Silvio Garattini, scienziato, farmacologo di fama internazionale, Presidente dell’Istituto Mario Negri di Milano, conoscendo costi, benefici ed effetti collaterali di ogni medicinale, e’ convinto che un buon 50% di essi, siano non solo inutili, ma dannosi alla salute dei cittadini.
span style="font-size: large;">Una tale affermazione non sara’ andata a genio alle case farmaceutiche, visto che il mercato del farmaco non ha mai avuto stasi, anzi, in questi ultimi anni ha raggiunto fatturati da record.
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Centinaia sono i farmaci che “dovrebbero” in base alle complessita’ delle loro molecole, risolvere definitivamente tanti nostri problemi di salute.
Torniamo indietro nel tempo di una 60ina d’anni
Come non ricordare che nelle nostre case vi erano vere e propria farmacie, i medicinali erano stipati dappertutto, e una volta scaduti, non finivano nelle pattumiere, ma venivano conservati gelosamente. Solo dopo un attento esame delle confezioni, ci si rendeva conto che la maggior parte di essi era non piu’ utilizzabile.
Lo spreco e’ durato anni e anni, visto che i medicinali erano a costo zero, non esistevano ancora né i ticket, ne’ quelli a totale carico dei cittadini, ne’ tantomeno gli equivalenti a basso costo.
La parentesi e’ stata aperta per affermare che il consumo di farmaci, incide con un fatturato annuo che supera i 22 miliardi di euro, pesando sulla nostra economia in maniera ponderante.
Un supermercato ridondante e caotico nel quale, ora, si sta cercando di fare pulizia: entro i prossimi sei mesi, su richiesta del Ministro della Salute Giulia Grillo, entrerà in vigore il nuovo Prontuario farmaceutico revisionato dalla Commissione del ministero della Salute di cui Garattini fa parte. Obiettivo? eliminare sia il futile che l’inutile, risparmiando miliardi.
Il viaggio dei medicinali
Oggi i medicinali vengono approvati a livello europeo, dall’Ema, la legislazione europea dice che devono garantire tre cose: Sicurezza – Efficacia e Qualità.
Ma non parla della cosa più importante, del valore terapeutico aggiunto, che per il momento non viene richiesto. Tutti i nuovi farmaci approvati vengono riversati sul mercato di ogni Paese. L’Aifa, in Italia dovrebbe prendere da questo catalogo ciò che davvero serve, invece prende quasi tutto, con il risultato che, abbiamo un mercato intasato. Con lo stesso principio attivo possiamo avere anche dieci prodotti con nomi e prezzi diversi.
Quindi un farmaco appena approvato, può anche essere peggio o non meglio di altri, ma l’importante e’ che ci “sia”.
Il problema è che, dietro questa ridondanza, ci sono le pressioni delle ndustrie, delle associazioni dei malati, che spesso sono spinte dalle aziende, e le aspettative degli stessi pazienti.
Continuando nella sua dissertazione il Prof. Garattini ha preso in considerazione alcuni medicinali di uso comune come il Valsartan, che si utilizza in campo vascolare, l’alendronato, per prevenire l’osteoporosi, l’ibuprofene come antiinfiammatorio, poi ha nominato alcuni analgesici e antidolorifici, le statine contro il colesterolo, sciroppi e fluidificanti per la tosse, paracetamolo antiacidi, colliri, e infine ha parlato della Vitamina D e della Moc.
Su tanti prodotti ha avuto da ridire, solo per fare alcuni esempi ha parlato dei fluidificanti per la tosse, che per lui non servono a granché, per fluidificare basta bere acqua. Anche per epatoprotettori che servono a proteggere il fegato, non ci sono evidenze scientifiche sulla loro efficacia. Anche per chi prende le statine per contrastare il colesterolo alto, cosi’ si e’ espresso :
“Nel rischio di infarto cardiaco bisogna tenere conto di tanti fattori, il colesterolo è solo uno di questi, va considerato in un contesto. Agli anziani poi dare le statine è rischioso perché i danni sono spesso superiori ai vantaggi. Inoltre, quello che stanno facendo è ridurre i livelli di normalità: 30 anni fa il livello di colesterolo nel sangue a 240 era considerato normale, poi si è passati a 220, adesso si dice «il più basso possibile». Chiaro che se prevalgono queste idee diventiamo tutti malati”.
Anche per quanto riguarda la pre – ipertensione il Prof. ha le idee abbastanza chiare nell’affermare che :
“Un tempo, 120 di glicemia era ritenuto normale, si consigliava magari di migliorare lo stile di vita, di fare più esercizio fisico che abbassa la glicemia. Oggi invece lo si definisce pre-diabete, ma questo fa passare l’idea che siamo tutti malati prima di esserlo, e ci spinge a consumare farmaci”.
Per ultimo ha parlato della Vitamina D, e degli integratori per il calcio, farmaci che vengono somministrati regolarmente appena una donna entra in menopausa.
Queste le sue testuali parole:
La vitamina D e gli integratori non diminuiscono né le cadute né le fratture, possono solo modificare la densità ossea, ma non cambia il risultato finale. Eppure si spendono 280 milioni all’anno di vitamina D e derivati e vengono prescritti quasi a tutti.
E non finisce qua :
La Moc, l’esame per stabilire la densità ossea di una donna in menopausa, prende come riferimento la densità delle ossa di un uomo giovane, quindi l’esito indichera’ sempre una fragilita’.
Parlando della cardioaspirina……..
Adesso c’è la tendenza a prescrivere a una persona anziana, ma sana la cardioaspirina, ma non va bene, visto che i dati hanno dimostrato che i danni sono superiori ai benefici.
Cosa dire ancora, fare un uso sconsiderato di medicinali non va bene, visto che spesso fanno male in primis alla salute e per “contorno” anche alle tasche.
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