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Castellammare di Stabia

Tre enigmi e la rivincita del bomber trascurato Gabbiadini

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Antonio Corbo-La Repubblica

D

iventa enigmatica anche una vittoria così attesa e perentoria. Il Napoli riprende il ritmo della Juve, ma teme che ora sia tardi, sei punti a sei turni dalla fine spargono la mestizia di una resa. Ha ritrovato nella sfrontata allegria del gioco un risultato netto ed il suo pubblico felice, ma appena fuori dello stadio il Napoli si disperde nel grigiore di troppi dubbi. Almeno tre. Il primo: la sconfitta di Udine. Che cosa portò il Napoli a liquefarsi l’altra domenica, che cosa lo ricompone adesso in un’identità di gioco irresistibile. Quel Napoli affondava persino nella fatica di perdere, si offriva sfilacciato alla modesta Udinese ieri sconfitta dalla Sampdoria, lasciava che Higuain andasse da solo a sbattere con la sua rabbia contro l’arbitro. In sette giorni, quale magia ha trasformato uno scadente filmaccio in bianco e nero in un moderno 3D? L’irritante arbitro di Udine, che avanzava petto in fuori verso Higuain per poi raccontare di esserne stato spinto, non basta a spiegare la sconfitta né il divario: a Udine il Napoli non era in campo, ieri c’era tutto. Questione di nervi? Sarà, ma in questi sette giorni c’è la storia di un anno. Il secondo enigma deriva da un altro evento lieto. Alla 21esima vittoria ed a quota 70, con 14 punti in più del Napoli di Benitez, la squadra arriva con Gabbiadini. Sostituisce con decoro Higuain. Con i ritrovati Hamsik, Insigne, Callejon e Jorginho, ieri Gabbiadini ha segnato e deciso quasi tutto. Domanda: siamo certi che nel febbraio nero non siano state trascurate le sue risorse? Cambiare non è mai un errore e si è vista qualche novità ieri, assente Higuain. Il gioco si è svolto anche sulla destra, dove Hysaj e David Lopez hanno marcato di più, con Callejon più avanti da attaccante puro per incrociare i tagli da sinistra di Insigne ed Hamsik. Terzo dubbio: il silenzio stampa che dalle lontane Maldive si abbatte su Sarri e i giocatori. Un altro test per misurare l’infinita pazienza di un allenatore già carico di meriti. Il presidente da uno dei 26 atolli dell’Oceano Indiano osservava senza parlare, ha lasciato Sarri da solo, poi è calato il bavaglio. Che cosa potevano e non dovevano dire? Ricordando l’assedio dei procuratori che battono cassa viene il sospetto che si voglia arginare la richiesta di bonus, premi, conferme. Calma, rimane ancora un pezzo di campionato. Il Napoli che gioca meglio della Juve, che la batte nei gol fatti 66 a 58, che se vuole vince anche senza Higuain, merita serenità. Lo scudetto è più lontano, ma chissà.

 


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