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Noi non siamo una scuola di montagna, voi non siete figli di contadini” queste le sciagurate, quanto infelici parole, pronunciate dalla preside del Liceo scientifico Seguenza, Lidia Leonardi che hanno destato scalpore e indignazione. E non solo a Messina, visto che sono rimbalzate agli “onori” della cronaca nazionale.
‘Scuola di Montagna’: vulgata al Liceo scientifico Seguenza di Messina
I Fatti e l’Opinione:
Durante un’assemblea studentesca, la preside aveva chiesto un contributo volontario di 50 euro, che sarebbero serviti a rimpinguare le asfittiche casse dell’Istituto.
Avra’ sicuramente pensato che rivolgendo la richiesta ad una platea di figli di papà tutti avrebbero accettato l’invito; ma le cose hanno assunto una piega diversa.
Sono stati per primi i ragazzi a ribellarsi per cui le parole pronunciate dalla preside sono state accompagnate da urla e fischi di disapprovazione. Uno studente che ha ripreso il tutto, lo ha mandato in onda, cosi il video in poche ore e’ diventato virale.
Il Sindaco De Luca è intervenuto sulla vicenda dicendo che in Italia non vi sono scuole d’èlite e scuole di seconda classe e di essere fiero di essere figlio di contadini.
Prosegue De Luca :
“Da nipote di contadino, trovo le parole della preside profondamente offensive, in primo luogo e secondariamente, da persona che vive una dimensione diversa, le considero totalmente fuori dalla realtà, quella stessa realtà che produce da un lato frotte di laureati a spasso, dall’altra ignora totalmente la formazione professionale relegandola a rifugio degli incolti indegni del liceo”.
Le parole pronunciate dalla preside vanno ad incastonarsi in una mentalità retrograda, inquadrata in quel classismo snob che ancora equipara il lavoro manuale ad una condizione sociale inferiore.
Per la transitiva si potrebbe asserire che il liceo è una scuola d’élite e le scuole professionali sono ghetti?. Se le cose stessero veramente così saremmo ritornati all’epoca in cui ci si inginocchiava davanti ai baroni, ai conti, ai magnifici rettori, alla classe politica, come se fossero figli di un dio maggiore, fortunatamente non tutti vivono nel culto del titolo. Mettere il Dr. davanti al proprio nome, e’ segno di una forma mentis deviata, si vuole ostentare una ricchezza mentale di cui si e’ spesso orfani.
La preside si arrampicherà sugli specchi? troverà mille giustificazioni? sicuramente non basteranno. In tanti resterà la convinzione che certe considerazioni fanno parte di una società retrograda, che ancora non si rende conto che le caste superiori sono fortunatamente in via d’estinzione.
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