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SOPRAVVIVENZA – Il diritto di avere fame

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Rubare per fame, povertàSopravvivenza – Roman Ostriakov, senzatetto ucraino di trent’anni e novello miserabile alla Jean Valjean, si era preso sei mesi di carcere per avere rubato due pezzetti di formaggio e un pacchetto di würstel in un supermercato di Genova. Ma la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza, sostenendo che non è punibile chi ruba piccole quantità di cibo spintovi dall’appetito. Come cantava Fabrizio De Andrè in «Nella mia ora di libertà» (ASCOLTA): «Ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame». 

P

er i giudici supremi il diritto alla sopravvivenza prevale su quello di proprietà. In America sarebbe una bestemmia e anche qui qualche benpensante parlerà di legittimazione dell’esproprio proletario. In realtà la situazione è parecchio cambiata dagli Anni Settanta, quando a saccheggiare impunemente i supermercati in nome del proletariato erano i figli di papà, che infatti prelevavano caviale e champagne. Adesso non si ruba più per inseguire un’idea, ma per riempire lo stomaco. E a compiere gli espropri sono proletari veri. Veri e affamati. Anche in passato esisteva una quota di esclusi: sfortunati e balordi, disoccupati e inoccupabili. Ma grazie al benessere diffuso e a uno Stato materno e spendaccione, la società italiana riusciva a farsene carico. Non si era ancora sfaldata in tante solitudini, tenute a bada sempre più a fatica dalle associazioni di volontariato. La sentenza della Cassazione anticipa il reddito di cittadinanza e ricorda a tutti che in un Paese civile nemmeno il peggiore degli uomini può morire di fame.

vivicentro.it-opinione / lastampa / SOPRAVVIVENZA – Il diritto di avere fame (Massimo Gramellini)

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