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Sostegno al reddito, pronto il progetto di legge in Lombardia

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ilano, 7 mar. – Un aiuto concreto per anziani con pensione minima, giovani coppie e famiglie in difficoltà economiche, lavoratori esodati o inoccupati tra i 15 e i 29 anni di età. Queste le principali categorie di cittadini lombardi a cui si rivolgono gli strumenti che Regione Lombardia vuole mettere in campo attraverso il progetto di legge sul Sostegno al reddito. Questa sera si sono ufficialmente chiusi i lavori del tavolo ristretto, coordinato dal Presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo, che aveva come obiettivo la predisposizione di una bozza di proposta di legge da trasmettere alle Commissioni. Erano presenti i capigruppo Massimiliano Romeo (Lega Nord), Stefano Bruno Galli (Lista Maroni) e Stefano Buffagni (M5S) e l’assessore regionale, Giulio Gallera. PD e Patto Civico hanno inviato una comunicazione per motivare l’assenza dal tavolo, riservandosi il confronto in Commissione. L’articolo 2 della bozza di provvedimento prevede per i destinatari “anche criteri di residenzialità” da definire con i provvedimenti di Giunta.

Tredici, in questo momento, gli articoli del provvedimento che ha come proprio manifesto programmatico “azioni di contrasto alle forme di povertà e di marginalità economica, al fine di superare le situazioni di esclusione o di esposizione al rischio di esclusione sociale dei singoli o delle famiglie e il recupero dell’autonomia dallo stato di bisogno”. Le misure pensate intervengono in ambito sociale, assistenziale, sanitario (voucher, agevolazioni ed esenzioni, contributi), ma anche attraverso la formazione professionale e l’inserimento o re-inserimento lavorativo.

Pd: compromesso al ribasso. Brambilla: “Non ha nulla a che vedere con reddito da cittadinanza”

Il gruppo di lavoro sul reddito di autonomia ha concluso i suoi lavori producendo un testo che ora sarà sottoposto alle commissioni. Un testo che il capogruppo del Pd in Consiglio regionale lombardo Enrico Brambilla ha giudicato “un’inutile accordo al ribasso che nulla ha a che fare con il reddito di cittadinanza. È piuttosto una delega in bianco alla giunta per mettere in campo quelle misure che peraltro ha già approvato senza alcun bisogno di una legge. Il tutto – si legge in una nota – con la firma anche del M5S, sempre più alleato di Maroni. L’unico risultato evidente è che nonostante i proclami la Lega non ha potuto inserire il vincolo della cittadinanza”.

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