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Castellammare di Stabia

Tossicodipendenza da sostanze stupefacenti: le principali droghe

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econdo l’Organizzazione Mondiale della Sanità “sono da considerare sostanze stupefacenti tutte quelle sostanze di origine vegetale o sintetica che agendo sul sistema nervoso centrale provocano stati di dipendenza fisica e/o psichica, dando luogo in alcuni casi ad effetti di tolleranza (bisogno di incrementare le dosi con l’avanzare dell’abuso) ed in altri casi a dipendenza a doppio filo e cioè dipendenza dello stesso soggetto da più droghe”.

Numerose sono le modalità di classificazione delle droghe. Per esempio, tenendo conto dell’origine, possono essere classificate in naturali o sintetiche, in base però agli effetti farmacologici e’ possibile distinguerle in:

  • droghe deprimenti: oppiacei, barbiturici, tranquillanti;
  • droghe stimolanti: cocaina, anfetamina, derivati anfetaminici, caffeina, GHB, smart-drugs, antidepressivi, khat;
  • droghe allucinogene: canapa indiana e derivati, LSD, mescalina, ketamina, psilocibina.

Altra classificazione invece suddivide le sostanze stupefacenti e psicotrope nei seguenti gruppi:

OPPIACEI
STIMOLANTI
DEPRESSIVI
ALLUCINOGENI
CANNABIS e derivati
Oppio
Cocaina
Barbiturici
Mescalina
Marijuana
Morfina
Amfetamine
Tranquillanti
L.S.D.
Hashish
Eroina
Crack
DOM (S.T.P.)
Olio di hashish
Metadone
Ecstasy o M.M.D.A.

L’oppio è ottenuto dal “papaver sonniferum”, pianta erbacea alta circa 1 metro con foglie ondulate di colorazione verde intenso con fiori rosa, bianchi o purpurei. Esistono molte varietà di oppio (a seconda della percentuale di “morfina” contenuta) in commercio. Generalmente si presenta come una massa bruna che si rammollisce tra le dita ed esposta all’aria annerisce. Ha odore acre, forte, caratteristico ed è di sapore amaro. Viene solitamente confezionato in flaconi contenenti polvere di oppio oppure in “pani” di peso variabile tra 250 gr. ed 1 Kg., di forma irregolare, spesso avvolti in contenitori di tela grezza, plastica, carta oleata, etc. Può essere mangiato (oppiofagia) o più comunemente fumato (oppiomania). In piccole dosi si ha un eccitamento dei centri nervosi che provocano uno stato di serenità, benessere, euforia cui, poi, segue uno stato di depressione, sonnolenza e possibili disturbi all’apparato digerente ed alla circolazione. L’abuso provoca tossicomania con forte deperimento ed elevata dipendenza fisica.

La morfina è il principale derivato dell’oppio e si ottiene trattando, chimicamente a caldo, l’oppio con soluzioni di acqua, calce ed ammoniaca. Occorre distinguere tra la “Morfina” (cloridrato di morfina) e la cosiddetta “Morfina base o grezza”. La prima, usata in medicina a scopo terapeutico, si presenta come polvere bianca cristallina non riflettente la luce, impalpabile, inodore, di sapore amaro, oppure sottoforma di liquido incolore o giallastro contenuto in fiale. La seconda “base o grezza” è un prodotto intermedio della trasformazione dell’oppio che, ulteriormente trattato con procedimenti chimici, diviene infine “eroina”. La sostanza può essere assunta anche per via orale ma il tossicomane generalmente usa l’iniezione intramuscolare od endovenosa che ne moltiplica sensibilmente gli effetti. La sostanza, che è un potente analgesico, agisce sul sistema nervoso centrale provocando, in minime dosi, fenomeni di euforia e piacevole ebbrezza e, a dosi più elevate, annullamento della percezione del dolore e sonno profondo. L’abuso produce assuefazione e grave dipendenza fisica e psichica.

L’eroina si ottiene dalla trasformazione chimica della morfina. Si presenta come polvere bianca o marrone, spesso granulare, amara, molto solubile in acqua, con odore di acido. L’assunzione può avvenire iniettandola in vena o può anche essere fumata o inalata. Gli effetti durano circa 3-6 ore e sono di natura deprimente e calmante. Proteggono il consumatore dall’ansia, dalla paura, dal disagio psichico e riducono il desiderio di cibo, di sesso, dando sonnolenza. L’eroina produce effetti varianti, tra un assuntore e l’altro, ma sempre caratterizzati da alternanza di stati euforici e depressivi, forte eccitazione e passività, annullamento del dolore, sensazioni di calore e rallentamento delle pulsazioni e della respirazione. Segni dell’intossicazione sono pupille dilatate, incoordinazione motoria, sudorazione, tremori, rigidità muscolare, ipotermia. L’uso abituale dell’eroina porta ad apatia, trascuratezza, scarsa alimentazione e mancanza d’igiene. Il fenomeno dell’assuefazione è rapido, la dipendenza fisica e psichica fortissima. La “sindrome di astinenza“, particolarmente dolorosa, predispone il tossicomane ad atti inconsulti e violenti.

Il metadone è uno stupefacente morfinosimile, impiegato da anni nella terapia di mantenimento dei tossicomani da “Eroina”. Ultimamente il Consiglio Superiore della Sanità ha comunque ribadito che il metadone è uno stupefacente di media tossicità, in grado di indurre uno stato di specifica tossicodipendenza. Quindi il ricorso terapeutico, allo scopo di mitigare la sindrome di astinenza da morfinici, deve essere sempre praticato in idonei ambienti di ricovero, cura o assistenza medica, autorizzati dalle Autorità sanitarie, valutate le possibili limitazioni e controindicazioni. Il metadone è una polvere cristallina bianca, amara, solubile in acqua. Può essere assunto per via orale od anche per iniezione intramuscolare o sottocutanea. Gli effetti sono quelli di potente analgesico (più efficace in tal senso anche della stessa morfina) con una sintomatologia secondaria caratterizzata da sonnolenza, stordimento, sudore, vertigini, pruriti, vomito, etc.

Particolare di una pianta di coca.La cocaina nasce dalla raffinazione delle foglie della pianta di coca. Si presenta generalmente in polvere, cristallina, bianca, simile al sale fine ed allo zucchero raffinato tendente ad ingiallire al prolungato contatto con l’aria. Si può trovare anche sottoforma di compresse, tavolette o allo stato liquido in fiale. Viene assunta inalandola per via nasale, fumata o iniettata. Ha sapore amaro e, a contatto con le mucose, provoca una sensazione di freddo lasciando sulla lingua un senso di anestesia. Gli effetti danno sensazione di forza e di energia con riduzione della fatica, eccitazione e loquacità, diminuzione del bisogno di cibo, euforia, minore sensibilità alla fatica e al dolore. Le pupille si dilatano e gli occhi diventano ipersensibili alla luce. Dopo qualche ora dall’assunzione, il consumatore inizia a sentirsi stanco, assonnato e depresso. Tipici segni di intossicazione riguardano le pupille dilatate, tremori, ulcere al naso e manie persecutorie. La tolleranza e la dipendenza fisica sono modeste od inesistenti e quindi, con tale stupefacente, non si ha la “sindrome di astinenza”. Elevata invece la dipendenza psichica.

Le amfetamine sono un gruppo di farmaci ad azione eccitante usati anche nella terapia di alcune malattie nervose, sotto stretto controllo medico, o quali anoressici (tolgono lo stimolo della fame) nelle diete. Prodotte spesso da laboratori clandestini, si trovano sul mercato sottoforma di polveri cristalline più o meno biancastre, in fiale, o pasticche e capsule di vario colore e forma. Si assumono generalmente per via orale o per iniezione endovenosa. Gli effetti che ne derivano sono simili a quelli provocati dalla cocaina: eccitazione, potenziamento delle capacità intellettive e della memoria, annullamento delle sensazioni di fame, di dolore e di sforzo fisico e quali sintomi secondari tremori, irritabilità, loquacità ed ansietà. La tolleranza è elevata così come la dipendenza psichica e atipica quella fisica che differisce nettamente da quella provocata da altre sostanze. La sindrome di astinenza da amfetamine è particolare in quanto si risolve con la somministrazione di sostanze ad effetti “antagonisti” (oppiacei e depressivi) rispetto alla droga abituale.

Il crack è un composto stupefacente recente che si ottiene aggiungendo alla cocaina in polvere bicarbonato di sodio ed acqua. E’ spacciato sottoforma di cristalli di crack in fiale trasparenti che somigliano a capsule di vitamine, di volume variabile. La sostanza di aspetto granulare e di colore biancastro tende ad ingiallire con una elevata esposizione all’aria. Viene fumato in pipa con l’eventuale aggiunta di tabacco e/o marijuana. Gli effetti immediati sono uno stato di euforia con alternanti sensazioni di depressione e delusione. A differenza dalla cocaina, ha la pericolosa caratteristica di provocare in tempi brevi grave dipendenza fisica e psichica.

I barbiturici sono così definiti i derivati dell’acido barbiturico, usati in medicina come sedativi, ipnotici ed antiepilettici. Generalmente i consumatori abituali ne iniziano l’uso su prescrizione medica, ma la proseguono anche dopo che sono cessate le indicazioni. L’abuso di barbiturici è tipico dei tossicomani da oppiacei o dei consumatori di amfetamine che li oppongono quali “antagonisti”, all’eccitazione provocata da tali droghe. I composti che si trovano sul mercato clandestino sono sottoforma di pastiglie, compresse e capsule di vario colore e dimensioni. Si assumono per via orale o per iniezioni endovenose od intramuscolari. Gli effetti sono senso di benessere, piacevole rilassamento e diminuzione delle inibizioni. La dipendenza fisica è elevata e si instaura solo dopo un uso intenso e prolungato, quella psichica è molto forte. La “sindrome da astinenza”, simile a quella da oppiacei, è caratterizzata da ansia, tremori, contrazioni muscolari involontarie, vertigini, nausea e vomito.

Pillole tranquillanti. I tranquillanti sono farmaci di diversa composizione chimica usati in medicina perridurre gli stati d’ansia, la tensione nervosa, l’agitazione e l’insonnia. Sono in commercio sottoforma di capsule, compresse, pillole e fiale. Vengono generalmente assunti per via orale o per iniezioni. Gli effetti, varianti per tipo di intensità da un preparato all’altro, sono comunque caratterizzati da rilassamento, torpore, attenuazione del dolore fisico, etc. L’abuso di tranquillanti produce dipendenza fisica e psichica, quest’ultima particolarmente accentuata.

La mescalina costituisce il principio attivo della prima pianta “magica” studiata scientificamente all’inizio del secolo, il cosiddetto “peyotl o peyote messicano. La mescalina è una polvere più o meno bianca, virante sul marrone, solubile in acqua. Sul mercato clandestino può trovarsi sottoforma di capsule, compresse o “bottoni” secchi, cioè boccioli essiccati del cactus. La droga può essere fumata (mista a tabacco o marijuana), ingerita o mangiata, masticandola lentamente. Gli effetti sono di tipo allucinatorio, con eccitazione, insonnia, sensazioni di onnipotenza, logorrea, etc. Questa sostanza dà solo dipendenza psichica e quindi non provoca “sindrome da astinenza”.

L’L.S.D., prodotto di sintesi, è il più potente allucinogeno conosciuto. Si presenta sottoforma di pillole di varie dimensioni, di piccoli francobolli o zollette di zucchero. Gli effetti dell’assunzione portano all’intensificazione delle esperienze sensoriali quali il colore, il suono e il tatto, allucinazioni, visive ed uditive, errata percezione del tempo e dello spazio. Segni di intossicazione sono pupille dilatate e tremori. I rischi per la salute si riferiscono alla neurotossicità e al cosiddetto fenomeno del flash-back cioè alla ripetizione delle allucinazioni senza nuove assunzioni. La dipendenza psichica è variabile ma in genere modesta, quella fisica inesistente. L’assuntore può dunque interrompere il consumo senza che si verifichino disturbi particolari e sindrome di astinenza.

Il DOM, chiamato anche STP, deriva dal trattamento chimico di composti anfetaminici con la mescalina. Si presenta sottoforma di polvere incolore e inodore ed è confezionato in compresse e capsule di varie dimensioni. Viene talvolta mescolato a psicofarmaci, barbiturici o tranquillanti per ottenere effetti “sinergici” (cioè potenziati) o “incrociati” (antagonisti). Si assume mediante ingestione per via orale. A piccole dosi produce eccitazione ed euforia tipiche da “amfetamine”, a dosi superiori procura effetti allucinogeni. Non si ha “sindrome di astinenza” perché la dipendenza psichica è modesta e quella fisica inesistente.

L’ecstasy, sotto la dizione chimica di M.M.D.A. (Methyl Methylene Dioxy Amfetamina), apparsa sul mercato nel 1985, è un composto chimico derivato dall’amfetamina e comprende una serie di analoghi e varianti, i cosiddetti designer drugs. Si presenta in forma di pillole, capsule o pastiglie di vario colore con l’indicazione della quantità di dosaggio e quindi con effetti variabili, distinti in psichici e somatici. Il primo e principale effetto è la sensazione paradisiaca che consiste nella capacità di facilitare i rapporti sociali, di aumentare il senso di appartenenza alla tribù globale, di provare empatia per chiunque stia vicino aumentando la confidenzialità con il rischio di incrementare la probabilità di essere coinvolti in rapporti sessuali non protetti. Un effetto associato è di sentirsi in pace con sé stesso e con il mondo. Classica è la manifestazione di una estrema sensibilizzazione sensoriale, anche se non si tramuta in allucinazione. Tutte le sensazioni sono coinvolte: il tatto in primis, ma anche l’odorato, il gusto e la vista e questo può indurre taluni a toccare ripetutamente tessuti od oggetti o a fiutare più volte cibi e bevande. Inoltre la sostanza produce una stimolazione psicomotoria che consente di affrontare per ore la fatica del ballo, se si è in discoteca, rimuovendo i preziosi indicatori fisiologici del senso di stanchezza, della fame della sete, del sonno e perfino del dolore. Alcuni effetti fisici sono di grado modesto come la tachicardia (aumento della frequenza del polso), l’ipertensione, l’iperpnea (aumento della frequenza respiratoria), l’iperglicemia (aumento del glucosio nel sangue) e la midriasi (dilatazione delle pupille). Altri effetti sono più gravi: sudorazione profusa, secchezza della bocca così netta da far venire la lingua a penzoloni, urgenza di mingere, brividi, pelle d’oca e ipertermia. Tra gli effetti collaterali possono anche comparire sintomi decisamente patologici: nausea e vomito, cefalea intensa, atassia (difficoltà di deambulazione), visione confusa, nistagmo (oscillazione ritmica dei bulbi oculari), bruxismo (digrignazione incontrollata dei denti con possibili erosioni dentarie, trisma (contrazione persistente dei masseteri, con conseguente difficoltà sia di parlare sia di aprire la bocca), dolorosi crampi muscolari degli arti che possono durare anche giorni. Cessato l’effetto stimolante, subentra spesso uno stato di profonda spossatezza con sonnolenza, con ovvie conseguenze per la guida. Sono stati registrati casi di morti improvvise di consumatori di ecstasy. La drammatica situazione di emergenza che si può verificare di collasso cardiocircolatorio, insufficienza respiratoria acuta, convulsioni, rabdomiolosi (distruzione delle masse muscolari), coagulazione intravascolare disseminata e insufficienza renale grave richiede ovviamente un pronto intervento ospedaliero se si vuole evitare l’esito letale entro poche ore. L’ecstasy può dare dipendenza.

Foglie di marijuana. La marijuana è ricavata dalle infiorescenze e dalle foglie della pianta della “cannabis indica” mischiate assieme. Appare come una mistura somigliante vagamente al tabacco od all’origano, di colorazione variante dal verde chiaro al verde scuro o al bruno. Alla combustione ha il caratteristico odore del fieno secco. Tipicamente viene inalata attraverso il fumo in sigarette chiamate “spinelli”. Gli effetti varianti da un assuntore all’altro, sono comunque caratterizzati da euforia, aumento della sensibilità visiva ed uditiva, sensazione di benessere e rilassamento talvolta sonnolenza. Può dare dipendenza.

Alcuni prodotti dell'hashish.L’hashish viene prodotta dalla resina della cannabis (canapa indiana). Si presenta in forma solida, di colore marrone, emanante un forte odore e viene assunta fumandola. E’ possibile che si instauri una forma di dipendenza soprattutto nei soggetti giovani. Dopo alcuni minuti dal suo consumo, produce effetti che gradualmente si accrescono, quali euforia, disinibizione, rilassamento e aumento dell’appetito. A dosaggi elevati è possibile riscontrare depersonalizzazione, disorientamento, allucinazioni, confusione mentale e delirio. I segni di intossicazione riguardano tachicardia, tremori ed allucinazioni. Crea dipendenza.

L’olio di hashish è ottenuto mediante distillazione ripetuta delle foglie o della resina della “Cannabis indica”. Si presenta come una sostanza liquida, densa e viscosa di colore scuro, con un odore caratteristico e molto aromatico. Viene contrabbandato in sacchetti di plastica consistente sigillati a caldo, in flaconi a chiusura ermetica e in fiale. Si assume fumandolo. Gli effetti dell’olio sono simili a quelli provocati dall’hashish ma molto più forti.

 

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