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Torre del Greco, Alviti: “La politica non è un mestiere ma passione civile”

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Torre del Greco, Alviti: “La politica non è un mestiere ma passione civile”
La Politica non è un mestiere, è un servizio. Ma nel senso di servire, non di servirsi o circondarsi di servi.”
Parto da questa frase di Travaglio, a cui aggiungo… un po’ del pensiero di Pertini, che affermava che chi approfitta della politica, per guadagnare poltrone o prebende, non è un politico, bensì un affarista, un disonesto.
Due argomentazioni, che appartengono all’idea di politica come deve essere, quella vera, quella che vuole occuparsi del bene comune, delle persone, del rispetto delle regole, della legge, della Costituzione, non a caso con la maiuscola.
La nostra Costituzione è considerata a livello planetario, una delle migliori mai scritta, i padri costituenti hanno lavorato nel pieno rispetto della vita, della gente, dell’uguaglianza. Siamo tutti uguali, di fronte alla legge, è così che dovrebbe essere.
Non è un’utopia seguirne i dettami, si può aggiornare, semplificare ma mai travisare o stravolgere e questo compete alla politica, ai rappresentanti del popolo che ha sempre il potere di decidere.
Gli elettori, hanno questa responsabilità, scegliere candidati onesti, competenti e appassionati… non è affatto facile. E molte volte il motivo dell’ingresso in politica è il tornaconto personale, ormai si è quasi alla regola del meno peggio.
Scendo in politica, è un termine decisamente fuori luogo, non si scende in politica, si dovrebbe assurgere alla politica, nel senso più alto del termine. La passione politica deve essere passione civile, amore per il proprio paese, senso di giustizia, voglia di migliorare la condizione sociale dei propri conterranei, questo è il vero senso del fare politica.
Ma se si da un’occhiata ai rappresentanti che popolano il nostro agone politico, ecco che sorge spontanea una domanda… chi li ha votati?
La risposta purtroppo è semplice… noi, e le leggi che hanno trasformato le elezioni in una sorta di gara, di compravendita di cose e di persone da far inorridire ogni persona onesta, e ci sono, certo che ci sono ancora, a dispetto della disonestà dilagante, che non è più una eccezione, è diventata spesso una regola.
Il politico, non il cosiddetto animale politico, che questo lo sanno fare tutti… o quasi, deve essere una persona di specchiata onestà, reale ed intellettuale, aborrisco quando sento dire che un avviso di garanzia, non è una condanna… certo non lo è, se sei un cittadino comune, ma se sei un politico, fa la differenza. Un uomo pubblico non dovrebbe essere neanche sfiorato da un qualsivoglia dubbio sulla sua condotta, che deve essere adamantina in ogni suo aspetto, pertanto anche un semplice avviso di garanzia, pur con tutte le garanzie di legge, rappresenta una sconfitta morale.
Un politico, che serva il Territorio, il Paese, prima di tutto, non deve trarre un guadagno da questo servizio, non deve usare od abusare, del potere che ha, per fini propri o per altri, deve certamente percepire un emolumento, nella misura giusta, per vivere con dignità. Insomma, uno che fa politica, finito il suo mandato, deve tornare alla sua vita normale, a fare ciò che faceva prima di cominciare l’attività politica.
Sembra invece che l’arte del compromesso si trasformi spesso in opportunismo, e tutti a pontificare, fare proclami e promesse, che si sa già impossibili. Un panorama pieno di arroganti e incompetenti, falsi e ignoranti… pieni di se, voci assordanti che predicano il nulla… mentre c’è bisogno di persone intelligenti, oneste, dall’eloquio semplice e chiaro, comprensibile a tutti, capaci di affrontare i problemi e con un ideale… di giustizia e eguaglianza… e soprattutto di libertà e rispetto. E in merito alla libertà voglio ricordare una frase molto significativa: “la mia libertà inizia dove voglio, ma si ferma dove comincia quella degli altri”. Questo è il rispetto.
Quanto affermato sinora, non vuole essere un’apologia dell’ovvio… certo tutti vorremmo una politica pulita, ma… c’è un ma, grande come un grattacielo… abbiamo fatto e facciamo quanto necessario perché sia effettivamente così? È la domanda che ogni cittadino elettore deve porsi, e non soffermarsi solo a sterili lamentele o proteste, ma agire. In primis verso i propri rappresentanti eletti, le amministrazioni comunali e regionali, cercando in tutti i modi di fare sentire la propria voce avanzando proposte e richieste. Partecipando attivamente e coinvolgendo altri cittadini, nei partiti, nei movimenti, nelle associazioni, ovunque sia possibile esprimere il proprio pensiero. Potrebbe non bastare, forse, ma non farlo sarebbe peggio, sarebbe la sconfitta, prima di tutto morale e poi politica.

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