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E’ tempo di tours e anche Grasso prepara la partenza

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Il giorno dopo il battesimo da leader di “Liberi e uguali”, il presidente del Senato Pietro Grasso non nasconde la soddisfazione e prepara il tour elettorale in Italia. Si lavora al simbolo e ai candidati. Grasso vorrebbe convincere anche la Boldrini che per ora glissa.

Grasso prepara il tour in Italia. Pressing anche sulla Boldrini

Si lavora al nuovo simbolo e ai candidati. Ma la presidente per ora glissa

ROMA – «La manifestazione di domenica è andata oltre ogni aspettativa». Il giorno dopo il battesimo da leader di “Liberi e uguali”, il presidente del Senato Pietro Grasso non nasconde la soddisfazione. «È stato solo il primo passo, c’è tanta strada da fare», ricorda ai tanti che lo chiamano.

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eri Grasso è tornato a pieno regime nel suo ruolo di presidente dell’Aula di Palazzo Madama: oggi sarà una giornata importante, la riunione dei capigruppo deciderà il calendario delle ultime settimane di lavoro della legislatura. Il presidente conferma che il suo stile nella guida dell’assemblea resterà identico a come è sempre stato. E scrolla via con un gesto della mano l’ipotesi ventilata da alcuni retroscena di un suo blitz per calendarizzare lo Ius soli e mettere così in difficoltà il Pd. «Chi conosce il presidente e il regolamento capisce subito che questi sospetti sono infondati», spiegano fonti vicine a Grasso.

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Questo non significa che, da domenica, il neo leader non si sia calato al 100% nel nuovo ruolo. Già oggi dovrebbe incontrare i «tre ragazzi», come ha battezzato Roberto Speranza, Nicola Fratoianni e Pippo Civati, per fissare l’agenda delle prossime settimane. In cima alle priorità c’è il simbolo, che dovrebbe essere ufficializzato in un paio di giorni: sfondo rosso con la scritta “Liberi e uguali – Con Grasso presidente”. «Dobbiamo sbrigarci, i militanti stanno creando dei loghi fai-da-te», avverte Speranza.

Il nuovo marchio debutterà nel weekend del 16-17 dicembre, con 5 assemblee in tutta Italia, da Padova a Bologna a Roma, per «costruire il programma in modo partecipato». Saranno repliche della kermesse di domenica all’Eur: accanto ai leader ci saranno esponenti del mondo sindacale, dell’impresa e dell’associazionismo. In programma, ma si parla di gennaio, anche un tour di Grasso per l’Italia per ascoltare i mondi che lui stesso ha invitato ad unirsi al suo progetto: oltre a quelli da sempre vicini alla sinistra, vuole dialogare con l’arcipelago del volontariato cattolico, con le parrocchie, come ha detto dal palco dell’Eur. Alla kermesse era presente Gianni Bottalico, già presidente delle Acli e ora tra i fondatori dell’Alleanza contro la povertà. Su temi come la dignità del lavoro e la lotta alle diseguaglianze, i big della nuova lista di sinistra sono convinti di poter intercettare un sentimento che «va molto oltre i tre partiti fondatori».

Nei prossimi giorni la squadra di vertice composta da Grasso e dai «tre ragazzi» si amplierà, coinvolgendo anche alcune figure femminili in arrivo dalla società civile, per compensare una foto di gruppo «fin qui esclusivamente maschile». Prosegue il delicato pressing su Laura Boldrini, che ieri ha definito il lavoro «una urgenza democratica». Nel Pd viene già data in tandem con Grasso, ma lei rimanda la decisione a dopo l’ok alla manovra. Chiuso il programma, inizierà la delicata opera di costruzione delle liste: un mix tra i partiti e alcune personalità civiche scelte da Grasso. «Giocheremo molto larghi», assicura Speranza. Per ora di nomi non ce sono. «Ma i profili saranno simili a quelli visti sul palco di domenica». Molto gettonato Pietro Bartolo, il medico dei migranti di Lampedusa che ha commosso i delegati parlando del «nuovo Olocausto nel Mediterraneo».

Nel Pd l’area vicino a Renzi ha pronta l’arma del voto utile contro la nuova cosa. «L’autorevolezza di Grasso viene spesa per un progetto che è solo contro il Pd», attacca il sindaco di Firenze Dario Nardella. Andrea Orlando definisce «una sconfitta» la nascita del nuovo movimento: «Ora siamo tutti più deboli». Michele Emiliano lancia un estremo appello al dialogo tra Renzi e l’ex magistrato.

La coalizione attorno al Pd, al netto di Mdp e soci, fatica a decollare. Anche il gruppo di Giuliano Pisapia fa sapere che «l’accordo non è chiuso». «Se lo Ius soli non andrà neppure in aula al Senato per noi sarà impossibile allearci coi dem», spiega Marco Furfaro. «Mai coalizzati con chi boicotta queste norme», gli fa Alessandro Capelli, rivolto ad Alfano. Dentro Campo progressista spiegano che il dialogo col Pd «sarà portato avanti fino all’ultimo su punti di merito». Ma in caso di fallimento non è escluso un avvicinamento a Grasso, che Pisapia conosce da molti anni.

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