I
l leghista Fabio Rizzi
Il capo della commissione Sanità in Regione da otto giorni in carcere. I carabinieri: “Emerge il suo interesse di sistemare i dg prima di Expo”
Sistemare, nominare gli uomini ‘giusti’, garantirsi affari futuri. Soprattutto: lottizzare. Ecco l’intento di Fabio Rizzi, capo della commissione Sanità in Regione, che emerge dalle carte della procura di Monza, che da otto giorni lo ha arrestato per associazione a delinquere, corruzione e un lungo elenco di presunte turbative d’asta.
IL MANUALE CENCELLI. Ci sono le telefonate, agli atti, che raccontano di come il “manuale Cencelli” della Prima Repubblica stesse in realtà molto a cuore anche agli uomini del Carroccio in Regione Lombardia. Dalle conversazioni che risalgono a fine 2014, per esempio, “emerge anche l’interesse di Rizzi di voler sistemare prima di Expo, le diverse nomine dei direttori generali (Dg) della Sanità, al fine di avere un assetto strategico per l’Expo”. L’ex senatore del Carroccio, alle 8 del 23 dicembre 2014, al telefono con il suo factotum Mario Longo, è anche critico verso il suo presidente. “Maroni – spiega alla cornetta Rizzi – non ha tenuto buono il testo, ora bisognerà gemellare cinque leggi diverse da cinque partiti diversi e sta venendo fuori una mezza porcata”.
Alle 17 e 40 del 29 dicembre, “Fabio Rizzi per Massimo (verosimilmente Garavaglia, assessore all’Economia in Regione)” – annotano nei loro brogliacci i militari di via Moscova. “I due parlano di come fare le nomine o gli spostamenti dei vari Dg. Secondo il Rizzi c’è il rischio che Mantovani (all’epoca assessore alla Sanità di Forza Italia, nel frattempo finito in carcere per un altro scandalo, ndr), voglia fare il furbo. Sintetizzando il Rizzi vorrebbe sistemare le cose”, nominando suoi uomini, o almeno vicini alla Lega, all’Istituto clinico di Perfezionamento (“che ritiene essere strategico per Expo”), al San Paolo, all’Asl di Lecco e anche a Gallarate. Il giorno successivo, Rizzi sempre al telefono con Longo commenta le nomine e “dice che non sono andate come previsto e che Odinolfi (Fulvio, Dg all’Icp, ndr), soltanto è stato mosso”. “Rizzi – annotano ancora nei brogliacci delle intercettazione i carabinieri – afferma che la nomina di Odinolfi l’ha caldeggiata fortemente Salvini”. In merito alla promozione in Regione di Visconti (ex Dg all’Icp), invece, “è stato sponsorizzato da Garavaglia con l’asse Giorgetti (probabilmente Giancarlo, parlamentare leghista, ndr)”.
LA LOTTIZZAZIONE IN VENETO. Ma la lottizzazione sconfina oltre la Lombardia. E il duo Rizzi-Longo sembra avere buoni appoggi anche in Veneto (Maria Paola Canegrati, anche lei in manette insieme a Rizzi, risulta aver finanziato la campagna elettorale di Flavio Tosi per le ultime regionali con 10 mila euro). Nel febbraio di un anno fa i carabinieri sottolineano l’attività posta in essere da Longo e Rizzi, per favorire il dottor Francesco Pincini – stando alle intercettazioni simpatizzante del Carroccio – per “cercare un appoggio per ottenere un incarico da Direttore di struttura complessa a Treviso”. A maggio, la situazione all’interno della Lega veneta è incerta. Tosi è stato espulso, il cavallo su cui puntare resta Luca Zaia, secondo gli ordini che arrivano da via Bellerio. Pincini a Longo spiega che “non è un buon momento per il trasferimento perché i “suoi amici”, sono schierati dalla parte opposta rispetto a quella che prende le decisioni (probabilmente Pincini intende dire che coloro che lo hanno aiutato sono schierati con Tosi e non con Zaia)”. Ma la partita, comunque vada il voto, non è chiusa per la nomina del medico in quota Lega. “Longo dice – prosegue il brogliaccio delle intercettazioni – di dire al soggetto (Rizzi?, ndr), che stanno attendendo la fine delle elezioni e che comunque si stanno mantenendo su due schieramenti”. Il 19 luglio la partita si riapre. Longo telefona a Pincini per tranquillizzarlo. Il 19 luglio scorso il factotum di Rizzi annuncia che “domani alle 14 andrà da Venturi (Fabio, braccio destro di Tosi) e cercherà di capire se “loro” sanno ed influenzino la gara di bando per la nomina”. Garantendo al medico che “tu con lui (Rizzi, ndr), ti sei messo in sicurezza”.
LA NOMINA CON SPONSOR BIPARTISAN. Il giorno successivo, sempre Longo “comunica a Pincini la “disponibilità sua e quella del presidente Rizzi, l’interessamento alla vicenda (la sua nomina, ndr), assicurando altresì l’intermediazione con l’assessore alla Sanità e programmazione socio-sanitaria del Veneto, Luca Coletto e con Fabio Venturi, braccio destro di Tosi, in modo tale da comprendere se il bando di gara sia stato già “influenzato e se l’incarico sia stato promesso già ad altre persone”. Così – almeno sembra dalle carte – funzionano le cose anche nel profondo Nord a targa leghista. Pincini, al telefono, non smette di ringraziare Longo, ma il factotum di Rizzi sminuisce il suo ruolo e, anzi, è lui che si ritiene in debito per quello che fa il medico “raccomandato”. “Ascolta – spiega ancora alla cornetta Longo – ricordati io sempre in debito con te sono”. Pincini, a questo punto, sembra quasi sorpreso: “Il mio, in fondo, è solo un voto, non sento che basti un voto…. “. E Longo, ancora una volta, ridimensiona quello che è stato il suo ruolo: “Non dire caz….! divertiamoci che è la cosa importante in queste cose, perché poi ti rendi conto che queste cose vengono decise dagli umori dei cog….”.
* di MASSIMO PISA, EMILIO RANDACIO / larepubblica
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