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Il tonfo del Pescara non ha fatto rumore. E l’ “onta” ricevuta dal Crotone…

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8 punti – dei quali appena 15 conquistati sul campo – una retrocessione da record (nella storia della massima divisione con venti squadre partecipanti nessuno è riuscito a fare peggio), passaggio alla categoria inferiore che è avvenuto con ben cinque giornate di anticipo, e l’ “onta” finale, giusto per non farsi mancare nulla, data agli abruzzesi dal formidabile Crotone di Davide Nicola, neopromosso come il Pescara, e con appena nove punti conquistati nel girone di andata, che è riuscito ad approfittare della caduta libera dell’Empoli, il quale si è fatto recuperare la bellezza di diciassette punti dai calabresi, al loro esordio nella massima serie. Morale della favole: l’unica squadra neopromossa e non essersi salvata, è stata quella abruzzese.

A differenza del Pescara, l’entourage calabrese ha saputo lavorare bene e con umiltà, senza lamentarsi continuamente di presunte ripartizioni  economiche inique tra società neopromosse e società già presenti nella massima serie. I calabresi, inoltre, sono stati protagonisti di un grande calciomercato a gennaio, portando in Calabria giocatori del calibro di Trotta e Falcinelli, con quest’ultimo autentico trascinatore nella vittoriosa corsa salvezza. A Pescara, invece, appoggiati da una stampa poco critica, per essere eufemistici, e anche poco attenta, la società è andata avanti dritta per la sua strada, con l’allenatore Massimo Oddo convinto fin dal ritiro di Palena, di avere una rosa all’altezza della situazione, capace di salvarsi senza troppi patemi. Peccato che i risultati del campo – Giudice inappellabile, severo, ma altrettanto attendibile e imparziale – non abbiano dato ragione ad Oddo e al presidente Sebastiani, che a campionato inoltrato, quando oramai la barca era quasi affondata, ha deciso di chiamare al capezzale dell’agonizzante Delfino, Zeman, che di certo non poteva fare miracoli.

Ora, in serie B, si ripartirà proprio dal boemo, il quale dovrà riportare entusiasmo in una piazza amareggiata e umiliata. Almeno questo si augura il presidente Sebastiani, il quale è stato ospite giorni fa presso una trasmissione locale, dove ha cercato di rassicurare i tifosi sul futuro del sodalizio abruzzese, svelando anche delle trattative in itinere con un gruppo kazako. In precedenza, l’uomo di affari più famoso di Pescara, aveva timidamente chiesto scusa a tutti i tifosi abruzzesi per la magra figura rimediata dal suo Pescara, appoggiandosi ai soliti media.

Sono sei anni che seguo da cronista sportivo le vicende biancazzurre, e sono stato anche uno dei pochi giornalisti a seguire il Pescara in questa stagione sin dall’inizio del ritiro, e non ho mai avuto l’impressione che questa squadra potesse avere molte chance di salvezza. Ho sempre respirato durante gli allenamenti un’aria di eccessiva possibilità e capacità nei propri mezzi, avendo l’impressione di trovarmi di fronte un gruppo poco compatto, che non sarebbe arrivato molto lontano. Il campo, alla fine, mi ha dato ragione.

Possibile che solo io abbia sempre sottolineato le criticità e i problemi di questa squadra, mentre tutti, dalla stampa alla società, ripetevano in coro. Va tutto bene madama la Marchese, la colpa è morta fanciulla, Non tutte le ciambelle riescono con il buco? Forse, mi sbaglio io.

In definitiva, il clamoroso, ma solo per le proporzioni, tonfo del Pescara, non ha fatto quel rumore, almeno mediatico, che molti si attendevano. La stagione, che sarà ricordata come una di quelle peggiori vissute dal sodalizio Dannunziano, sembra già essere passata in archivio, senza che nessuno abbia mai sottolineato, come si conviene, lo spettacolo che di certo non ha reso onore, non solo a Pescara, ma ad un’intera Regione, che il Pescara ha offerto contro le più grandi squadre del panorama calcistico italiano.

Sic transit gloria mundi… E, allora, ecco che tutti prospettano una prossima stagione entusiasmante, con tanti volti nuovi pronti a riportare subito il Pescara in serie A. Del resto, analizzare il perché e il percome le débacle si siano sviluppate, è arte di pochi. E, allora, ai tifosi non rimane che sperare in un nuovo miracolo biancazzurro, o meglio “Zemaniano”. In attesa che qualcuno capisca e chiarisca il suo ruolo all’interno di questo tourbillon…

CHRISTIAN BARISANI


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