Un Piano di conservazione per lo Stadio Flaminio di Roma, l’opera realizzata da Pier Luigi e Antonio Nervi per le Olimpiadi del ’60. Un Piano per valorizzare e mantenere nel tempo le peculiari caratteristiche architettoniche e costruttive dell’iconica struttura
Presentato il Piano per valorizzare e mantenere nel tempo le peculiari caratteristiche architettoniche e costruttive dell’iconica struttura Stadio Flaminio di Roma, l’opera realizzata da Pier Luigi e Antonio Nervi per le Olimpiadi del ’60
a href="https://vivicentro.it/author/mariadauria/">di Maria D’Auria
Roma- Mentre rischia di essere distrutto lo Stadio Artemio Franchi di Firenze, il Piano elaborato per lo Stadio Flaminio di Roma dalla Sapienza, è un vero modello per la manutenzione del patrimonio architettonico moderno.
Il Piano di conservazione è stato presentato nella Sala Protomoteca in Campidoglio con il contributo della Getty Foundation e con la collaborazione di Roma Capitale.
L’opera fu realizzata da Pier Luigi e Antonio Nervi assieme al Palazzetto, al Palazzo dello Sport e al Viadotto di Corso Francia per le Olimpiadi del ’60. Roma Capitale si è finalmente dotata di uno strumento che consentirà la valorizzazione e il mantenimento nel tempo delle peculiari caratteristiche architettoniche e costruttive di quest’iconica struttura.
“Il Piano di Conservazione era un passaggio fondamentale e propedeutico alla riqualificazione dell’impianto sportivo. Come Amministrazione abbiamo agito in questi anni per porre le basi affinché non solo lo Stadio, ma tutta la zona dell’area Flaminio-Villaggio Olimpico, possa vedere una rigenerazione urbana in termini di offerta di servizi sportivi, culturali, ricreativi, per favorirne il rilancio e la piena fruibilità da parte della cittadinanza”, dichiara la Sindaca Virginia Raggi.
Lo studio che ha portato alla realizzazione del piano è stato condotto dalla Sapienza Università di Roma, con i dipartimenti di Ingegneria Strutturale e Geotecnica, di Architettura e Progetto e di Storia, Disegno e Restauro dell’Architettura, da DO.CO.MO.MO.Italia e dalla Pier Luigi Nervi Project Association, grazie ad un contributo erogato dalla Getty Foundation.
Il Piano di Conservazione dello Stadio Flaminio pone le basi per il processo di riqualificazione della struttura, che potrà ritornare a far parte della vita della Capitale senza rischiare di perdere la propria identità. A capo del progetto di ricerca c’è Francesco Romeo: “Lo Stadio Flaminio, felicemente collocato in un contesto urbano di grande pregio, vanta un’ispirata qualità architettonica e costruttiva e riveste un ruolo storico-sociale unico per la città di Roma e per la nazione”, spiega. “Consapevoli della diversa natura di tali peculiarità, abbiamo declinato il piano di conservazione secondo un approccio multidisciplinare volto a riconoscere e proteggere il sistema di valori culturali, oggi minacciati, di cui il Flaminio è espressione”.
“Lo Stadio Flaminio è un alto esempio della maestria ingegneristica con la quale Pier Luigi Nervi modellava il calcestruzzo gettato in opera, e Getty è lieta di aver supportato il suo piano di conservazione, attraverso la nostra iniziativa Keeping It Modern“, afferma Antoine Wilmering, senior officer del programma presso la Getty Foundation. “Questo piano è parte di una serie di studi che la Getty ha finanziato per preservare importanti edifici del XX secolo in tutto il mondo, opere che riflettono la convinzione condivisa dell’umanità nel progresso e nell’innovazione. È stimolante vedere il sostegno civico che la moderna meraviglia di Nervi ha ricevuto nella Città Eterna e mi congratulo con gruppo di ricerca per aver completato un piano di prim’ordine per preservare lo stadio per le generazioni a venire“.
Il Piano di Conservazione è accompagnato da un modello HBIM (Heritage Building Information Modeling), uno strumento operativo che documenta lo stato di fatto e la storia degli interventi subiti nel tempo dalla struttura, prezioso sia come supporto agli interventi di restauro che per la gestione del programma di manutenzione dello stadio. “Uno dei motivi, se non il principale, dell’attuale stato dello Stadio Flaminio, così come di altri edifici italiani di Pier Luigi Nervi (es. Palazzo del Lavoro e il Salone delle Esposizioni di Torino), è la mancanza di procedure esemplari per guidare i progetti di restauro, riuso e soprattutto manutenzione del patrimonio architettonico moderno in Italia. Per questi stessi motivi rischiamo di perdere un’icona dell’architettura moderna italiana e internazionale lo Stadio Franchi di Firenze”, commenta Marco Nervi – nipote di Pier Luigi e presidente della associazione Pier Luigi Nervi Project – “con il piano di conservazione per lo Stadio Flaminio e la realizzazione del suo Heritage BIM abbiamo voluto portare un contributo al rispetto e alla valorizzazione dell’architettura del Novecento nel nostro paese”.
A supporto del Piano di Conservazione sono intervenuti sponsor tecnici che hanno contribuito attivamente alla realizzazione del rilievo 3D, del modello BIM e dell’analisi strutturale, fornendo strumenti e formazione del personale. Il Dipartimento Sport e Politiche Giovanili di Roma Capitale ha pienamente supportato il lavoro del gruppo di ricerca, permettendo un’analisi a tutto tondo della problematiche presentate dal complesso sportivo. Obiettivo futuro sarà quindi conferire all’impianto capitolino nuovamente lo splendore e la valenza che possedeva nel periodo della sua realizzazione, offrendo alla città uno stadio che possa essere un fulcro attrattivo non soltanto sportivo. “Appena insediati lo Stadio Flaminio ha rappresentato da subito una priorità per la nostra Amministrazione, – afferma l’Assessore allo Sport, Politiche Giovanili e Grandi Eventi Cittadini Daniele Frongia – l’impianto si trovava in un grave stato di abbandono, abbiamo cercato di dirimere le questioni amministrative in sospeso, i diversi contenziosi in atto, e, successivamente, abbiamo effettuato diverse bonifiche oltre alla messa in sicurezza della struttura con un impianto di sorveglianza attiva per evitarne ulteriori atti di vandalismo. Attualmente, grazie anche al Piano di Conservazione, siamo ottimisti: stiamo vagliando diverse proposte di partenariato e ci aspettiamo di portare ben presto a nuova vita il capolavoro di Nervi”.
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