I tre pianeti si trovano a 40 anni luce da noi e secondo gli scienziati hanno temperature e dimensioni simili a quelle di Marte e di Venere. Questo curioso tris di pianeti sarebbe uno dei luoghi migliori dove cercare la vita extraterrestre
PER SCOVARE gli extraterrestri, forse non dovremo guardare troppo lontano da noi. A circa 40 anni luce da noi, praticamente “dietro l’angolo” in termini astronomici, ci sono tre pianeti che potenzialmente potrebbero essere abitabili. Questi interessanti “cugini” della Terra orbitano intorno a una stella nana rossa ultrafredda e hanno temperature e dimensioni simili a quelle di Marte e di Venere. Secondo gli scopritori, questo curioso tris di pianeti sarebbe uno dei luoghi migliori dove cercare la vita extraterrestre. I tre corpi celesti si trovano infatti ai margini della cosiddetta fascia di abitabilità, ovvero avrebbero una giusta combinazione di luce e calore dalla stella principale per poter ospitare la vita, anche se in forma elementare. La scoperta, discussa su Nature, apre nuovi scenari nella ricerca di un’altra Terra: è infatti la prima volta che si scoprono delle “quasi-Terre” intorno a nane rosse, un tipo di stelle molto comuni nella Galassia. La speranza di trovare la vita su pianeti simili alla Terra diventa così ancora più vicina e concreta.
Intorno alla nana rossa. Per scoprire i tre pianeti, gli astronomi hanno osservato la stella 2MASS J23062928-0502285, grande circa un decimo del Sole e molto più fredda. Gli astronomi chiamano questo tipo di stelle nane rosse ultrafredde, per via della loro temperatura che si aggira sui 2500 °C. Temperature pur sempre alte rispetto ai nostri standard quotidiani, ma molto minori di quella del Sole, che in superficie è di circa 5000 °C. Il forte colore rosso di queste stelle non è altro che la conseguenza della loro bassa temperatura. Gli scienziati hanno monitorato la luce della stella con il TRAnsiting Planets and PlanetesImals Small Telescope (TRAPPIST), un telescopio da 60 cm di diametro installato a 2400 metri di altitudine all’Osservatorio Australe Europeo (ESO), in Cile. TRAPPIST è appositamente progettato per catturare deboli variazioni di luminosità di una stella e evidenziare così il transito di pianeti extrasolari di fronte alla sua superficie. Il metodo dei transiti è infatti uno dei metodi più proficui per scoprire nuovi pianeti extrasolari, ed è sfruttato ad esempio dal telescopio spaziale “Kepler”.
Dopo aver misurato che si trattava di tre pianeti, gli astronomi li hanno osservati più a fondo con lo strumento HAWK-1 installato a uno dei telescopi del Very Large Telescope (Vlt), mostrando che i pianeti hanno dimensioni simili a quelle della Terra. Due dei pianeti hanno un periodo orbitale di 1,5 e 2,4 giorni, rispettivamente, mentre il terzo ha un periodo meno ben determinato, tra i 4,5 e i 73 giorni. “Questi periodi orbitali così brevi indicano che i pianeti si trovano da 20 a 100 volte più vicini alla loro stella che la Terra al Sole. La struttura di questo sistema planetario è molto più simile, in scala, al sistema delle lune di Giove che a quello del Sistema Solare”, spiega Michaël Gillon dell’Istituto di Astrofisica e Geofisica di Liegi, che ha coordinato il lavoro.
Dove cercare la vita? I pianeti sono molto vicini alla stella principale, tuttavia i due più interni ricevono una luce solo quattro e due volte la luce che la Terra riceve dal Sole, perché la stella è più fredda e meno luminosa rispetto al Sole. Per questo motivo, i pianeti si trovano ai margini della fascia di abitabilità, cioè entro un intervallo di distanze idonee ad ospitare la vita. Pur non essendo in piena fascia abitabile, ciò non esclude che alcune forme di vita potrebbero annidarsi in qualche regione della superficie.
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i tratta di una importante scoperta per la ricerca di vita extraterrestre. Infatti le nane rosse, anche se sono piccole e molto fioche, sono molto abbondanti nei pressi del Sole. Gli astronomi stimano che circa il 15% delle stelle nei dintorni del Sistema Solare sia dovuto a nane rosse. A distanze così ravvicinate, le nane rosse diventano così un interessante obbiettivo per andare alla ricerca di altre forme di vita nell’Universo. Che potrebbero davvero nascondersi nel nostro “vicinato” cosmico.
vivicentro.it-scienza / Scoperti tre pianeti “cugini” della Terra. Potenzialmente abitabili MASSIMILIANO RAZZANO
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