“C’è un inasprimento eccessivo sul calcio”
Non accenna a placarsi la polemica sulla ripresa della Serie A con le tifoserie unite nel chiedere la sospensione e le società, con il ministro per le politiche giovanili e lo sport del Governo Vincenzo Spadafora, intenzionate a studiare un piano dettagliato per permettere la sicurezza anti contagio a tutti i calciatori.
Ecco quanto dichiarato dal ministro Spadafora:
“In Italia si sono fermate tutte le competizioni e le attività sportive: sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria ho mantenuto rapporti costanti con tutti gli organismi sportivi a partire dal CONI e da tutte le federazioni, le associazioni dilettantistiche e tutte le realtà che potessero dare al Governo una immediata percezione. Mi sono tenuto in collegamento con tutti gli altri ministri europei per cercare di condividere una linea comune. Che fosse necessario fermarsi l’abbiamo capito da alcuni rinvii simbolici, quali le Olimpiadi o il Giro d’Italia e l’Europeo. La linea del Governo è quella della tutela della salute, le immagini dei morti sono ancora vive: nel dpcm del 4 maggio abbiamo ripreso con l’attività motoria per tutti gli italiani, e con gli allenamenti degli sport individuali per gli atleti di interesse nazionale che avevano urgenza di tornare ad allenarsi in vista delle grandi gare.
Abbiamo lavorato in queste settimane per dare risposte al mondo dello sport, anche se l’attenzione si è concentrata di più sul calcio: come ministro per lo Sport sono consapevole dell’importanza sociale ed economica del calcio, sarebbe paradossale se non ne riconoscessi l’importanza dati alla mano. Dà al fisco oltre un miliardo di euro, ma ho trovato eccessivo ed incomprensibile l’inasprimento del dialogo governativo e mediatico, anche agli occhi degli italiani che pensano alla salute. Ieri sono arrivate le valutazioni del comitato tecnico-scientifico sul protocollo FIGC, ne cito tre: in caso di positivo tutta la squadra andrà in quarantena, responsabilità notevole per i medici delle società, attenzione al numero dei tamponi fatti che non impattino sulle esigenze generali dei cittadini.
Le osservazioni del CTS saranno prese in considerazione dalla FIGC per consentire la ripresa degli allenamenti dal 18 maggio, nei prossimi giorni discuteremo sul campionato: la Serie A, se riprenderà come tutti auspichiamo, lo farà dopo una serie di azioni e protocolli che avremo svolto e che avranno consentito la sicurezza per tutto e tutti quanti che ne saranno coinvolti. Non era possibile in nessun modo decidere per fretta irresponsabili o spinte strumentali: che il quadro non consentisse fughe in avanti era evidente. L’incertezza non ha caratterizzato solo l’Italia, chi ha deciso subito una data è solo chi ha bloccato tutto come Francia o Olanda.
Abbiamo spesso visto cambiare idea giornalisti e presidenti di Serie A, un cambio legittimo visto anche l’evolversi della situazioni. Non ci siamo fatti condizionare dalle pressioni, in questi giorni ci si è chiesto perchè non chiudere i supermercati, in relazione al calcio, se una cassiera risulta positiva: sel supermercato si mantengono i distanziamenti e si usano dispositivi di protezione, il calcio come sport di contatto non consente di mantenere distanze e permette assembramenti. Da qui nasce la necessità dell’autoisolamento: non si può contestare e non si può sottovalutare questo problema che ha portato già diversi calciatori in quarantena.
La sottovalutazione del problema ha portato alla quarantena di diversi club di Serie A, vorremmo evitare di ritrovarci in questa situazione. Siamo tutti consapevoli che terminare il campionato nasce da indiscutibili ragioni economiche, dagli introiti tv passa anche la sopravvivenza di club fortemente indebitati. Lo sport non è solo calcio, tutti gli altri devono riprendere gli allenamenti e proponiamo ulteriori linee guida, a partire da quello di base ed i centri dalle palestre ed i circoli sportivi. Proporrò la riapertura di tutte le attività entro il 25 maggio, magari anticipando col comitato tecnico-scientifico ma non oltre il 25″.
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