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Adnkronos) – L’Antitrust incalza i comuni sul servizio taxi: infatti – dopo le richieste di segnalazioni inviate negli ultimi mesi – l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato li invita ad “adeguare il numero delle licenze alla domanda, spingendo l’aumento oltre il tetto del 20% fissato in via straordinaria nel cosiddetto decreto Asset” anche “adottando in tempi brevi i bandi di concorso pubblico per l’assegnazione delle nuove licenze”.Inoltre l’Antitrust definisce “necessario rendere stabile ed effettivo il monitoraggio sulla qualità del servizio, richiedendo, almeno annualmente, alle cooperative di taxi le informazioni necessarie per stabilire se il numero di licenze attive sia sufficiente a soddisfare la domanda, rendendo pubblico l’esito del monitoraggio”. Secondo l’Autorità andrebbero poi “adottate misure aggiuntive, come la regolamentazione dell’istituto delle doppie guide, l’implementazione del taxi sharing e l’efficientamento dei turni”.
In tal senso, si ricorda, a Firenze – nei periodi di maggior domanda – i tassisti possono svolgere i propri servizi con più flessibilità e l’amministrazione comunale può rilasciare licenze temporanee.L’Antitrust evidenzia come “il taxi sharing è obbligatorio quando almeno tre utenti sono diretti verso la stessa zona di destinazione”. Infine, “nell’ottica di mantenere un adeguato livello del servizio taxi per il trasporto di soggetti portatori di handicap di particolare gravità, i Comuni devono adeguare, laddove necessario, il numero di licenze taxi rilasciate a vetture attrezzate per svolgere questo particolare servizio”. L’Antitrust ricorda di avere già ad agosto 2023 “inviato una prima richiesta di informazioni ai Comuni di Milano, Napoli e Roma e alle principali cooperative e piattaforme per la prenotazione dei taxi al fine di valutare le condizioni di fornitura del servizio e far luce sui gravi disservizi riscontrati dall’utenza”.
Terminata l’analisi delle informazioni acquisite, l’Autorità ha inviato una segnalazione ai suddetti tre Comuni in cui venivano evidenziate alcune importanti criticità come la strutturale insufficienza delle licenze per soddisfare la domanda (che genera un numero molto elevato di richieste inevase e tempi di attesa eccessivamente lunghi); una diffusa inerzia dei Comuni nel richiedere alle cooperative di taxi le informazioni necessarie a verificare l’adeguatezza del servizio, con esiti negativi in termini di rilevazione e correzione tempestiva di eventuali criticità; un’eccessiva rigidità del regime dei turni. L’Antitrust ricorda poi di avere evidenziato a Palermo una “strutturale carenza dell’offerta e l’assenza di controlli e di misure di regolamentazione flessibile dei turni, mentre nel Comune di Firenze è risultata la mancanza di un meccanismo di monitoraggio sull’erogazione e sulla qualità del servizio”.Per questo motivo l’Autorità “ha deciso di inviare ai medesimi una segnalazione in cui sono state evidenziate tali criticità”.
Inoltre, per migliorare l’efficienza e la qualità del servizio taxi, l’Antitrust – anche in base a quanto sperimentato in alcuni Comuni – ha suggerito nelle proprie segnalazioni l’adozione di alcune misure correttive, appunto su licenze e flessibilità dei turni.Infine, nell’ottica di mantenere un adeguato livello del servizio taxi per il trasporto di soggetti portatori di handicap di particolare gravità, i Comuni devono adeguare, laddove necessario, il numero di licenze taxi rilasciate a vetture attrezzate per svolgere questo particolare servizio. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)