Presentato il nuovo progetto dell’associazione l’Incrocio delle Idee che vedranno gli ombrelli distrutti dal vento trovare una loro seconda vita presso il carcere di Lauro
Le detenute del carcere di Lauro realizzeranno manufatti con le tele degli ombrelli
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astellammare di Stabia – E’ stato presentato nei giorni scorsi dall’associazione socio culturale l’Incrocio delle Idee alla comunità, il nuovo progetto che fa seguito alla campagna promossa dalla stessa associazione lo scorso anno, attraverso la quale s’invitavano i cittadini a non abbandonare per strada gli ombrelli distrutti dal vento, ma di portarli in associazione deve gli veniva donata una shopper realizzata da un altro ombrello distrutto.
Un obiettivo di tutela dell’ambiente che ha avuto come consequenzialità l’aspetto del riciclo.
Un progetto che vedranno gli ombrelli distrutti dal vento trovare una loro seconda vita presso la Casa Circondariale di Lauro in provincia di Avellino.
A presentare detto progetto la presidente dell’associazione Giovanna Massafra e la socia coordinatrice dello stesso Teresa Sansone. Sono seguiti gli interventi della psicologa Rosaria Varrella, dell’assessore all’ambiente Gianpaolo Scafarto e il direttore della Casa Circondariale ICAM Lauro Paolo Pastena.
Gli ombrelli distrutti dal vento, abbandonati ma anche, verranno consegnati alla Casa Circondariale dove saranno lavorate. Le detenute di detta struttura – ha affermato Massafra – realizzeranno, dopo essere state formate dalle volontarie dell’associazione l’Incrocio delle Idee, shopper, grembiulini per bambini, mantelline parapioggia e impermeabili per cani.
Il progetto sarà avviato a settembre – ha ancora detto Massafra – e in quest’arco di tempo proveremo a coinvolgere l’intera comunità, in tutte le sue articolazioni, a rendersi disponibili a recuperare le tele degli ombrelli distrutti per essere, appunto, consegnate a Lauro.
Con un applauso, i presenti hanno attestato la loro meraviglia quando Teresa Sansone ha mostrato e illustrato quanto è possibile realizzare con le tele degli ombrelli distrutti e che saranno appunto realizzate dalle detenute per essere poi commercializzate.
E’ seguito l’intervento della psicologa Rosaria Varrella che è stata da collegamento tra l’associazione e la direzione della Casa Circondariale, Una opportunità per le detenute, ha affermato Varrella. Il lavoro nel carcere da dignità ma anche la possibilità di imparare regole e percorsi utili e necessari per il processo rieducativo ma anche per acquisire un patrimonio per quando si esce dal carcere. Importante dunque il volontariato, ha ancora affermato, per attestare che la società è vicina ai detenuti e che il carcere è un luogo di riabilitazione.
Dopo avere fatto un plauso all’iniziativa, l’assessore all’ambiente Scafarto ha impostato il suo breve intervento sull’aspetto che riguarda la detenzione e la legislazione.
Di grande interesse, coinvolgente e addirittura emozionante, l’intervento del direttore della Casa Circondariale ICAM Lauro Paolo Pastena, che ha illustrato, a un pubblico attento e incuriosito, la specificità e la particolarità di un carcere di detenute mamme che hanno la possibilità di tenere con loro i bambini. Una struttura differente dalle altre, organizzata per non fare percepire al bambino l’aspetto di detenzione. Una delle cinque strutture esistenti in Italia organizzato dunque in maniera particolarissima e che deve assomigliare il meno possibile a quelli che sono i carceri e le celle che normalmente siamo abituati a vere in televisione. Un intervento ricco di esempi e considerazioni, ma tutte colme di un’importante umanità che è stata trasmessa, e i commenti della dopo iniziativa, l’hanno dimostrato, di una persona che svolge con passione un lavoro difficilissimo e delicatissimo.
La pena è una parentesi che prima o poi finisce – ha concluso il direttore – “dallo scarto costruiamo qualcosa di nuovo, ed è un fortissimo messaggio rappresentato da questo progetto che oggi è stato presentato”.
Progetto che sicuramente si diffonderà in altri istituti, è stato ancora affermato, per dare concretezza al ruolo del volontariato che attesta vicinanza alle carceri che vuol dire contribuire a combattere la criminalità.
Giovanni Mura
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