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cavi dell’antica Stabiae, “Museo” Antiquarium Stabia e poi: Terme, reperti risotterrati in Piazza Unità d’Italia, lungomare in perenne rovina. Altro?
STABIA: da Perla del Golfo a perle date ai porci, e non sono cittadini
Correva l’anno 2015 e l’11 giugno, nella Sala dei Convegni del Palazzo Reale di Quisisana, si tenne un convegno per promuovere il Sito Archeologico stabiese ed il Museo di Stabiae oltre che per parlare di possibili progetti di rilancio, sia degli Scavi che del Museo, prospettando una sinergia tra la Soprintendenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia, il Comitato per gli scavi di Stabia, la Città di Castellammare e l’Azienda di cura soggiorno e turismo di Castellammare, enti promotori del convegno titolato, appunto, “La sfida della cultura. Progetti e prospettive per gli scavi e il Museo di Stabiae”.
L’analisi e la discussione includeva anche l’inestimabile collezione archeologica dell’Antiquarium stabiano per cui, speranze tante ma poi.
Poi eccoci giunti a metà ottobre 2019, più di quattro anni quindi dalle “chiacchiere”, ed eccoci qui ad attendere ancora il quanto sembrava partito, o che potesse partire dopo quel convegno, ma che invece si è subito sgonfiato per cui, quella che avrebbe potuto e dovuto essere una lunga e magnifica maratona, è stata a stento l’alzata del…. dalle sedie del convegno stesso per cui, come sta testimoniando lo studioso Pierluigi Fiorenza in una sua articolata collaborazione con il giornale Il Roma, il “tesoro” dell’Antiquarium Stabiese, anziché brillare e dar lustro alla Città attirando anche turisti amanti dell’arte, giace abbandonato in una cantina umida e di sicuro per niente adeguata nemmeno alla corretta conservazione, e preservazione, di reperti archeologici di quel tipo e valore.
Che dire.
Lo studioso parla di una «Caporetto della politica stabiese» e di almeno 8.000 pezzi abbandonati come se fossero materiale da risulta, o poco più.
Io, più modestamente e da cittadino stabiese quale nacqui e resto, mi permetto di dire che, a Caporetto, almeno ci fu chi scese in campo anche se poi arrivò la sconfitta. A Stabia invece, i politici stabiesi (o stabiani che dir si voglia), più pavidamente e da anni, lustri, nemmeno mai realmente hanno pensato di scendere in campo per una qualsiasi battaglia, per una qualsiasi cosa. Sono sempre rimasti ben asseragliati ed assisi sulle poltrone di Palazzo Farnese. Da qui mi viene di dire che mi sembra improprio e finanche offensivo paragonare il loro operato, ed operare, a quello che portò alla sconfitta di Caporetto: loro almeno ebbero il coraggio di scendere in campo, questi…. ma anche no.
E questa è oggi Stabia.
Da Regina delle Acque e Perla del golfo, ad ormai poco più che vasciaiola ma si può essere certi che, così continuando, in breve riuscirà ad essere anche molto meno.
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