C
on una mossa a sorpresa Donald Trump prepara una stretta sulle armi da fuoco, affermando il suo sostegno al rafforzamento dei controlli sul passato dei potenziali acquirenti di fucili e pistole, il cosiddetto “background check”.
La svolta di Trump sulle armi: “Più controlli su chi le compra”
La legge è in stallo al Senato, ora il Presidente potrebbe spingere per l’approvazione
A diffondere la notizia è la Casa Bianca attraverso uno dei portavoce, il quale spiega che la base tecnica per una stretta sui controlli potrebbe essere proprio la legge bipartisan in stallo al senato da tempo per mancanza dei numeri necessari al passaggio.
È la prima volta che Trump si propone in un’apertura sul fronte del controllo delle armi, visto che sin dalla sua campagna elettorale si era detto nettamente contrario a ogni intervento, tanto da essere considerato uno dei punti di riferimento della potentissima lobby di settore. A partire dalla National Rifle Association (Nra) che lo ha sostenuto nella sua corsa alla Casa Bianca. Perentorie le sue parole a poche settimane dal voto dell’8 novembre 2016 che lo avrebbe incoronato presidente: «A novembre è in gioco il secondo emendamento della Costituzione», ovvero quel passaggio che riconosce la libertà per ogni americano di possedere un’arma e difendersi per conto proprio. Ma ora il presidente potrebbe essere pronto ad una piccola svolta, sotto la pressione di un’opinione pubblica sempre più terrorizzata per le stragi agevolate dal far west delle armi da fuoco in America.
Attualmente il sistema di controlli prevede che i rivenditori autorizzati di pistole e fucili traccino un background del potenziale acquirente sulla base delle informazioni fornite dallo stesso. Il profilo del cliente viene quindi sottoposto al National Instant Criminal Background Check System (NICS) il sistema di controlli del Fbi, che solo lo scorso anno ha condotto circa 25 milioni verifiche di questo genere. Il metodo tuttavia presenta falle sistematiche, perché si basa sulla affidabilità di funzionari statali e federali a denunciare la sussistenza di precedenti penali o problemi mentali da parte del potenziale acquirente. Il progetto di legge al Senato, i cui relatori sono il democratico Chris Murphy e il collega repubblicano John Cornyn, impone alle agenzie federali vincoli di maggiore accuratezza nel riportare informazioni sensibili, e propone incentivi finanziari agli stati per fare altrettanto, introducendo al contempo penalità per comportamenti negligenti. Trump, in Florida per il President weekend, avrebbe parlato proprio col senatore Cornyn in merito alla sua decisione.
E forse nel suo tweet di augurio della prima mattina di ieri faceva implicitamente riferimento al suo cambio di passo quando ha scritto: «Vi auguro un President Day felice ma riflessivo». Intanto sul caso della strage in Florida il procuratore dello Stato, Michael J. Satz, non esclude che in merito ai 17 capi di imputazione contestati al killer, il 19 enne Nikolas Cruz, «possa essere anche progettata la pena di morte». Il tutto mentre a Washington è stata inscenata proprio ieri una protesta contro le armi davanti alla Casa Bianca, con alcune decine di manifestanti che si sono distesi a terra per rievocare le numerose vittime delle sparatorie di massa nelle scuole americane. A simulare le vittime delle stragi.
vivicentro.it/CRONACA
vivicentro/Trump cambia sulle armi: rafforzare “controlli sul passato” (background check)
lastampa/La svolta di Trump sulle armi: “Più controlli su chi le compra” FRANCESCO SEMPRINI
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