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Scuola e legge italiota: responsabilità per andata e ritorno degli allievi

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Nell’italietta con tante leggi inutili e finanche assurde eccone una che riguarda – guarda caso – ancora la Scuola ed arriva alla ribalta grazie all’azione (provocatoria, credo) della Preside di una scuola media di Bergamo. La “legge” in questione (mi piacerebbe tanto sapere chi è il genio che l’ha redatta come anche quali sono le teste emerite che l’hanno approvata) è quella che sancisce la responsabilità degli insegnanti per ciò che capita agli alunni lungo il tragitto fra scuola e casa (andata e ritorno). 

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vviamente gli “emeriti” non spiegano come i Professori (ad ogni livello) possano vigilare su TUTTI gli alunni/studenti che a scuola giungono da ogni dove: dice solo che ne sono responsabili e basta. Bestialità? NO! Genio italiota di quanti, con castronerie del genere, credono di giustificare i 10.000 euro mensili che percepiscono. Ovviamente l’ordinanza della Preside ha scatenato il solito fiume di parole (chiacchiere) che, nel suo correre, tutto sta trascinando con se, incluso il punto essenziale e cruciale sul quale la Preside (credo) ha inteso provocare istituzioni e genitori su un problema che esiste veramente, che è assurdo e che non sparisce solo facendo a chi alza di più la voce. Certo, i pericoli ci sono – basta ricordare cosa è capitato alla povera Yara per comprenderlo – ma non per questo si può responsabilizzare la scuola (nel suo complesso) per quanto avviene FUORI dal portone di ingresso del plesso scolastico.

I minori vanno protetti, questo è sicuro, ma con i fatti ed i mezzi idonei, non certo con parole stupide che compongono una legge cretina stilata da dementi. IN CLASSE la responsabilità sia (come è) degli insegnanti. FUORI sia della Società nel suo complesso: Famiglie ed Istituzioni e quindi con Genitori che accompagnano i figli minorenni a scuola e/o servizio di Pulmini Scolastici delle Istituzioni che provvedono a far si che possano fare il percorso casa scuola – andata e ritorno – in tutta tranquillità e sicurezza.

Questo è il punto, tutto il resto sono solo chiacchiere e ragnatele nel vuoto delle teste di quanti hanno pensato ed approvato una legge del genere.

Su quanto “accaduto” a Bergamo si esercita anche Gramellini nel suo Buongiorno odierno su la Stampa. Ve lo propongo:

Scuola, andata e ritorno

Una scuola media di Bergamo impone ai genitori l’obbligo di ritirare i figli all’uscita e scoppia un putiferio retorico. I nostalgici rimpiangono i bei tempi andati in cui, a sentire loro, finanche i bimbi delle elementari tornavano a casa da soli danzando e fischiettando. Tromboni e trombette soffiano cattiverie gratuite sugli adolescenti: smettiamola di proteggerli e consegniamoli alla vita vera! I genitori in compenso sono furenti perché non hanno né tempo né voglia di andare a prendere dei ragazzini che si vergognano di loro, come loro si vergognavano dei genitori a quell’età. Persi tutti nei luoghi comuni, nessuno affronta il cuore della faccenda: per le leggi nostrane gli insegnanti sono responsabili di ciò che capita agli alunni lungo il tragitto fra scuola e casa, mentre in un mondo governato dal buon senso il loro ruolo dovrebbe cominciare quando si varca la soglia dell’istituto e finire quando la si oltrepassa in senso inverso. Il trasferimento va messo in carico alle famiglie, libere di dare o meno fiducia ai figli, ma senza più la possibilità di intentare causa ai professori, se lungo la strada il pupo si sbuccia un ginocchio.

La provocazione della preside di Bergamo sarebbe da applaudire, se non fosse che anche lei si è ricordata di essere italiana, stabilendo una deroga alla sua stessa circolare che ne subordina l’applicazione a un «confronto con i genitori». Buonanotte. Considerata l’ottima salute di cui godono le deroghe in Italia, c’è da supporre che questa risulterà ancora in vigore quando i ragazzini della scuola media di Bergamo non andranno a prendere all’uscita i figli loro.

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vivicentro/Scuola e legge italiota: responsabilità per andata e ritorno degli allievi
lastampa/Scuola, andata e ritorno MASSIMO GRAMELLINI

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