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Etna, neanche il vulcano più alto d’Europa sfugge alla regola delle parentopoli

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Anche per fare la guida sul vulcano pare sia necessaria la raccomandazione

Già c’era stata un’interrogazione della deputata regionale del Movimento 5 Stelle Angela Foti, che con una interrogazione, nel maggio scorso aveva denunciato al Governo regionale le presunte irregolarità sul bando- corso per Guide Vulcanologiche svolto alcune settimane prima e sul quale già pendevano le denunce dei partecipanti esclusi. Scriveva la Foti che “Il Collegio Regionale delle Guide Alpine e Vulcanologiche della Sicilia – spiega Angela Foti – è disciplinato da un’apposita legge nazionale. Tra il 2016 e il 2017 la Regione Siciliana, tramite l’assessorato al Turismo, ha emanato due bandi/corsi per il conseguimento dell’abilitazione alla professione di Guida Vulcanologica. Ebbene, da numerose segnalazioni e da fonti di stampa, è emerso che su quel concorso, pendono possibili irregolarità, mancanza di trasparenza e par condicio che riguardano le prove che è a tutti gli effetti un concorso pubblico costato peraltro 250 euro a ciascuno dei 104 partecipanti. A questo punto – sottolinea Foti – sarebbe auspicabile che la Regione costituisca una Commissione di Indagine con la sospensione degli esiti delle prove, per fare luce sulle circostanze denunciate. La Regione Siciliana sia garante della imparzialità della Pubblica Amministrazione, a difesa dei diritti e delle legittime aspettative di tutti i cittadini siciliani”.

La stessa Procura di Catania aveva aperto un’inchiesta per una sospetta parentopoli sui 20 ammessi al corso di formazione per diventare nuove guide vulcanologiche. Si trattava delle uniche figure autorizzate a condurre turisti fino ai crateri dell’Etna e di Stromboli. I carabinieri, su mandato del procuratore Carmelo Zuccaro, hanno acquisito gli incartamenti delle prove fisiche svoltesi il 3 maggio nel bosco Ragabo, sul versante nord dell’Etna. L’indagine era stata avviata a seguito di un esposto di più di uno dei 104 concorrenti poi non risultato tra gli ammessi al corso che segnalavano anomalie nello svolgimento del concorso.

Ora anche Fabio Cantarella, responsabile Enti locali della Lega in Sicilia, e Vasco Agen, dirigente del partito, affermano che «Dalle carte dell’inchiesta sul sistema di intrecci imprenditoriali e politici che tenevano in ostaggio l’Etna emergono gravi ombre sull’ultimo concorso per guida vulcanologica che confermerebbero i sospetti degli esclusi e di alcuni organi di stampa su favori nei confronti di amici e parenti … Ci aspettiamo che anche l’assessorato regionale al Turismo batta un colpo e che, prendendo atto degli elementi emersi dall’inchiesta, avvii un’indagine interna accurata che possa anche aprire una riflessione sul sistema di accesso alla professione».

Qualche giorno addietro La Guardia di Finanza ha messo agli arresti domiciliari cinque persone nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Catania sulla “gestione monopolistica delle escursioni sull’Etna“. Tra loro l’imprenditore Francesco Augusto Russo Morosoli, di 41 anni, e il dirigente dell’area tecnica del Comune di Linguaglossa, Francesco Barone, di 65, indagati per turbata libertà degli incanti e corruzione. L’inchiesta riguarda la gara per “l’affidamento del servizio di trasporti a fini turistici sul versante Nord dell’Etna, con pista rotabile di Piano Provenzana, dal 2016 al 2018” e per “l’affidamento in concessione di un immobile del Comune a Monte Conca nel 2018”. Morosoli è anche indagato per “estorsione ai dipendenti dell’emittente Ultima Tv”, di cui è editore, e per evasione fiscale. Ai domiciliari anche il sindaco di Bronte Graziano Calanna, di 47 anni, per istigazione alla corruzione per la gara sulla manutenzione dell’acquedotto comunale e lo sfruttamento dell’energia elettrica prodotta. Con l’imprenditore, che gestisce gli impianti di risalita sull’Etna, sono stati posti agli arresti domiciliari anche due dirigenti della ‘Russo Morosoli Invest Spa’: Agatino Simone Lo Grasso, di 46 anni, e Salvatore Di Franco, di 58. Il Gip ha inoltre sospeso dai pubblici uffici Orazio Di Stefano, funzionario dell’Ente Parco dell’Etna, per corruzione e rivelazione di segreti del proprio ufficio, e di Alessandro Galante, poliziotto in servizio alla Questura di Catania, per concorso nel reato di turbata libertà degli incanti per l’immobile di Monte Conca. Militari della Guardia di Finanza di Catania e di Riposto stanno sequestrando beni per 690mila euro riconducibili a Russo Morosoli e alla sua società. Le Fiamme gialle stanno inoltre eseguendo perquisizioni domiciliari nei confronti di 18 indagati per l’accertamento di ulteriori episodi illeciti emersi nel corso delle indagini, le cui posizioni sono al vaglio della Procura di Catania. Nell’inchiesta sono confluite intercettazioni telefoniche, ambientali e video, pedinamenti e appostamenti e l’analisi di documenti acquisiti negli Enti locali coinvolti. Le indagini, secondo la Procura, hanno reso fatto “luce su una sistematica indebita interferenza nel regolare svolgimento delle procedure di gara ad evidenza pubblica gestite dal Comune di Linguaglossa negli anni 2016, 2017 e 2018” nel “quadro di un contesto caratterizzato da una gestione monopolistica del settore da oltre 20 anni delle escursioni nei versanti Nord e Sud dell’Etna da parte delle aziende riconducibili a Russo Morosoli, Star Srl e Funivia dell’Etna Spa (oggi Rusoo Morosoli Invest Spa)”. E’ emerso inoltre che il sindaco di Bronte chiedeva ad un’azienda interessata all’affidamento della gestione della manutenzione e sfruttamento dell’energia elettrica prodotta dall’acquedotto comunale di “prevedere nel piano dei pagamenti di spesa da far approvare al Comune un aumento del valore di 20.000 euro del costo del collaudo”. Soldi che, accusa la Procura, Calanna voleva per sé. Richiesta rifiutata dall’imprenditore (ANSA).

L’opinione.

Passano i decenni e non cambia mai nulla. L’Italia e la Sicilia si fondano notoriamente sul clientelismo, raccomandazione, voto di scambio mafioso e sociale, nepotismo, mercimonio, concubinaggio, inganno, ingordigia, estorsione fiscale, spreco, sperpero, corruzione specialmente legalizzata, delinquenza, impotenza forzosa del cittadino, nonché assoggettante e farraginosa politica e burocrazia. E ciò notoriamente, dagli scranni più alti all’ultimo sgabello del sistema pubblico-politico italiano. Tutto questo tanto risaputo quanto altrettanto dissimulato ed eluso da ritrita retorica giuridico-intellettuale. Di tutta evidenza però, non può essere solo la mimetizzata ipocrita cultura italiana a rinnovare una tale suppurata inciviltà mentale, bensì sono anche le leggi mendaci, deliberate negli anni da trasversali interiormente disonesti Governi nazionali e regionali con rispettive Maggioranze tanto menzognere quanto conniventi, il tutto anche favorito da sparse omertose Istituzioni e Palazzi vari ormai incancreniti, compiacenti e convittuali. Come se ne può uscire una volta per tutte ?

Intanto in questi giorni  il vulcano innevato offre anche spettacolo con una eruzione sommitale.

A

dduso Sebastiano

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