Fra le città di Castellammare di Stabia (Stabiae) e Siracusa (Syracusae) è nato ormai da più di trent’anni un gemellaggio sportivo i cui tifosi si sentono fratelli più che appartenenti a due città differenti. L’unione fra i due popoli è così forte che quando si incontrano tutto viene celebrato come una festa maestosa e dove vige gioia e fratellanza.
La storia ci ricorda che Stabiae (l’antico nome della città campana) e Siracusa ebbero un contatto in epoca molto remota. Se è quasi semplice ricostruire il passato dell’origine di Siracusa, questo non lo è per Castellammare, vista la famosa distruzione in epoca romana.
Nel 474/473 a.C. Gerone, tiranno di Siracusa fu chiamato in aiuto dai cumani per sconfiggere le scorrerie etrusche. Siracusa in quell’epoca era forte e maestosa, rispose quindi alle richieste di aiuto sconfiggendo presto gli etruschi. Stanziarono una guarnigione a Pitecussa che non durò molto a causa dell’attività eruttiva dell’isola. La domanda che sorge spontanea è: “Dove si spostarono le genti di Siracusa?”. In passato alcuni studiosi pensavano che questi stessi siracusani avessero avuto un ruolo fondamentale per la fondazione di Partenope, la futura Napoli. Oggi non si tende a dare credito a ciò, ma resta il problema di dove i siracusani si spostarono. Dalle testimonianze archeologiche sembrerebbe che Sorrento abbia per un periodo gravitato sotto le attenzioni di Siracusa. Da alcune informazioni archeologiche si evince inoltre che, in quel periodo Stabiae (non si conosce il nome greco della città) fosse influenzata da Sorrento e quindi forse, si potrebbe avanzare l’ipotesi che primi contatti tra Castellammare e Siracusa si ebbero in epoca greca. In seguito le sorti della città siciliana e di quella campana si separarono per diversi eventi storici (come l’arrivo degli Ateniesi).
Bisognerà aspettare l’epoca romana per registrare un ulteriore contatto fra i due popoli. Siracusa nel frattempo era stata occupata dai cartaginesi e suscitava le mire espansioniste di Roma.
Silio Italico nel suo poema i “Punica”, diviso in 17 libri, ricorda la II Guerra Punica. Silio nel suo XIV libro racconta l’assedio da parte di Marco Claudio Marcello, soprannominato la “Spada di Roma”, di Siracusa. Fin qui nulla di sbalorditivo se non che, ai versi 408-9, parla di Stabiarum Litore pubes. Infatti, un’intera nave che salpò alla volta di Siracusa era formata dalla gioventù dei Lidi di Stabia. I romani vinsero e anche qui la domanda sorge spontanea: “Dove andarono a finire gli stabiesi dopo che la Spada di Roma vinse nel fiume Imera?”. Marcello si stabilì in Sicilia, quindi è lecito pensare che una parte, seppur piccola, di stabiesi rimase nell’isola. A causa delle scarne informazioni si può solo ipotizzare, ma poco importa se stabiesi si siano stanziati in Sicilia o siracusani in Campania, la fratellanza fra i due popoli è comunque storia.
(Dionisia Pizzo)
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