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Castellammare di Stabia

Il Tempo non Basterà: la personale di Mario Iaione a Castellammare di Stabia

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Mario Iaione dal 15 aprile al 7 maggio in mostra alla Galleria Antiquaria Ferdinando IV

Sarà esposta da domani 15 aprile e fino a tutto il 7 maggio 2016, presso la Galleria Antiquaria “Ferdinando IV” al corso Vittorio Emanuele n. 5 a Castellammare di Stabia (Na), “Il Tempo non Basterà”, personale d’arte di Mario Maione, scultore napoletano contemporaneo.

L’evento, presentato lunedì scorso in conferenza stampa, è organizzato dalla Pro Loco Castellammare di Stabia in collaborazione con l’Azienda di Cura Soggiorno e Turismo e la Galleria Antiquaria Ferdinando IV con il patrocinio della Regione Campania, della Città di Castellammare di Stabia e dell’UNPLI Napoli.

In mostra 42 originalissimi pezzi in creta che raffigurano maschere e volti che interpretano il presente secondo Iaione, attento osservatore dei cambiamenti socio culturali dei nostri tempi, i cui lavori sono spesso intrisi di citazioni che rimandano alle composizioni di artisti che hanno fatto grande il passato artistico nazionale ed internazionale.

Il Tempo non Basterà” è un nuovo ciclo di sculture in cui l’artista proietta il visitatore nell’immaginifico viaggio delle inquietudini, “che si rincorrono alla ricerca di strade le quali formano volti tratteggiati da linee rette e angoli, per poi ritrovare curve e profondi fori, sorrisi ermetici e coperti da veli”.

Una nuova antologia di opere, dunque, dove ogni scultura è il frutto della precedente esperienza di creazione, in un mosaico di sentimenti all’apparenza confusi ma invece indissolubilmente legati, che proiettano l’osservatore in un vortice di emozioni nuove e alla riscoperta di sensazioni che, probabilmente, non avrebbe mai pensato di provare.

“Quando lavoro non mi prefiggo mai uno scopo preciso – spiega Mario Iaione – la scultura ha un principio d’inizio, quindi si costituisce pian piano, gesto dopo gesto, evolvendo in un assembramento di parti che anelano la ‘forma compiuta’, raggiunta la quale l’opera può dirsi completa. Amo quei visi che scaturiscono dalla creta – continua l’artista – così come le emozioni che sono in grado di suscitare: è realtà che origina realtà, un mondo che si genera e si rinnova da sé”.  E le sculture di Iaione, non a caso, non hanno quasi mai occhi, “perché, svela l’artista, cercano qualcuno che le osservi e abbia la sua personalissima esperienza sensoriale mentre io sono lì, a guardarlo nella sua maschera di emozioni”.

Due i momenti salienti dell’esposizione: la mostra d’arte, che sarà inaugurata domani sera alle ore 18.30 alla presenza dell’artista e in cui è previsto anche la live performance del cantautore polistrumentista Carlo Contocalakis, e il laboratorio artistico che l’autore terrà durante il periodo di esposizione per avvicinare il pubblico a questa particolarissima forma d’arte e alle sue tecniche di creazione e modellamento.

L’ingresso è gratuito, dal lunedì al sabato, dalle ore 17.00 alle ore 20.30.

In mostra anche e per la prima volta esposta al pubblico l’opera “prima” dell’autore, un “Pulcinella” realizzato in sole due copie all’età di dodici anni il cui “gemello” è possibile visionare al Museo Nazionale del Pulcinella di Acerra unitamente ad altre sculture dell’artista.

Ma la più famosa tra le maschere napoletane è anche sicuramente il filo conduttore di una esperienza di ricerca artistica ultra ventennale di questo ex “ragazzo di bottega”, unico allievo per oltre un quinquennio del grande maestro Lello Esposito, cresciuto tra le antiche stradine della Vomero di un tempo, che oggi presenta il suo personalissimo Pulcinella “estremizzato” più che “modernizzato”, a rappresentazione della nostra contemporaneità e nelle cui trasfigurazioni, tra squarci e fratture, fuoriescono le anime enigmatiche dell’uomo moderno tormentato da dubbi e paure a sempre e inesorabilmente alla continua e affannosa, quanto inutile, rincorsa del tempo, che non basterà.

“Napoli produce delle vibrazioni che non sono presenti in nessun’altra parte del mondo –  dichiara Luigi Coppola presidente Pro Loco Castellammare di Stabia – perché il napoletano e soprattutto l’artista napoletano, è abituato a convivere con i millenni di storia che lo accompagnano da sempre e nelle sculture di Iaione possiamo ritrovare forte questo legame col passato quando abbiamo i flash vivi, per esempio, delle bellissime citazioni del “Cristo Velato” del Sammartino ed anche quelli che ci invece ci richiamano al Picasso e al Fontana, a testimonianza di quanto le radici locali e territoriali possano essere sempre fonte di profonda ispirazione e continua riscoperta”.

In agenda:

–         Vernissage mostra d’arte scultorea di Mario Iaione e live performance Carlo Contocalakis venerdì 15 aprile ore 18.30 Galleria Antiquaria “Ferdinando IV”, Corso Vittorio Emanuele n° 5, Castellammare di Stabia (Na

–         Esposizione dal 15 aprile al 7 maggio 2016, dal lunedì al sabato ore 17.00 – 20.30. Ingresso Gratuito.

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  • MARIO IAIONE

SCULTORE CONTEMPORANEO BIOGRAFIA

Mario Iaione nato a Napoli nel 1977, ha nutrito sin da piccolo la passione per il disegno e la scultura. Ha frequentato per poco tempo e con grande discontinuità l’Istituto d’arte di Napoli. Poi è stato per oltre 5 anni l’unico allievo di Lello Esposito. Alla fine del suo apprendistato ha impiantato un personale laboratorio, nel quale per diversi anni si è mossa la sua creatività, a partire dalla tipica maschera pulcinellesca partenopea, rivisitandola successivamente in maniera molto creativa ed originale, “superandola”. Ha operato intensamente sul terreno dell’artigianato e delle opere su commissione. I suoi lavori si possono attualmente visionare al Museo Nazionale del Pulcinella di Acerra, nello studio del Cardinale Sepe, di Valentina Stella, del giudice Donato Ceglie e di tante altre personalità, collezionisti prestigiosi sparsi in Italia e nel mondo. Sulla sua opera hanno scritto vari esperti e studiosi. Recentemente si è occupata dei suoi lavori la rivista “L’espresso napoletano” diretta dal dr. Rosario Bianco, anch’egli convinto estimatore dell’arte di Mario Iaione.

Recensione del prof. Luigi Caramiello

Mario Iaione “si interroga sul senso dell’essere al mondo, quindi sul meccanismo che sovrintende alla costruzione dell’identità. Le sue opere sono “immagini”, trasfigurate plasticamente e splendidamente, pezzi di un incubo, visioni, intraviste su uno specchio in frantumi. Le lacerazioni e le prigioni dell’io, rivelate mirabilmente dalla sua scultura, mettono in scena la tragedia vissuta da ogni individuo.

Questa condizione, ancorché sublime, é, irrimediabilmente, coscienza della separazione dal mondo, consapevolezza della finitudine, e quindi ineluttabile disagio, sofferenza, dolore. Ma, questa lacerazione originaria, questa frattura primigenia, terribilmente umana, è anche una finestra aperta sull’infinito e sul mistero della vita. Il gesto estetico di Iaione è tangibilmente violento, brutale, come può esserlo, da sempre, qualsiasi rappresentazione che faccia seriamente i conti con il reale. Eppure questo discorso, così tecnicamente efficace, chiaro, concreto, esplicito, non rinuncia a farsi meta-discorso, ad evocare domande profonde, sulle molteplici facce dell’arte, sulla sua energia emozionale, sull’elemento “spirituale” che da essa promana e dal quale essa, da sempre, trae alimento”

Prof.LUIGI CARAMIELLO
Presso l’Università di Napoli
Federico II


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