Antonella Questa, autrice ed attrice allo stesso tempo, porta in scena il suo SVERGOGNATA, che continua a mietere più che meritato successo.
SVERGOGNATA, impietosa radiografia di un tradimento, in scena a Flero (BS)
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o spettacolo andato in scena ci ha fatto assistere alla classica metamorfosi di una donna sposata e tradita che, da goffa crisalide, si trasforma nella leggiadra farfalla capace di librarsi libera nell’aria. Libera di volare e di decidere dove, come e quando volare autonomamente. Ovidio ci avrebbe cavato una ulteriore pagina di poesia della sua incomparabile opera ed Antonella Questa ci ricava un indimenticabile spettacolo dove dolore ed ironia, sofferenza ed irriverenza, disagio e dissacrazione, liberazione e rinascita sono impastati ed intrecciati in modo inestricabile ma avvincente.
Si narra di una donna dell’opulenta società borghese, di nome Chicca, che vive una più che invidiabile vita di benessere e di mondanità: palestra, estetista, marito in carriera, figli in scuole di prestigio. Quando, casualmente, scopre dal cellulare che il marito la tradisce, ne resta addolorata come donna e va in crisi come moglie. D’improvviso si rende conto che il cliché del perbenismo borghese è solo apparenza. Le sue amiche, e perfino sua madre, non capiscono il suo dolore di donna che ama e si sente tradita. Tutte le consigliano di far finta di nulla e di continuare ipocritamente come se nulla fosse successo. O, al limite, rendere al marito fedifrago pan per focaccia, come la stessa madre candidamente le confessa in un drammatico colloquio rivelatore.
Lo spettacolo viene condotto su un palcoscenico chiuso da un fondale nero e poi assolutamente vuoto, se si eccettuano due paia di scarpe nere ed un piccolo scatolo rosso, che spostato continuamente, si presta a fare ora da pedana ora da mobile.
I personaggi che affollano la scena sono una decina, tra marito, figli, madre ed amiche varie, ma vengono tutti animati dalla straordinaria versatilità dell’unica attrice che dona loro concretezza scenica e vitalità drammatica. Sbalorditiva, in Antonella Questa, la sua abilità nel passare da un personaggio all’altro con assoluta scioltezza, con un continuo cambiamento di tono e timbro di voce, che ha quasi del virtuosistico. Il tutto condito con una padronanza linguistica della inflessione dei vari dialetti, dei quali si diverte, quasi, a darcene spassosi spezzoni di sicura efficacia, che a giudicare dai commenti in sala, il pubblico apprezza. Ma soprattutto quello che il pubblico coglie è la sua intensa empatia verso la sofferenza ed il dolore della protagonista Chicca.
Il grumo di dolore si scioglie quando Chicca, non rassegnandosi all’ipocrisia borghese della menzogna pur di salvare le apparenze della rispettabilità sociale, conosce una ex pornodiva che le svela senza eufemismi cosa significa per ogni donna la sessualità. E quindi la “inizia”, quasi, ai sacri misteri della conoscenza dei propri organi genitali, senza falsi pudori e senza ataviche vergogne. Come uno stoppino bagnato che fa fatica ad accendersi: prima si rifiuta, poi scoppietta ed infine si accende, anche Chicca, prima timidamente e poi man mano sempre con più naturalezza comincia a prendere confidenza con il suo corpo ed il suo animo. E lì capisce che la sua esistenza non si può realizzare nel tipo di vita borghese che aveva condotto fino ad allora. Ed ecco che durante un ricevimento per il loro anniversario di nozze, al brindisi ipocrita del marito lei risponde con un orgoglioso rifiuto del loro insincero matrimonio e si esibisce in uno spogliarello di fronte al pubblico degli invitati, come la sua amica pornodiva le aveva suggerito, per affermare il diritto alla sua legittima femminilità.
Dalla goffa crisalide ecco nascere la leggiadra farfalla, oppure l’Araba Fenice, capace di risorgere sempre meglio dalle sue ceneri.
Spettacolo giocato tutto al femminile, dove la Antonella Questa si muove da autentica mattatrice, capace di tenere la scena per quasi due ore senza una pausa, senza una esitazione, ad un ritmo più che sostenuto e con un linguaggio del corpo di immediata presa, frutto di studio assiduo e di intensa collaborazione con la coreografa Magali Bouze.
Scritto e interpretato da Antonella Questa, con la regia di Francesco Brandi e le coreografie di Magali Bouze, luci sapientemente dosate e governate da Erika Borella.
Lo spettacolo si inserisce nell’ambito della manifestazione “Impronte Teatrali – pressione bassa”, organizzata dal CTB e da Teatro Laboratorio, che si prefigge di agevolare ed incrementare – anche in provincia – la frequenza alla nobile arte del teatro.
La recensione si riferisce allo spettacolo SVERGOGNATA di sabato 19 ottobre.
Carmelo TOSCANO/ SVERGOGNATA, impietosa radiografia di un tradimento, in scena a Flero (BS)
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