I
commissari straordinari di Castellammare di Stabia hanno ottenuto il rinvio dell’incontro per la presentazione del progetto del “sottopasso di via Nocera”.
Sottopasso di Via Nocera, rinviato l’incontro con l’EAV
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L’incontro, inizialmente programmato per il 6 luglio al teatro “Supercinema” verrà riprogrammato in seguito alla richiesta, sottoscritta da diversi esponenti locali di forze politiche, condivisa dall’associazione ASCOM e da altre associazioni, di rinvio dell’incontro pubblico per permettere di fare maggiore chiarezza sul progetto.
Massima trasparenza
L’intenzione dei commissari straordinari sembra sia quella di chiedere all’EAV maggior chiarezza e trasparenza circa il progetto del sottopasso, si legge infatti in una nota ufficiale di palazzo Farnese: “nella sicura convinzione che la conoscenza e la partecipazione siano presidi irrinunciabili del metodo democratico la commissione prefettizia rivolgerà formale invito all’EAV a voler depositare, per un periodo congruo, il progetto definitivo relativo al “Sottopasso di via Nocera” presso la casa comunale affinché chiunque ne abbia interesse tra i cittadini, i partiti e movimenti politici, le associazioni, le categorie e gli ordini professionali, ne possa prendere visione e formulare, se ritenuto, osservazioni o richieste di chiarimenti utili al dibattito che si sta sviluppando sulla materia di cui si tratta”.
Il fronte del “No”
Se il commissario sembra ancora incerto sul da farsi, la cittadinanza si è schierata apertamente contro la realizzazione del progetto che, secondo i cittadini, andrebbe a peggiorare una viabilità già in crisi.
Molti anche i commercianti che si sono uniti nel fronte del “no”, preoccupati dall’isolamento in cui potrebbe vertere la zona in caso di realizzazione del progetto.
Anche la politica è scesa in campo contro il progetto EAV: in particolare l ‘On. Gaetano Amato qualche giorno fa ha presentato un’interrogazione parlamentare indirizzata al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano al quale si chiede di intentare un’azione risarcitoria sull’Eav per i danni sin qui causati e ha annunciato la presentazione di un esposto con cui “si chiederà la chiusura e il sequestro cautelativo del cantiere nonchè la verifica degli altri cantieri Eav aperti o completati. Parallelamente a questo si valuta un esposto alla Corte dei Conti che accerti e quantifichi i danni causati a tutt’oggi e lo spreco di danaro pubblico riversato in opere illegittime. Ovviamente chiedendo il risarcimento dei danni ai responsabili. Chiederemo in più di verificare i rimborsi che Eav sta corrispondendo a certe ditte amiche per verificare se siano regolari o meno“.
Questo il testo dell’interrogazione parlamentare promossa dall’On. Gaetano Amato:
“Per sapere – premesso che:
In data 23/06/2023 il TAR della Campania, relativamente ad un ricorso proposto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, dall’Agenzia del Demanio, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e dal Parco Archeologico di Pompei avverso la società campana Eav e il Consorzio Ferroviario San Giorgio-Volla Due, ha pronunciato una sentenza avente ad oggetto un decreto di occupazione d’urgenza emesso da Eav in data 12 novembre 2019.
In particolare, Eav aveva effettuato un’occupazione d’urgenza di alcuni siti per l’esecuzione dei lavori di completamento del raddoppio della linea ferroviaria Torre Annunziata-Castellammare e del raddoppio della tratta Via Cosenza-Castellammare Centro.
Tuttavia, atteso che negli anni sia lo Stato che il Parco Archeologico di Pompei hanno acquisito coattivamente numerosi terreni ubicati sulla collina di Varano al fine di eseguire indagini archeologiche volte a valorizzare l’intera area, Eav ha espropriato alcune aree demaniali in uso al Parco e al Ministero della Cultura senza che sia stato previamente oggetto di un provvedimento di sdemanializzazione. Si puntualizza che ai sensi del Dlgs n. 42/2004 i beni del demanio culturale non possono essere alienati né formare oggetto di diritti a favore di terzi e che ai sensi del D.P.R. 327/2001 i beni appartenenti al demanio pubblico non possono essere espropriati fino a quando non ne viene ronunciata la sdemanializzazione. Pertanto, il TAR ha accolto il ricorso dei proponenti, avverso Eav e il suddetto Consorzio
(concessionario dell’indicata opera pubblica) col conseguente annullamento degli atti impugnati, limitatamente alle particelle non oggetto del provvedimento di annullamento in autotutela del decreto di occupazione.
Più specificamente, il TAR ha dedotto vizi di violazione di legge ed eccesso di potere sotto il profilo della carenza di motivazione, dell’irragionevolezza e dell’ingiustizia manifesta per violazione degli articoli: 7 di cui alla legge n. 241/90, 16 di cui al D.P.R. n. 327 del 2001 e dell’articolo 11 di cui al D.P.R. n. 327 del 2001, in quanto ai ricorrenti non è stato comunicato alcun avvio del procedimento d’occupazione d’urgenza, né di quello espropriativo, in chiara violazione delle regole di partecipazione procedimentale. In data 28 giugno 2023, Eav con un comunicato stampa dichiara che “la sentenza del TAR ha annullato, limitatamente alle particelle in oggetto, i provvedimenti impugnati. La sentenza non alcun impatto sulle altre aree oggetto dei citati provvedimenti e i lavori possono legittimamente proseguire senza alcuna interruzione.
Ciò premesso, si chiede di sapere:
se al fine di tutelare e valorizzare le aree interessate dai lavori di Eav, il Ministro in indirizzo condivida l’opportunità di chiedere il sequestro cautelativo del cantiere, al fine di acquisire le ulteriori particelle non demanializzate, rendendole così non espropriabili e se condivide l’opportunità di inviare degli ispettori nei cantieri che insistono sulle particelle non demaniali al fine di verificare se sussistono delle irregolarità;
se, atteso che il Ministero della Cultura avrebbe potuto perseguire un lavoro di valorizzazione del patrimonio storico-culturale delle aree interessate dall’esproprio illegittimo, condivide ’opportunità di rivalersi contro Eav per danno emergente e lucro cessante”.
Vincenzo Esposito