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Castellammare di Stabia

Torre Annunziata, ladri in chiesa derubano una vecchietta

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’ accaduto a Torre Annunziata, nella Basilica della Madonna della Neve, dove un’anziana signora si era recata per partecipare alla Santa Messa del pomeriggio.

Anche in Chiesa i ladri rubano e, in modo particolare, durante la comunione!

La donna di 85 anni, vittima del furto, come ogni volta, aveva lasciato la sua borsa sulla panca e mai le era accaduto di non ritrovarla più. Sono bastati pochi minuti al ladro per dileguarsi con la tracolla. Al suo interno c’erano i documenti e il portafogli con i soldi.

I fedeli presenti raccontano che i sospetti sarebbero caduti su una donna che è stata vista allontanarsi precipitosamente dalla basilica.

A denunciare il furto è stata la figlia dell’anziana che, insieme con la  mamma, si è recata presso la caserma dei carabinieri di Torre Annunziata e ha sostenuto che, purtroppo, neanche in chiesa si sta più tranquilli e che anche in quel luogo dovrebbero essere installate delle telecamere.

Nella borsa c’erano documenti, soldi e altri effetti personali dell’anziana signora che ha sporto denuncia convinta dell’inutilità di quest’ultima.

Rubare nelle Chiese

Chiesa Depositphotos_379231158_SNumerosi partecipanti alle celebrazioni religiose vanno a fare la comunione e lasciano la borsa sulle panche confidando nella sacralità del posto e nella correttezza dei fedeli ma, tra questi, si nascondono i ladri, in molti casi anche donne, e al ritorno la borsa non c’è più.

Un tempo rubare in chiesa era considerata cosa deprecabile anche tra gli stessi malviventi. Persino tra i più incalliti c’erano due posti dove mettere le mani era tabù: la cassetta delle elemosine e le borse delle massaie che seguivano la messa.

Oggi le offerte dei fedeli vengono messe subito al sicuro per evitare che attraggano l’attenzione dei ladri, ma le borse delle signore ed il loro contenuto (spesso solo pochi spiccioli) sembrano essere diventati bersaglio piuttosto frequente.

Quello accaduto a Torre Annunziata non è l’unico caso. Anni addietro, con la stessa modalità, alcune signore sono state derubate, e, in varie città italiane sia del sud che del nord,  si sarebbero verificati almeno tre o quattro episodi, probabilmente tutti opera della stessa mano. La naturalezza del comportamento avrebbe tratto in inganno gli altri fedeli, che hanno spesso raccontato di aver pensato che le borse rubate fossero di proprietà della stessa ladra e di non avere sospettato di avere assistito ad un furto se non all’arrivo della legittima proprietaria.

Potremmo enunciare la fatidica frase : “Non c’è più religione…”, forse è così o forse, non per giustificare il comportamento in sé e per sé assurdo e scorretto, in alcuni casi questi furti anche di offerte e oggetti sacri, perpetrati a danno della stessa Chiesa, vengono effettuati da chi  si trova davvero in difficoltà. E’ il caso di ricordare un’ordinaria vicenda di cronaca nera che si è trasformata in una storia a lieto fine nel maggio del 2021.

La vicenda di Caorle potrebbe essere come quella di Torre Annunziata?

L’avevano preso dopo settimane di appostamenti e registrazioni video, ma quando hanno scoperto che si trattava di un padre costretto dalla crisi a rubare in chiesa per sfamare la famiglia, è scattata la solidarietà, che ha fatto cadere le denunce e gli ha permesso di riavere un lavoro dignitoso.

La vicenda è avvenuta a Caorle, storica località balneare del litorale veneziano, dove per settimane le cassette delle offerte delle chiese erano sistematicamente svuotate.

Il parroco del paese ha sporto denuncia alla locale stazione dei carabinieri, che hanno avviato le indagini.

Dall’inizio dell’anno erano 14 i colpi messi a segno dal solito ignoto e dalle varie indagini e si è così scoperto che l’uomo aveva 23 anni, una famiglia e un bimbo nato da poco, e dopo aver perso il lavoro a causa della pandemia aveva cercato un modo per tirare avanti. In 14 incursioni nelle chiese di Caorle aveva accumulato circa 1.000 euro.

Incensurato, ha spiegato ai militari di non aver avuto il coraggio di rivolgersi ai Servizi sociali del Comune per un aiuto. A quel punto è scattata la solidarietà sia da parte di don Danilo che dei militari, che lo hanno condotto in Comune per un sussidio. E con l’arrivo della scorsa estate gli è stato anche offerto un lavoro, presso un ristorante della località balneare.


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