La Polizia di Agrigento, Palermo, Catania e Federale Belga, con una operazione transnazionale hanno effettuato sette arresti.
La Polizia di Stato italiana e la Police Judiciare Fédérale Belga (effettua operazioni di polizia amministrativa e giudiziaria specializzate e sovra-locali, supporta sia i servizi e le unità di polizia locali e federali, ha circa 12.300 ufficiali e personale civile) nella decorsa notte hanno eseguito un’operazione, denominata ‘Mosaico’ coordinata dalla Procura di Palermo-Direzione Distrettuale Antimafia, con la collaborazione delle Procure belghe di Liegi*, Bilzen* e La Louviere*, con l’indispensabile ausilio delle Agenzie Eurojust ed Europol.
Per l’Italia le indagini sono state svolte dal Servizio Centrale operativo, dalla Squadra mobile di Agrigento e dalla Squadra mobile di Palermo; per il Belgio dalla Police Fédérale Judiciare di Liegi. Si è assistito quindi alla formazione di una squadra comune internazionale di investigazione (Joint Investigation team – squadre investigative comuni sono squadre giudiziarie e giudiziarie istituite congiuntamente da agenzie investigative nazionali dell’UE per gestire la criminalità transnazionale) con competenza su tutti gli Stati partecipanti. L’operazione ha riguardato anche documentati episodi di spaccio di droga di cui si occuperà la Procura di Agrigento.
L’operazione ha permesso la cattura di sette soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di duplice tentato omicidio nei confronti di Di Stefano Maurizio e Nicotra Carmelo, nonché di porto abusivo di armi, danneggiamento, ricettazione, tutti reati consumati in Favara, provincia di Agrigento.
L’attività transnazionale della Polizia di questa notte ha permesso la cattura in Belgio di tre soggetti, in esecuzione di altrettanti mandati di arresto europei, mentre quattro soggetti sono stati catturati a Favara. Sono state eseguite anche quasi venti perquisizioni, con l’impiego di oltre 80 tra poliziotti italiani e belgi, personale del Reparto prevenzione crimine e del Reparto volo di Palermo, Unità cinofile di Catania e Palermo.
In manette sono finiti Antonino Bellavia, 48 anni; Calogero Bellavia, 31 anni; Calogero Ferraro, 42 anni; Carmelo Nicotra, 38 anni; Gerlando Russotto, 31 anni; Carmelo Vardaro, 44 anni; Vincenzo Vitello, 65 anni, Michelangelo Bellavia, 32 anni.
Nel corso dell’operazione sono state sequestrate una pistola in Belgio al Nicotra Carmelo e tre in Italia al Bellavia Michelangelo (cl. 88); per tali armi illegalmente detenute, anche il Bella Via è stato tratto in arresto.
Le investigazioni hanno fatto luce sull’intera faida* che dal 2015 al 2018 ha insanguinato le strade di Favara e Liegi contando, infine, cinque omicidi e cinque tentati omicidi, alcuni dei quali, mai denunciati.
Nell’elenco degli indagati altre diciotto persone appartenenti al “filone” della droga e delle armi: Antonio Bellavia, 48 anni; Calogero Bellavia, 32 anni; Salvatore Butticè, 32 anni; Calogero Ferraro, 42 anni; Salvatore Fortunato, 21 anni; Salvatore Greco, 23 anni; Calogero Gambino Greco, 28 anni; Vincenzo Lattuca, 40 anni; Carmelo Nicotra, 38 anni; Emilio Nobile, 25 anni; Alessandro Puntorno, 49 anni; Filippo Russotto, 46 anni; Calogero Gastoni, 38 anni.
Tra i nomi degli indagati spiccano quelli del fratello e dell’ex compagno di Gessica Lattuca*, ragazza madre scomparsa due anni fa da Favara, ma anche “vecchie” conoscenze del panorama criminale come i fratelli Sicilia, ritenuti “vicini” al clan Massimino e Alessandro Puntorno, fratello di Andrea capo ultras della Juve coinvolto nell’inchiesta “Kerkent” e in un paio di inchieste sulla ndrangheta riguardante il traffico di droga.
* La faida:
14 settembre 2016 – In una tranquilla serata di fine estate, nel quartiere Outremeuse – a Liegi – all’interno di un condominio al n° 10 Saint-Julien Street tra Puits-en-Sock Street e la Liberty, viene ucciso il 28enne originario di Porto Empedocle, Mario Jakelich, e ferito gravemente un 40enne di Favara, Maurizio Di Stefano. I due si trovavano a Liegi da poco. Jakelich fu ucciso praticamente subito mentre Di Stefano riuscì miracolosamente, seppur ferito, a scampare all’attentato. Comincia la faida. E’ il punto di non ritorno.
26 ottobre 2016 – Passa poco più di un mese e i killer tornano in azione. Questa volta a Favara, nella centralissima via Vittorio Veneto, davanti ad un supermercato in pieno giorno. La vittima dell’agguato è Carmelo Ciffa, 42 anni di Porto Empedocle: era un lavoratore socialmente utile e – proprio mentre era intento a tagliare alcune piante dell’aiuola del “Paghi Poco” di Favara – viene raggiunto da almeno quattro colpi di pistola di piccolo calibro. Ciffa viene ferito ma cerca invano riparo all’interno del market. Morirà subito dopo per le gravi ferite riportate.
4 maggio 2017 – Si ritorna in Belgio. Siamo nel quartiere di Sclessin, periferia di Liegi. All’uscita del ristorante “Grande Fratello” una pioggia di proiettili di AK47 – almeno una dozzina – raggiunge il ristoratore e proprietario del ristorante-pizzeria “Grande Fratello”, Rino Sorce, 50 anni, originario di Favara. Nell’agguato, in cui perde la vita sul colpo Sorce, viene anche ferito uno dei dipendenti del ristorante, Luigi Corrado. Secondo gli inquirenti anche questo omicidio potrebbe essere collegato alla faida cominciata nel settembre dell’anno prima. Sorce era incensurato, si era inserito bene nel tessuto sociale ed economico belga e spesso ritornava a Favara. La sua esecuzione, a colpi di AK47, proprio come un boss, fa suonare il campanello d’allarme degli inquirenti.
23 maggio 2017 – È una serata apparentemente tranquilla quando da un’auto scende un commando di killer che indirizza nei confronti di Carmelo Nicotra, 35 anni, una pioggia di proiettili sparati da un kalashikhov e da una calibro 9 mentre si trovava nelle adiacenze del suo garage, in via Torino a Favara. Ma qualcosa non è andato per il verso giusto e il commando organizzato per compiere il delitto dovette rinunciare al desiderio di sangue. Nicotra, soccorso da qualcuno ma lasciato nelle vicinanze dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento con il chiaro scopo di non farsi identificare, è stato notato in seguito da una coppia di fidanzati che percorreva la stessa strada, alla zona industriale. Il 35enne favarese si è mostrato fin dall’inizio reticente nei confronti degli agenti della Mobile di Agrigento che lo interrogavano: non ricorda granché dell’accaduto o di chi potesse avercela con lui. Fu così che la presa della Squadra mobile si fece sempre più pressante: fu ritrovata l’auto usata per l’agguato, una Renault Kangoo in contrada Bisaccia, carbonizzata. Nel garage del Nicotra gli investigatori trovarono anche una Fiat Punto, risultata rubata a Catania nel 2016, motivo per il quale lo stesso 35enne è stato iscritto nel registro degli indagati per ricettazione.
22 novembre 2017 – Sei mesi dopo l’agguato a Carmelo Nicotra, la svolta: sei le persone indagate per il reato di tentato omicidio aggravato: si tratta dei favaresi Calogero e Antonio Bellavia, 27 e 44 anni, Calogero ed Emanuele Ferraro, 39 e 41 anni, e Carmelo Vardaro, 39 anni, indagati per tentato omicidio aggravato e ricettazione. Calogero e Antonio Bellavia , 27 e 44 anni, sono attualmente in carcere perché – lo scorso giugno – “pizzicati” dai Carabinieri in auto con due pistole: una “Taurus 375 magnum”, risultata poi esser stata rubata a Carmelo Nicotra, e una Smith & Weston 38 special con matricola abrasa. Nel registro degli indagati, per il reato di favoreggiamento, c’è anche la vittima dell’agguato, Carmelo Nicotra.
23 gennaio 2018 – L’indagine sembra ad un punto di svolta: i Sostituti procuratore della Direzione distrettuale antimafia che si occupano della faida unificano in un unico fascicolo i casi dell’omicidio Ciffa e del tentato omicidio Nicotra. Per gli inquirenti a legare i due episodi ci sarebbe un unico filo. Per questo motivo vengono predisposti “esami irripetibili” sulle auto “sospette” ritrovate a caccia di qualsiasi prova: polvere da sparo, sangue, saliva e quant’altro. Inoltre, poco prima, alcune perquisizioni vengono svolte dalla Squadra Mobile di Agrigento nei confronti dei sei indagati a cui vengono sequestrati pc e telefonini ma nessuna traccia di armi o indumenti. Perquisizioni anche al cimitero di Favara dove uno degli indagati, Emanuele Ferraro, si occupava di tumulazioni.
8 marzo 2018 – Si torna a sparare a distanza di quasi un anno. Ancora una volta a Favara. Sono da poco passate le dieci del mattino quando un commando – pare a bordo di una Lancia Ypsilon – entra in scena in via Armando Diaz, a pochi passi dalla Chiesa Madre di Favara. Cinque colpi di arma da fuoco, un calibro 7,65, vengono esplosi all’indirizzo di Emanuele Ferraro, 41 anni, uno dei sei indagati per il tentato omicidio di Carmelo Nicotra. Il muratore prova una disperata fuga tentando di mettersi al riparo dietro il suo furgone Fiat Fiorino. Ma non c’è nulla da fare.
* Era il 12 agosto del 2018 quando a Favara si sono perse le tracce di Gessica Lattuca, una ventisettenne madre di quattro bambini. Dopo Due anni da quella scomparsa si brancola nel buio. Nella chiesa del quartiere dove abitano Gessica e i suoi familiari, il 12 agosto scorso è stata celebrata una messa e dal sagarato della parrocchia San Pietro e Paolo, la mamma di Gessisa: Giuseppina Caramanno, il padre Giuseppe Lattuca, il legale Salvatore Cusumano e lo stesso parroco, don Marco Damanti, hanno lanciato l’ennesimo appello alla comunità di Favara, affinché chi sa qualcosa parli.
* Liegi una città del Belgio ubicata nella Vallonia francofona lungo il Fiume Mosa (un grande fiume europeo , lungo 950 km che nasce in Francia, scorre attraverso il Belgio e i Paesi Bassi e sfocia nel mare del Nord), è da tempo centro commerciale e culturale.
* Bilzen è una città belga di 30.107 abitanti, situata nella provincia fiamminga del Limburgo belga.
* La Louvière è una città e comune di lingua francese del Belgio, situata nella regione della Vallonia, nella provincia di Hainaut. La città è nata dalla separazione del comune di Saint-Vaast, decisa con la legge del 27 gennaio 1869.
Nell’immagine di copertina l’Ufficio europeo di Polizia (anche Europol, contrazione da European Police Office), un’agenzia dell’Unione Europea con sede all’Aia*, finalizzata alla lotta al crimine nel territorio degli Stati membri dell’Unione europea, divenuta operativa il 1º luglio 1999.
* L’Aia è una città costiera sul Mare del Nord di circa 500 000 abitanti nei Paesi Bassi occidentali. Il complesso di Binnenhof, in stile gotico, è sede del parlamento olandese, mentre il Palazzo Noordeinde, del XVI secolo, è la sede lavorativa del re. La città ospita anche la Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite, con sede nel Palazzo della Pace, e la Corte penale internazionale.
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