Non avrebbe precedenti, ma l’ucciso sarebbe cugino di 2° grado di un boss poi collaboratore di giustizia che avrebbe svelato la nuova Cupola.
La vittima è Antonio Di Liberto, commercialista di 48 anni, fratello dell’ex sindaco Pietro. Il cadavere è stato trovato all’interno di un’auto davanti alla sua abitazione, nei pressi del campo sportivo. L’uomo è stato ucciso una volta entrato nella sua auto, una Bmw, a Belmonte Mezzagno, paese a 20 chilometri da Palermo.
Di Liberto è stato raggiunto da almeno quattro colpi di pistola 7,65, un agguato studiato nei dettagli. Gli uomini della scientifica hanno trovato per terra sei bossoli. Da una prima ricostruzione pare che sia stato affrontato da uno o due killer davanti alla sua villa. Il commercialista è riuscito ad entrare nella sua auto, cercando di fuggire, ma è stato raggiunto e freddato. Il finestrino del lato guida è esploso sotto i colpi della pistola semiautomatica.
Di Liberto non avrebbe precedenti, ma risulta parente, un cugino di secondo grado del pentito di mafia Filippo Bisconti. Un nome pesante, capomafia di Villabate (distante da Belmonte Mezzagno circa 6 km) che intercettato aveva svelato agli investigatori la riunione del nuovo organo dirigente di “Cosa nostra”, poi divenuto collaboratore di giustizia, il quale ha aperto uno squarcio sulla ricostituzione della nuova Cupola di Palermo, smantellata da una recente operazione antimafia. Filippo Bisconti era stato arrestato nel dicembre 2018 in un blitz del Comando provinciale dei Carabinieri che decapitò la nuova cupola di Cosa nostra e da alcuni mesi ha iniziato a collaborare con gli inquirenti.
Il padre di Antonino Di Liberto, Giuseppe, è stato sindaco del comune per diversi mandati, l’ultimo dal febbraio ’90 al novembre ’93, e nel 2001 era stato nominato dall’allora presidente Francesco Musotto direttore generale alla Provincia di Palermo. Giuseppe era nell’amministrazione provinciale dal 1968, è stato vicesegretario generale e nel tempo ha diretto numerosi settori.
Il fratello della vittima, Pietro, è stato sindaco dal maggio 2012 al giugno 2017 ed era stato eletto appoggiato da una lista del Pd. La famiglia Di Liberto proveniva da una tradizione Dc, poi era passata alla Margherita, per confluire infine nel Pd. Pietro Di Liberto era ingegnere della ditta Siem, che lavorava subappalti per conto dell’Enel. Secondo la Prefettura di Palermo, considerata la parentela dei Di Liberto con la famiglia Bisconti, c’era la possibilità di infiltrazioni mafiose negli appalti. L’Enel revocò all’azienda tre appalti. La Siem fece ricorso, dicendo che l’ingegnere era stato rimosso dal 2012. Il Tar lo accolse ma il Cga ribaltò la decisione. Pietro fu poi eletto sindaco.
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dduso Sebastiano
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