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Terrore nel cuore di Gerusalemme: 2 morti e 4 feriti

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span id="m_5679596245969443004docs-internal-guid-5266182b-ab52-69f8-d79c-d9bf5521621e">L’intifada torna a uccidere a Gerusalemme. Un attentatore palestinese spara ai passanti nei pressi della fermata del tram leggero: il bilancio è di due morti e 4 persone ferite. Hamas rivendica l’azione definendola “eroica”.

Spari dall’auto contro i passanti, attacco islamista a Gerusalemme

Due morti, quattro feriti. In un video diffuso da Hamas l’attentatore dice: fate come me

BEIRUT – Due giorni dallo Yom Kippur, il giorno più sacro del calendario ebraico, l’Intifada palestinese sostenuta da Hamas riporta il terrore nel cuore di Gerusalemme. Ieri mattina, poco dopo le 10 e mezza, un uomo di 39 anni ha aperto il fuoco contro la fermata della metropolitana leggera ad Ammunition Hill, poco distante dal quartier generale della polizia. Una donna di 60 anni veniva ferita gravemente, un uomo in maniera meno seria, altri due passanti leggermente. Il terrorista, identificato dai media palestinesi come Misbah Abu Sbeih, ha poi proseguito con la sua auto verso il quartiere di Sheikh Jarrah, inseguito da due agenti in motocicletta.

La moto ha affiancato l’auto per costringerla a fermarsi. C’è stato uno scambio di colpi a distanza ravvicinata. Un agente, il sergente maggiore Yosef Kirma, 29 anni, è stato raggiunto alla testa. La sua compagna è stata invece colpita alla gamba ma è riuscita a rispondere al fuoco e a uccidere l’assalitore. Per il sergente Kirma, portato all’ospedale Hadassah di Mount Scopus, non c’è stato niente da fare. Così come per la signora ferita alla fermata della metropolitana. Un bilancio di due morti che poteva anche essere molto peggiore se non ci fosse stato l’intervento quasi immediato dei poliziotti. Il premier Benjamin Netanyahu li ha definiti «due eroi».

Il movimento palestinese Hamas, vicino ai Fratelli musulmani, ha esaltato «l’eroica operazione di Gerusalemme». Il portavoce Fawzi Barhoum ha descritto l’attacco come «la naturale risposta ai crimini dell’occupazione e le violazioni a spese del nostro popolo e dei Luoghi santi. L’Intifada continua – ha precisato – e ogni tentativo di liquidarla è destinato a fallire». Ma è il riferimento ai luoghi santi a dare la dimensione di questa fase del conflitto. Che a differenza delle prime due Intifada ruota sempre più attorno alla Moschea di al-Aqsa.

Il video di rivendicazione  

Alla maniera dell’Isis e di Al-Qaeda, l’attentatore ha realizzato un video trasmesso dall’emittente di Hamas. Nel filmato il 39enne conferma di essere un attivista del Morabitun, gruppo islamico vicino ad Hamas e concentrato nella difesa di Gerusalemme e della Moschea al-Aqsa, ed esorta tutti i fedeli musulmani «a seguire il suo esempio» per salvare dalla «contaminazione» ebraica la moschea sacra e tutta la città. Da quando, nell’ottobre 2015, è scoppiata la cosiddetta Intifada dei coltelli l’influenza di Hamas e il riferimento ai luoghi santi islamici sono sempre più frequenti, anche se all’inizio il movimento sembrava spontaneo. Misbah Abu Sbeih, già nel mirino delle forze di sicurezza israeliane, aveva anche rilasciato un’intervista alla tv palestinese Ma’an in cui diceva che era stato bandito da Gerusalemme Est per un mese e che stava per consegnarsi alla prigione di Ramle. Invece ha optato per l’attacco.

In un anno di Terza Intifada sono morti 232 palestinesi, 34 israeliani, due americani, un giordano, un eritreo e un sudanese. Il governo Netanyahu ha reagito con una militarizzazione della Cisgiordania occupata e raid nella case di sospetti terroristi che hanno portato allo smantellamento di laboratori artigianali per le armi da fuoco. Ma una nuova ondata di attentati è cominciata con i Yamim Noraim, il periodo di festività che porta allo Yom Kippur. Ora è allarme massimo per domani sera, quando comincerà al tramonto l’importante ricorrenza ebraica seguita poi dalla Festa dei Tabernacoli.

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