Il Vicepresidente della Sicilia, ma anche Assessore regionale all’economia che controlla Riscossione Sicilia
Ieri Repubblica scriveva “Conflitto di interessi per il vicepresidente: deve 310mila euro a Riscossione Sicilia, la spa (in crisi) che dipende dal suo assessorato. Contestate 22 cartelle esattoriali non saldate. Un debito da oltre trecentomila euro che, da privato cittadino, ha nei confronti della società pubblica che, da assessore, controlla”.
In pari data, su palermo.repubblica.it “il Movimento 5 Stelle va all’attacco. Dopo le rivelazioni di Repubblica, che oggi ha raccontato del debito da oltre trecentomila euro che, da privato cittadino, l’assessore all’Economia ha nei confronti di Riscossione Sicilia, la società pubblica che il suo assessorato controlla. E chiede che chiarisca davanti al Parlamento regionale“.
Sempre ieri, Vivicentro.it/nazionale-24h/economia in merito all’evasione fiscale pubblicava un articolo dall’eloquente titolo “Numeri da record dei grandi evasori d’Italia, ma i “piccoli” pesano di più: i dati choc. I numeri choc dell’evasione fiscale in Italia: 2,3mld dai grandi evasori, 5,8mld di evasione dell’Iva, 30.819 lavoratori in nero”.
Mi ero occupato il 25 febbraio 2018 su Vivicentro di evasione fiscale e di come in parte avverrebbe, “Sia inteso, non si sta parlando del commerciante che non rilascia lo scontrino. Oppure di chi non può pagare. Di chi rateizza il più possibile, divenendo così uno schiavo fiscale a vita. Difatti non si finisce di saldare le tasse in corso che ne arrivano altre, quindi, tocca rateizzare anche queste. Il tutto per mantenere pletore di “costituzionali” e strapagati apparati, palazzi, inquilini con rispettivi eserciti di codazzi, ecc. Ci si occupa di un indicativo caso recentemente emerso in Sicilia, riportato da livesicilia.it e che potrebbe in parte chiarire come avverrebbe una certa evasione fiscale … La questione riguarda la notifica delle cartelle esattoriali, compito che Riscossione Sicilia (oggi Agenzia delle entrate-Riscossione, AdE) svolge su tutto il territorio siciliano. Senonché, da circa vent’anni il servizio di notifica delle cartelle viene affidato a società esterne (ciò avviene analogamente in diversi nostri Comuni) alle quali il contratto viene rinnovato circa ogni quattro anni. Fino al settembre dell’anno 2017 l’appalto era affidato ad un consorzio. Ma nel marzo precedente l’allora presidente di Riscossione (finalmente qualcuno si è accorto) contestò a tale consorzio il mancato rispetto del contratto, con più di un milione di notifiche che per l’azienda erano state effettuate in ritardo rispetto ai 150 giorni previsti dall’accordo … L’ex dirigente di Riscossione spiega che “Il problema più generale che si pose era la regolarità di oltre un milione di notifiche che a giudizio dell’azienda non erano effettuate secondo i criteri contrattuali, il che significava un danno per l’esattoria. … quasi mai erano irregolari le notifiche per persone con redditi bassi, invece l’irregolarità era frequente per certe persone e certi importi molto alti …”.
Concludevo in quell’articolo che: “chi vuole e soprattutto chi per legge dovrebbe capire, capisca. Poiché ineluttabilmente assale pure un dubbio, ovverosia che un tale legittimato sistema, nazionale, regionale e comunale, possa causare anche molta devianza etica, che travasa in: tangenti, clientelismo, voto di scambio, profittatori, mercimonio, ecc.
Questo neoGoverno nazionale 5stelle-lega e la rispettiva Maggioranza parlamentare, hanno proclamato tra i loro primari intenti la lotta alla corruzione e raccomandazione. Aggiungerei di imporre forzosamente, con severissime sanzioni per chi non ottempera, anche una immediata, assoluta e inderogabile trasparenza, chiarezza amministrativa e contabile, a tutto il sistema pubblico-politico (nessuno escluso), dallo scranno più alto all’ultimo sgabello e senza che alcuno possa mistificarsi dietro ingegnerie dotte, ragionieristiche o privacy oppure eloquenze costituzionali o di statuti speciali, obbligando ogni istituzione (nessuna esente) e chiunque, pure solo indirettamente collegato allo stato, regioni, comuni tramite finanziamenti, contributi o appalti e concessioni, a dichiarare pubblicamente, nel proprio obbligatorio sito ufficiale, la reale e materiale situazione finanziaria, nonché reddito di ogni appartenente e rispettivi familiari diretti, ma in modo comprensibile anche per chi ha la licenza media inferiore, specificando, soprattutto gli enti, sindacati, associazioni, onlus, gal, unioni, comunità, consorzi, ecc. dove e come si stanno prendendo soldi e dove e come si stanno spendendo i soldi pubblici. La corruzione, specialmente quella legalizzata, come anche la spartizione, la delinquenza e le mafie, si avvantaggiano in Italia di leggi in mala fede, soprattutto degli ultimi anni, che consentono lecitamente di occultarsi e celare. Pertanto: TRASPARENZA TOTALE PER TUTTI, NESSUNO INDENNE. I cortigiani, mercenari, mazzettari, evasori, corrotti, delinquenti e mafiosi, hanno da nascondere.
I cittadini, pur se di sana volontà, non possono fare quasi nulla contro il deviato sistema pubblico-politico. Sono indifesi su tutti i fronti, criminali, politici, legislativi, giuridici e istituzionali. Solo una risoluta revisione normativa di Governo e Parlamento può iniziare ad invertire la decennale mistificazione etica che c’è in Italia. E si vedrà così avviare il cambiamento.
A
dduso Sebastiano
L’immagine è tratta da Arte.it
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