni e trame offensive. Penso che sia corretto così, siamo sulla strada giusta”.

Inizio del 2017 con due trasferte, la prima è andata molto bene. Genoa e Udinese presentano insidie differenti?
Sono due partite insidiose in cui dobbiamo mettere le caratteristiche di cui parlavo che in alcuni momenti ci sono mancate. A Genova l’ambiente ti limita con la disponibilità all’affetto verso la squadra. Ad Udine probabilmente sarà più facile giocare ma c’è un allenatore espertissimo. È facile lì poter esprimere una libera personalità per i calciatori, cosa che non accade in ambienti come Roma, Inter, Milan, Napoli, dove devi affiancare dei risultati, delle vittorie”.

Pinzi, che lei ha allenato quando era ad Udine,  l’ha definita un “pazzo scatenato a suo modo geniale” e che “una volta sollevò la panchina con Pier Palo Marino sopra”. Ci si rivede in questa descrizione?
“Pinzi è stato un professionista eccezionale, l’ho messo a giocare da tutte le parti e mi ha sempre dato il risultato che io volevo. Quella squadra lì somiglia molto a questa squadra qui. C’erano giocatori come Sottil, Sensini, De Santis, Giannichedda. Ogni volta che si andava in campo andavano al di là delle possibilità di risultato per l’Udinese. Anche questa squadra qui che ho adesso per il risultato della Roma è disposta a metterci qualcosa di più”.

Su Delneri, c’è qualcosa che vi lega come allenatori rivoluzionari e qual è invece la differenza tra voi?
È un allenatore forte, gioca con la difesa alta sempre, ha avuto grandissima coerenza dall’inizio alla fine. Anche ora ti toglie il fiato, ti viene a stuzzicare sin dall’inizio e poi ti salta addosso, ti viene a pressare. L’abbiamo visto anche con il Verona le difficoltà che ha creato. Da lui abbiamo preso tutti molto”.

Sul mercato, prima del Genoa ci aveva parlato di Feghouli, si aspettava di averlo per questa partita? E Musonda è un’alternativa valida?
È giusto che il mercato sia un tema caldo. Da parte mia diventa facile, torno ad essere coerente: ho detto in precedenza che per e poteva anche non esserci questo mercato, perché questa squadra è forte e le va dato tempo di esprimersi. Ho portato a far allenare Frattesi e Tumminello. La libera costruzione della personalità dei calciatori va fatta dall’inizio e non dalla fine. Qui si fa giocare Emerson e gli si dice che deve essere Candela. Non può esserlo, ma lo diventerà tra qualche tempo. Non chiedo niente alla mia società. Son venuto qui quando hanno avuto bisogno del mio contributo a piedi pari buttandomici dentro con tutto l’affetto che ho per questo sport e per questi colori. Spero di poter far crescere Gerson, che ha qualità. Nel periodo in cui in 40 giorni giocheremo 11 partite ci saranno calciatori che non potranno recuperare e saranno quindi costretti a fare prestazioni al di sotto delle loro potenzialità, sarà dura. Tuttavia, nutro grande fiducia nella gestione personale dei calciatori. Abbiamo a che fare con una squadra seria che ragiona nel modo giusto”.

Aveva detto che c’era qualcosa da fare a centrocampo. Andato via Iturbe e con la mancanza di Salah, servirebbe qualcuno ma ora ha fatto capire che si può restare così. La Juventus ed il Napoli hanno acquistato, le distanze sono aumentate?
“Il mio lavoro è quello di far sapere ai miei calciatori che mi fido di loro, che non ho bisogno di sostituire nessuno e che dovranno metterci qualcosa in più nei momenti più duri davanti al nostro pubblico. Se la società mi dicesse che bisogna racimolare qualche soldino, io interverrei, faccio un casino. Ma se so che la società è disponibile a mettere tutto ciò che ha a disposizione ed anzi cerca la via d’uscita per far fronte alle difficoltà che ci sono, io sto con loro sempre. Voi mi avete detto: ‘Ti piace Rincon?’ Sì, e se ne è parlato con la società. Poi non si riesce a prendere perché ci sono società più forti e poi è il giocatore che sceglie con chi andare a giocare. Le due soluzioni indicate dal Corriere dello Sport sono corrette, io le sto valutando e so che stanno lavorando ma io mi baso su quelli che ho a disposizione, sono loro lo zoccolo duro. Poi c’è l’aspetto dei tifosi, con le attese e le pretese che non so se sono giuste, ma io parlo in maniera trasparente. Non mi aspetto che Musonda venga qui e ci faccia vincere. Mi affido a Strootman, De Rossi, Peres, Nainggolan, che dovranno fare il doppio dei chilometri, tra un po’ dovranno fare gli straordinari. Mi baso sulla potenzialità di amore e di affetto che hanno verso i nostri colori, di diventare di più attraverso il lavoro”.

Ieri è tornato a parlare Szczesny, dicendo che il suo futuro dipende dall’Arsenal… Lei chiederà alla società di fare uno sforzo per trattenerlo?
La cosa più importante che ha detto e fatto è quella di dire con chiarezza quali sono le possibilità di Alisson. Mentre fino a poco tempo fa doveva nascere confusione per forza tra questi due portieri, ora è tutto chiaro. Se Szczesny farà scelte diverse abbiamo un altro grande portiere che lo sostituirà in tutte le qualità che ha fatto vedere. Ora ci servono tutti e due. In base ai risultati di quest’anno riusciremo a ritagliarci uno spazio più importante nel prossimo campionato, ma dobbiamo pensare all’oggi. Noi sotto l’aspetto dei portieri siamo apposto”.

Lei la scorsa volta ha parlato di mercato qualitativo e di mercato numerico, cioè di calciatori che non alzano il livello qualitativo ma che fanno numero. Data l’elevata quantità delle partite che attendono la Roma, forse ha bisogno di questo secondo tipo di mercato?
“Se si mettono dentro calciatori che si possono concedere anche risultati differenti dalla vittoria, ci facciamo del male. Se invece riusciamo a pendere un calciatore che ti può dare un contributo per raggiungere i nostri obiettivi è diverso. Sfrutto il lavoro di Alberto De Rossi, visto che la Roma Primavera qualche volta ci ha sostituito nel mandare qualche messaggio di forza in giro per l’Italia”.

 

Claudia Demenica copyright-vivicentro


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