Il maxi-processo “Rinascita Scott” di Gratteri dovrebbe portarci a dire: “Siamo tutti sbirri, ammazzateci tutti, noi non ci fermeremo” ed invece è avvolto da un colpevole silenzio che non lascia presagire niente di buono.
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l silenzio colpevole, che avvolge come nebbia palpabile, il maxi- processo “Rinascita Scott” che si sta svolgendo da tempo sotto la regia del Procuratore Nicola Gratteri, non lascia presagire niente di buono.
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Il paese della mafia, ha grandi scenari fatti di silenzi e omertà, talvolta interrotti da spari, poi il silenzio torna a trionfare.
Non è più la Sicilia o la Calabria, non girano per i campi con la lupara, è qualcosa di molto peggio, che ci riguarda tutti.
Il silenzio colpevole, che avvolge come nebbia palpabile, il maxi- processo “Rinascita Scott” che si sta svolgendo da tempo sotto la regia del Procuratore Nicola Gratteri, non lascia presagire niente di buono.
Trattato quasi come un fenomeno marginale, relegato al meridione, quando in realtà, tutti ormai sanno, che si tratta della più grande holding mondiale finalizzata al crimine, che sia mai esistita.
L’ onorata società calabra, la nostrana ‘Ndrangheta non controlla i pascoli calabri e gli appalti al Sud, bensì Milano, Roma, Amsterdam, Sidney… a Toronto quella locale, prende il nome di “Siderno Group”, ha propri broker che trattano con i famigerati cartelli Colombiani e Messicani, che si fidano solo del loro professionismo, della grande organizzazione.
A cosa è dovuto un tale sviluppo?
Alle capacità criminali dei soggetti in questione certamente, alla vasta offerta creata dal proibizionismo legato al mondo delle droghe, che di fatto, crea un mercato illecito, quanto mai fiorente. Ma è legata anche alle sue infinite doti di corruzione.
Nel corso di decenni, siamo passati dalle lupare e gli abiti lisi, al mondo degli affari, dei cantieri, della finanza, in giacca e cravatta, un mondo fatto di altrettante poche parole e molte mazzette.
La corruzione è giunta ovunque… Il mondo della Massoneria deviata, entrando in contatto con le associazioni criminali e stringendoci accordi, ha permesso la penetrazione di queste e della ‘Ndrangheta in particolar modo, in tutti gli ambienti di maggior livello, del mondo finanziario e politico, prima preclusi.
Gratteri ci spiega come la ‘Ndrangheta oggi, non gestisca solo gli appalti pubblici, grazie all’infiltrazione operata in seno alla Pubblica amministrazione ma addirittura, in molti casi, determini per intero il volto di un territorio, potendo decidere, se realizzare o meno, l’opera pubblica stessa.
Sempre Gratteri spiega, in diverse interviste, come abbia dovuto derattizzare gli uffici della Procura, pieni di collaboratori di mafia, di corrotti, di informatori, prima di poter portare a termine un’indagine con successo.
Una mole di lavoro enorme, quella svolta dal pool dell’Antimafia di Catanzaro, di cui si parla in tutto il mondo, per le ripercussioni che avrà e per lo straordinario coraggio che questi nostri uomini di legge, stanno dimostrando.
La loro vita è appesa ad un filo, privati di ogni libertà personale, sotto scorta, sotto minaccia costante. Nel mirino dei potenti coinvolti nei loschi affari dove questi, si permettono di indagare.
Noi, siamo quelli delle celebrazioni, delle piazze, dei ricordi…
Falcone e Borsellino, erano il nostro orgoglio ma ce li hanno ammazzati, loro e tutti gli uomini della scorta, che vivevano per garantire a noi, un mondo migliore.
In questi giorni ricorre anche il delitto Moro. Decenni di insabbiamenti ci portano a dire, che non sappiamo, pur sapendo.
Servizi segreti deviati, Massoneria deviata, politici deviati, magistrati deviati…
E noi che cosa siamo?
Siamo le vittime omertose, abituate al silenzio, ai segreti di Stato, alle mazzette, alla corruzione e alle autostrade che esplodono, i ponti che cadono… Hanno piegato la nostra fiducia nelle istituzioni, nella politica, nello Stato.
Ma questi uomini che rischiano la loro vita per noi ogni giorno, pur non avendo voce, sono qui a ricordarci che la guerra è ancora in atto, che non abbiamo ancora perso, che si trova nel momento peggiore, il più pericoloso ma che qualcuno è al fronte a combatterla e più che mai necessità di tutto il nostro aiuto e partecipazione.
Gratteri è candidato al premio Nobel per lotta alla corruzione e ad un’altra onoreficenza similare. Premi questi , rilasciati a personaggi unici, preziosi, che svolgono azioni utili al mondo, all’umanità intera, ed è proprio fra miliardi di persone, che vengono selezionati.
E noi, che dovremmo chiedergli se possiamo lavargli i piedi stanchi la sera… lo stiamo ignorando, lasciandolo solo, inascoltato, in un momento così grave e determinante. Fra cambi di governo shock, vaccinazioni e festival canori, ci tengono distratti, deviati come loro, mentre questo è il momento per tutti noi, di prestare la massima attenzione.
Tre giorni fa a Cetraro, la ‘Ndrangheta ha sfidato ancora una volta lo stato, crivellando di colpi l’auto del maresciallo Orlando d’Ambrosio, colpevole, di aver assicurato alla giustizia molti spietati criminali, con l’inchiesta Katarion, dei giorni scorsi.
Così tace la ‘Ndrangheta, da sempre, così, hanno imparato a tacere i politici, i giornali, i magistrati e noi, le vittime deviate, dall’informazione pilotata e dal nostro qualunquismo.
Poi leggo un post su Facebook che subito emoziona, per la forza, la determinazione. “Siamo tutti sbirri, ammazzateci tutti, noi non ci fermeremo”. Solidarietà al maresciallo D’Ambrosio e alla sua famiglia… autore Luigi Bonaventura.
Chi è Luigi Bonaventura
Ex boss della ‘Ndrangheta, collaboratore di giustizia da 15 anni. Un calvario infinito per tutta la sua famiglia.
A lui si devono le rivelazioni più preziose e continuative degli ultimi anni. A Paola, sua moglie, la ‘ndrangheta ha bruciato il locale ma lo stato non l’ha risarcita neppure di quello, uno dei figli, dopo essersi rivolto alle massime cariche dello Stato, ha dovuto lasciare il paese, dove denuncia in una lunga lettera, che non siamo in grado di fornirgli una nuova identità e neppure il diritto allo studio. Il Bonaventura stesso è già fuori dai programmi di protezione da anni eppure è sempre testimone anche in questo maxi processo. E lui, dopo 15 anni di martirio di Stato, sbattuto da una parte all’altra, ancora ci crede, ancora è qui a rischiare la vita, per testimoniare contro quella piovra che lo ebbe fra i suoi tentacoli fin dalla culla…non solo, dimostra col suo post di avere molto da insegnarci…
Questo dobbiamo essere, tutti sbirri. Perché se nella polizia diciamo di aver perso la fiducia, come in tutto il resto, questi “sbirri, crotonesi, questi procuratori di Catanzaro, sono l’ultima speranza che ci rimane.
Ancora una volta abbiamo gli occhi del mondo addosso. Il cancro della ‘Ndrangheta ha sviluppato metastasi ovunque, cerchiamo per una volta di essere almeno degni dei nostri eroi, di abbandonare la paura come loro, perché non c’è speranza se perdiamo questa guerra.
Siamo tutti sbirri, ammazzateci tutti. E non molleremo mai, perché quello è il nostro futuro.
Impariamo a dirlo, a pensarlo, ma soprattutto a urlarlo…perché la Mafia è silenzio.
- Falcone e Borsellino foto by Salvatore Ciambra di murales a Palermo (CC BY 4.0)
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