P
iù di un furto quello avvenuto nella biblioteca comunale Ernesto Cesaro di Torre Annunziata, uno “strupro” é stato definito dai membri del “Discovering OPLONTIS – HistoriaeMonumenti” e del Centro Studi Storici “Nicolò d’Alagno, perché ad essere profanata è stata quella che “per antonomasia è l’anima della conservazione culturale locale”.
Una ruberia avvenuta probabilmente tra la notte di sabato e domenica, ma scoperta solo stamattina alla riapertura della biblioteca.
Mentre le forze dell’ordine indagano sull’accaduto, forti parole sono state espresse sulla pagina Facebook dai membri del Discovering Oplontis e del Centro Nicolò d’Alagno:
“Quest’oggi Torre Annunziata ha subito un torto orribile. Un’infamia inaudita. Il furto subito dalla Biblioteca comunale di Torre Annunziata “Ernesto Cesaro”, dove è stata razziata l’intera collezione del fondo antico comprendente l’incunabolo, le cinquecentine e le seicentine, rappresenta un’offesa inaccettabile fatta all’intera città. Addirittura hanno avuto la forza di portarsi via anche il capitello di tufo grigio ritrovato nel 1957 presso le Mascatelle, quale testimonianza palese dell’esistenza dell’antica Oplontis. Non contenti, hanno sradicato anche la targhetta didascalica! E’ stato un atto sacrilego in quanto i ladri, che hanno agito senz’altro in totale consapevolezza, hanno violato il luogo che per antonomasia è l’anima della conservazione culturale locale. In ogni modo non vogliamo un altro “caso Girolamini”. Vogliamo che l’incoscienza di chi si è macchiato di questo reato, venga annientata quanto prima da un rinsavimento.
Torre Annunziata non merita quest’altra sciagura”.
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