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Tragedia di Rigopiano: scende a 5 il numero dei dispersi. Il dolore e le inchieste

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Tragedia di Rigopiano tra rabbia e dolore. Vittime e inchieste di un disastro che si poteva evitare

Farindola – Sale a 24 il numero ufficiale delle vittime estratte dalle macerie dell’albergo di Rigopiano, l’ultimo corpo recuperato dai Vigili del fuoco stamattina, verso le 9.30, è quello di una donna.

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ancano ancora 5 superstiti all’appello ma, ora dopo ora, dopo una settimana di ricerche, si affievolisce la speranza di ritrovarli in vita. La Protezione Civile insieme a tutti le altre unità di soccorso, continuano senza sosta a scavare tra le macerie e la neve, in quel che resta di quell’albergo che sorgeva “sul picco della montagna”, a 1200 metri sopra Farindola.

E dopo la tragedia, dopo la conta dei sopravvissuti (11), dei morti accertati (24) e dei superstiti (5), si fa spazio alle riflessioni, alle accuse, alla rabbia e alle indagini che procedono con maggior determinazione in più direzioni: si parte dalle informazioni sull’isolamento dell’albergo dalle 7 .00 del mattino di quel maledetto 18 gennaio, allarme praticamente ignorato nonostante la Provincia fosse a conoscenza che per raggiungere la struttura occorresse una turbina. Il grido d’aiuto lanciato dall’hotel Rigopiano è stato sottovalutato, l’allarme lanciato subito dopo la violenta slavina che travolgeva l’albergo, all’inizio è stato perfino smentito dall’operatrice di turno della prefettura.

La Procura di Pescara ha aperto un fascicolo d’inchiesta per disastro e omicidio plurimo colposo: tutte le mail inviate prima della tragedia e tutte le telefonate di aiuto pervenute da Farindola all’operatrice della prefettura, comprese quelle del signor Marcella (avvisato dal primo ospite dell’albergo scampato miracolosamente alla tragedia) sono al vaglio degli inquirenti.

Un’indagine che cerca un colpevole, che cerca la verità su un disastro che forse si poteva evitare: anche se non si poteva fare nulla per impedire che quell’albergo venisse violentemente travolto, si poteva però intervenire in tempo affinché quel resort venisse sepolto vuoto, cioè dopo aver portato via tutti gli ospiti e i dipendenti che chiedevano di lasciare la struttura già dopo la prima scossa di quella mattina avvertita alle 10.25.

Sulla bacheca della pagina face book dell’Hotel Rigopiano, rimane l’ultimo messaggio delle ore 9.00: “Causa maltempo le linee telefoniche sono fuori servizio! Vi invitiamo a contattarci all’indirizzo email…”, ignari del dolore che si sarebbe abbattuto in quel pomeriggio di terrore.

L’Ansa pubblica la prima mail inviata dal direttore del resort, Bruno Di Tommaso, a tutte le autorità: una richiesta di aiuto dettagliata, purtroppo ignorata.

Di seguito riportiamo il testo completo della mail. 

 “Vi comunichiamo che a causa degli ultimi eventi la situazione è diventata preoccupante. In contrada Rigopiano ci sono circa 2 metri di neve e nella nostra struttura al momento 12 camere occupate (oltre al personale). Il gasolio per alimentare il gruppo elettrogeno dovrebbe bastare fino a domani, data in cui ci auguriamo che il fornitore possa effettuare la consegna. I telefoni invece sono fuori servizio. I clienti sono terrorizzati dalle scosse sismiche e hanno deciso di restare all’aperto. Abbiamo cercato di fare il possibile per tranquillizzarli ma, non potendo ripartire a causa delle strade bloccate, sono disposti a trascorrere la notte in macchina. Con le pale e il nostro mezzo siamo riusciti a pulire il viale d’accesso, dal cancello fino alla Ss42. Consapevoli delle difficoltà generali, chiediamo di predisporre un intervento al riguardo. Certi della vostra comprensione, restiamo in attesa di un cenno di riscontro”.

Le altre indagini sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti vertono sullo studio della mappa Geomorfologica dei bacini idrografici della Regione Abruzzo risalenti al 1991, da questi documenti emergerebbe che Rigopiano sorge su “colate e accumuli di detriti preesistenti, compresi quelli da valanghe”, tutto ciò troverebbe riscontro anche nella mappa del Piano di Assetto Idrogeologico della Giunta Regionale del 2007.

In attesa di fare chiarezza sulle concause di un disastro “annunciato”, dall’ospedale di Pescara giungono buone notizie sulla condizione dei superstiti: i fidanzati estratti vivi dalle macerie venerdì notte, Vincenzo Forti e Giorgia Galassi, sono stati dimessi insieme a Giampiero Parete con la moglie e i suoi 2 bambini, Gianfilippo e Ludovica.

Gli altri 2 bambini,  Edoardo e Samuel, restano sotto osservazione ma sono in buone condizioni mentre l’ultimo estratto, Giampaolo Matrone, ha riportato ferite gravi al braccio destro per cui necessita di intervento chirurgico che verrà effettuato in giornata.

Di Maria D’Auria

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