Antonio Talevi, ex centrocampista della Juve Stabia dal 1992 al 1996, è intervenuto telefonicamente nel corso del programma “Juve Stabia Live”
Talevi (ex Juve Stabia): “Già nel 1994 la Juve Stabia meritava la Serie B”
Antonio Talevi, ex centrocampista delle Vespe nel periodo della presidenza Fiore dal 1992 al 1996, è intervenuto telefonicamente nel corso del programma “Juve Stabia Live” che va in onda ogni giovedì dalle 21 sulla omonima pagina Facebook, eccezionalmente questa settimana sulla pagina ViViCentro.it.
Le sue dichiarazioni sono state raccolte e sintetizzate dalla redazione di ViViCentro.it.
“Non avevamo solo il centrocampo ma anche un tridente con Onorato, Musella e Lunerti davvero micidiale. Quando abbiamo vinto il campionato di C2 eravamo molto più forti degli altri tanto che ci siamo ripetuti l’anno dopo sfiorando la Serie B. A Castellammare ho giocato gli ultimi 4 anni della mia carriera. Sono stati quasi gli anni più belli della mia carriera. Ho lasciato un pezzo di cuore lì. Allora lo stadio era sempre pieno e ci dava un grande supporto in tutto e per tutto.
L’anno prima della Juve Stabia ero alla Torres proprio con Marcello Prima. A Castellammare ho trovato anche moglie e oggi abbiamo anche una nipote. Castellammare è stato qualcosa di favoloso per me. Mi ha portato Fiore a Castellammare ma anche Gianluca Colavitto che aveva giocato con me alla Torres ha spinto molto per farmi arrivare. Non ho mai pensato ad altre squadre di categoria superiore. Mi ha convinto subito il progetto di Fiore e ho firmato subito. Anche Tonino Ercolano, mio grande amico, ha spinto molto per avermi a Castellammare.
Prima era un grande attaccante. Con quel fisico che aveva bastava dargli palla in area ed era molto bravo tecnicamente. Era un bravissimo ragazzo e un bravo calciatore.
Già nel 1994 meritavamo la Serie B. A Reggio Calabria successe qualcosa di strano con le ammonizioni a Colavitto, Amodio e De Simone che li estromise dalla finale. Anche io saltai la finale per uno stiramento. Se avessimo giocato con i titolari quella finale con la Salernitana, quella partita sarebbe finita diversamente. I calciatori granata erano impauriti al momento di entrare in campo al San Paolo. In una gara secca poteva succedere di tutto. Dispiace perchè già in quell’anno poteva arrivare la Serie B. Il presidente ci teneva tantissimo e anche col Savoia è accaduto nel 1999 qualcosa di anche peggio.
Senza pubblico neanche sembra calcio. Sembrano partite del giovedì di allenamento. Ora senza pubblico ci sono giocatori che senza pubblico vanno meglio mentre per altri è l’opposto. Il calcio vero è col pubblico. Alcune volte non hai voglia di guardare una gara senza i tifosi. Accade anche nelle gare di Champions League.
Ho visto la gara con l’Avellino della Juve Stabia. Le Vespe – continua Talevi – sono una bella squadra e hanno pareggiato contro una squadra come i lupi che sono partiti per vincere il campionato. Le Vespe avrebbero meritato anche la vittoria in quel caso.
Tanti ricordi mi legano a Castellammare. Prima della partita si rideva e si scherzava. Ci prendevamo in giro tra noi poi quando si andava in campo cambiava tutto e diventavamo molto seri e concentrati. Musella andava a fumare la sigaretta di nascosto alla fine del primo tempo per non farsi vedere dall’allenatore. Eravamo un gruppo grandissimo e molto unito. Fiore? Era molto superstizioso. Ogni giovedì veniva agli allenamenti e voleva ci fosse sempre la partitella di allenamento. Sapeva anche essere duro come quando siamo retrocessi dalla C1 alla C2 e ci fece tornare da Catania senza bus, tranne i più giovani. E’ stato un signore del calcio, ha sempre pagato tutti fino alla fine e si è sempre comportato benissimo con tutti”.
a cura di Natale Giusti
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