Ucraina senza tregua, obiettivo fine guerra: lunedì il terzo round di colloqui con Mosca. Biden sente Zelensky.Cina e Israele mediano. Cosa ha detto ieri Putin (rivolgendosi alla Nato)
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’undicesima notte di guerra in Ucraina ha visto una breve pausa nei bombardamenti mentre aumenta la pressione russa sui civili in fuga.
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Intanto la diplomazia, fallita la tregua dichiarata ieri da Mosca, intensifica gli sforzi per far cessare le ostilità il prima possibile in attesa del terzo round di negoziati e del Consiglio di sicurezza Onu di domani come ha segnalato, su Facebook, un membro della delegazione ucraina, David Arakhamiya, senza aggiungere maggiori dettagli.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Ria, ha invece confermato che il premier israeliano Naftali Bennett ha raggiunto Mosca per discutere con il presidente russo Vladimir Putin del conflitto in Ucraina. La notizia del viaggio di Bennett era stata data su Twitter dal giornalista israeliano Barak Ravid.
E un colloquio di mezz’ora c’è stato anche tra il capo della Casa Bianca, Biden, e il presidente ucraino, Zelensky.
Si fa sentire anche l’intelligence britannica per segnalare che: “Mosca prende di mira le aree popolate come fece in Cecenia e in Siria” mentre, secondo lo stato maggiore ucraino,sono in corso “violenti combattimenti” nelle citta’ di Mykolaiv e Chernihiv.
Usa e Polonia sono al lavoro per dare aerei da combattimento a Kiev
Sempre nella giornata di ieri Putin è riapparso di persona per sferrare nuove minacce a tutti, nessuno escluso (nemmeno gli stessi russi che osano dissentire) e avverte, all’indomani della decisione della Nato – di non imporre una no-fly zone in Ucraina –, che una via diversa vorrebbe dire conflitto per qualunque Paese.
“E non importa di quali organizzazioni sia membro” ribadisce.
In un incontro atteso con il personale femminile dell’aviazione civile, – che sta soffrendo particolarmente sotto i colpi delle sanzioni –, Putin appare in mezzo alla gente, mentre sferra la sua dialettica tagliente nei confronti dell’Alleanza, degli Usa e torna a dare dei “nazisti” alla leadership ucraina. In un discorso dove la parola guerra si ripete più e più volte.
Ma vediamo ora le parti salienti delle sue minacce.
MINACCE ALL’OVEST
Le sanzioni contro la Russia sono “simili a una dichiarazione di guerra” dice, “ma, grazie a Dio, non si è ancora arrivati a questo”. Ha anche definito allarmante la retorica dei politici occidentali, come il ministro degli Esteri britannico Liz Truss, sulla possibilità che la NATO sia coinvolta nel conflitto. “E penso che i nostri cosiddetti “partner” abbiano una comprensione di ciò che questo rischia di portare, nonostante le loro affermazioni sconsiderate, come ad esempio da parte del ministero degli Esteri britannico”.
MINACCE A KIEV
L’attuale leadership a Kiev “deve capire che se continua con lo stesso spirito”, mette in discussione “il futuro della statualità ucraina” e, se ciò accadrà, “sarà interamente sulla loro coscienza” ha detto il presidente russo, aprendo un ulteriore baratro su altri possibili e tragici svolgimenti.
La Russia “non può far finta di niente davanti alle minacce”, ha ribadito.
Putin ha anche sostenuto che Mosca stava cercando di risolvere il conflitto in Ucraina in modo pacifico prima dell’invasione: era necessario però che Kiev lasciasse che il Donbass parlasse russo e che potesse vivere a modo suo.
MINACCE AI RUSSI STESSI
Putin ha osservato infine che non ci sono piani per introdurre regimi speciali, inclusa la legge marziale* in Russia ma, così dicendo, apre le menti a tale possibilità e quindi, comunque, le sue parole appaiono essere una ulteriore minaccia per il suo popolo dopo aver già effettuato decine di migliaia di arresti tra i manifestanti ed aver bloccato tutti i mezzi di comunicazione (i social FB e Twitter) inducendo poi all’abbandono della Russia di tutte le emittenti ed i giornalisti stranieri che, qualora osassero dire la verità della situazione e non quella raccontata dallo stesso Putin, rischierebbero ben 15 anni di prigione.
La legge marziale viene introdotta in caso di aggressione esterna sul territorio della Russia, ma ora non è così e il presidente russo dice di sperare che non lo sarà neppure in futuro.
In conclusione segnaliamo che oggi, Domenica 6 marzo, secondo il Csirt, il Computer Security Incident Response Team dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn), potrebbero esserci attacchi cyber in Italia “ai danni di enti governativi e industriali non meglio definiti”.
“Da notizie riservate – segnala – si è appreso che domenica 6 marzo potrebbero essere eseguiti attacchi cyber, legati alla situazione internazionale, ai danni di enti governativi e industriali, non meglio definiti, anche nel nostro Paese.
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