La ’Strage della circonvallazione’ del 16 giugno 1982 a Palermo fu un attentato mafioso nel quale furono uccisi tre Carabinieri.
Ieri, alle ore 08:30 in via Ugo La Malfa a Palermo, nel 38° anniversario dell’eccidio, è stata deposta una corona di fiori alla lapide dei caduti in memoria del loro sacrificio.
Alla commemorazione, presenti il Comandante della Legione Carabinieri Sicilia, Generale di Divisione Giovanni CATALDO e il Comandante Provinciale, Generale di Brigata Arturo Guarino, sono stati resi gli onori ai militari.
La “Strage della Circonvallazione” è avvenuta a Palermo il 16 giugno 1982 in Viale della Regione Siciliana altezza civico 9201 (direzione Trapani), 500 metri prima dello svincolo per Sferracavallo.
Nell’eccidio rimasero vittime: l’Appuntato Silvano Franzolin, nato a Pettorazza (Rovigo) il 3 aprile 1941 (sposato con due figli), il Carabiniere Luigi Di Barca, nato a Valguarnera (Enna) il 10 aprile 1957 (che lasciò la moglie incinta della figlia) ed il Carabiniere Salvatore Raiti, nato a Siracusa il 6 agosto 1962, tutti in servizio presso la Stazione Carabinieri di Enna.
Obiettivo dell’attentato era il boss catanese Alfio Ferlito, che durante una traduzione dal carcere di Enna a quello di Trapani, morì nell’agguato insieme ai tre Carabinieri della scorta e al ventisettenne Giuseppe Di Lavore, autista della ditta privata che aveva in appalto il trasporto dei detenuti e che venne poi insignito della medaglia d’oro al valor civile.
La vicenda è stata inquadrata nel corso dei processi nello scontro che si era venuto a creare tra i Santapaola e i Ferlito per il predominio criminale sul territorio di Catania.
Quell’estate del 1982 fu una delle più sanguinose della storia di Palermo. Fu l’anno dei delitti eccellenti, come quello del segretario regionale del Pci Pio La Torre e del suo agente di scorta Rosario Di Salvo, ma anche l’anno dell’arrivo e della morte del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Tra i due delitti eccellenti, la mafia compì tantissimi altri omicidi e un vero e proprio agguato di tipo militare.
“La strage della circonvallazione” doveva essere un “favore” dei corleonesi di Totò Riina all’alleato catanese Nitto Santapaola, che voleva sbarazzarsi del boss rivale Alfio Ferlito. Il commando di sicari entrati in azione però non ammazzò solo Ferlito, ma anche i tre Carabinieri e l’autista che lo scortavano. La strada si trasformò in un lago di sangue.
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