Benvenuti nel Museo Archeologico di Castellammare di Stabia, testimone del fasto romano tra Vesuvio e Mare.Le nuove sale, raddoppiate e accattivanti, svelano reperti straordinari, offrendo un viaggio nel tempo tra opulente dimore e la rinascita di una città sepolta.
I Fasti dei Romani tra Vesuvio e Mare: Riapertura del Museo Archeologico di Stabia
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apoli – Un affascinante viaggio nel passato si profila con la riapertura del Museo Archeologico Libero D’Orsi di Stabia, evento previsto per domani, mercoledì 6 marzo.
Questo museo, arricchito da un’imponente ristrutturazione nell’ambito del Grande Progetto Pompei, promette di svelare la vita nelle sontuose ville romane tra il Vesuvio e il mare.Le rinnovate sale espositive, ora raddoppiate, ospitano oltre 500 reperti, consentendo ai visitatori di esplorare depositi precedentemente inaccessibili.
Il percorso museale, moderno e coinvolgente, si snoda nella suggestiva Reggia di Quisisana, il più antico sito reale borbonico con sette secoli di storia.Oltre a essere un museo, la Reggia è diventata anche un centro di ricerca e formazione archeologica.
Secondo Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei, il Museo di Stabia è un autentico polo culturale di richiamo internazionale, valorizzando il territorio stabiano non solo per le opere d’arte esposte, ma anche come centro di ricerca.Le novità per i visitatori sono molteplici: dai reperti restaurati alle installazioni multimediali che rivivono la storia del sito e degli scavi, fino ai paesaggi lussureggianti amati dai Romani, accuratamente ricostruiti.
Un elemento affascinante è rappresentato dai 125 reperti recentemente recuperati dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, restituiti al Parco Archeologico di Pompei.L’esposizione comprende dipinti murali, marmi, decorazioni e oggetti di uso quotidiano in bronzo e ceramica, originariamente presenti nelle lussuose triclini e cubicola di Stabiae e dintorni.
Un accordo con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli permette la prima esposizione congiunta di reperti risalenti agli anni Cinquanta e quelli rinvenuti in epoca borbonica, tornati a Stabia dopo 250 anni.Particolare risonanza avranno gli apparati decorativi delle ville marittime di Varano, riprodotti attraverso moderne proiezioni multimediali.
Questi paesaggi includono Ischia, Capri, la penisola sorrentina, Capo Miseno e le montagne circostanti, offrendo uno sfondo vivido agli antichi ambienti ricostruiti.A differenza di Pompei ed Ercolano, Stabiae rivive dopo l’eruzione del 79 d.C., grazie alla sua posizione centrale nella rete viaria dell’epoca, evidenziata dal carro ritrovato con cavalli nelle rampe di Villa Arianna.
La storia del ritorno alla vita è narrata da reperti sotto il Duomo di Castellammare di Stabia, risalenti al II e III secolo, accompagnati da un’installazione interattiva.