Oggi 14 ottobre allo stadio Massimino di Catania si è disputato il match tra Sicula Leonzio e Juve Stabia. In campo abbiamo visto due squadre molto equilibrate, infatti il match è terminato con un pareggio a reti inviolate. Unico episodio eclatante della gara è stato quando al 13 minuto viene fischiato un calcio di rigore in favore della Sicula Leonzio, annullato per le modalità di battuta.
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uesto è lo sfogo del presidente della Leonzio Giuseppe Leonardi
“Se questo è il calcio e la Leonzio deve retrocedere, me lo venissero a dire in faccia. Noi non siamo tra le potenti del campionato, quindi se voglio farci fuori dai giochi devono dircelo ora, altrimenti con i miei soldi preferisco fare del bene ai bisognosi. L’arbitro sa benissimo di aver sbagliato, infatti quando gli ho chiesto spiegazioni balbatteva e non sapeva cosa rispondermi. Non è mio costume parlare male degli arbitri, ma in questo caso un’intervista bisognerebbe farla a lui perché quello che si è visto oggi è stata una vergogna.
Forse è successo questo perché ci chiamiamo Leonzio? Io mi auguro che il signor Paterna non arbitri mai più nella sua vita, perché non è in grado di farlo. Se fosse successo questo episodio avremmo potuto vincere anche 3 a 0, perchè la Juve Stabia ha giocato solo gli ultimi minuti.
Un altro fattore fondamentale è aver giocato a Catania, sono stanco di queste ingiustizie, di spendere tanti soldi e poi ci si mette anche l’arbitro. Cosa potrei fare? Chiamare la Lega e dirle che ha arbitri scarsi? Non ci sono giustificazioni, anche se l’arbitro ha detto che è stata passata la palla indietro ad Arcidiacono. È pura follia non conoscono i regolamenti, la Leonzio ha fatto un’ottima gara e avrebbe meritato di vincere.
Ma dobbiamo dire che siamo stati idioti a provare una cosa del genere, in quanto queste giocate vengono fatte in Champions League e da grandi campioni. Non ci sono attenuanti però tu arbitro non puoi stravolgere il regolamento. Ormai è da inizio campionato che stiamo subendo torti, sono stanco e chiedo alla Lega di essere tutelato”.
A cura di Andrea Afano
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