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Castellammare di Stabia

Scoperta shock per gli astrofisici e scienziati della NASA

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(

di Virginia Murru)

Al Massachusetts Institute of Technology (MIT), gli scienziati stentano ancora a crederci, ma la scoperta shock è reale, confermata peraltro da studi che non lasciano dubbi: un campo magnetico invisibile proteggerebbe il pianeta dalle radiazioni cosmiche, le quali altrimenti attraverserebbero la nostra atmosfera.

Dopo questa scoperta, si potrebbe pensare che la Vita – e il pianeta Terra che la rende possibile – siano protette da ‘qualcosa’ che trascende, da un’Intelligenza superiore, che lascia poco spazio perfino alle conclusioni della Scienza. Noi seguiamo l’istinto che ci lega indissolubilmente alla materia, alla razionalità, e diamo per scontata, in definitiva, ogni verità che si apre davanti ai nostri occhi.

Ci sembrano scontate realtà come la luce, i quattro elementi che concorrono al naturale sviluppo della vita; il sole, i pianeti, la forza di gravità, l’Ordine severo del Cosmo e le sue leggi inflessibili: tutto ci lascia indifferenti. Non siamo nemmeno dotati di ‘strumenti’ intellettivi in grado di andare verso un ‘oltre’, ci abbandoniamo placidamente al senso di mistero che ci avvolge. E la Vita, del resto, è ancora il  più grande mistero che l’Universo abbia prodotto. Qui bisogna fermarsi, non si può andare al di là di questo impietoso muro, che limita la Conoscenza.

E non per ingratitudine verso la Scienza, che pure, nel corso dei millenni, di strada ne ha percorsa.. Ma diciamocelo con umiltà: quello che sappiamo dell’immenso spazio che ci circonda, è tempestato di mistero, sappiamo ancora pochissimo. Sarà che l’Umanità, sia pure attraverso l’enorme potere dell’intelligenza, è davvero poca cosa, se raffrontata all’enorme, travolgente potere dell’Universo, e noi, in confronto, altro non siamo che asterischi, voci che si disperdono in prospettive inesorabilmente prossime all’immenso, all’infinito.

Parlare di ‘campo invisibile’ rimanda comunque a qualcosa d’indefinito, che apre una breccia nel muro dei fitti misteri che ancora circondano le sterminate regioni del Cosmo.

Questo campo di energia protettivo che isola la Terra, e la preserva dalle onde magnetiche solari, dannosissime e insidiose, circonderebbe come uno scudo il nostro pianeta, riducendo il potere del signore della luce, ossia del Sole. Il campo magnetico è stato osservato per prima da alcuni veicoli spaziali della NASA, che percorrono l’orbita intorno alla cosiddetta “cintura di radiazione di Van Allen”, a circa 11 mil km dalla Terra, ma vanno anche oltre, fino ad una quota di 40 mila km. Queste sono aree dello spazio tempestate di protoni ed elettroni, particelle ‘catturate’ dal campo magnetico che circonda il nostro pianeta, una ‘tela di ragno’ per gli elettroni killer, che vengono in questo modo bloccati, impediti a proseguire il loro percorso, che sarebbe disastroso, se non trovassero impedimenti.

E’ proprio qui che è stato scoperto il campo magnetico invisibile, lo scudo deflettore diventato un vero rompicapo per gli astrofisici, perché è un mistero del quale non riescono a venire a capo.

Gli scienziati della NASA e del MIT, ne accennavano già un anno fa, ma le ricerche e gli studi erano ancora in corso, ora sembra che, dopo le opportune cautele, la scoperta sia certa. Resta un mistero il modo in cui la barriera protettiva si è formata, ma la scienza arriverà ad abbattere anche questo ostacolo.

Il campo invisibile agisce isolando gli elettroni radioattivi nello strato più alto dell’atmosfera terrestre, i quali hanno un grande potere in termini di energia, essendo piuttosto aggressivi. Le particelle percorrono lo spazio alla velocità della luce, e diventano insidiosi, poiché, con la potenza della loro energia, possono bruciare qualunque cosa riescano a raggiungere, compresi i satelliti che orbitano intorno alla terra e altri strumenti spaziali controllati dagli scienziati. Per approfondire la ricerca su questa recente scoperta e gli elettroni aggressivi, la NASA ha lanciato in orbita due sonde, che hanno preso il nome di “sonde di Van Allen.

Le fasce di Van Allen sono due cinture di radiazioni che circondano la Terra, e prendono il nome dall’astrofisico James Van Allen, che per primo ne dimostrò l’esistenza. La loro importanza è enorme, soprattutto per l’attività scientifico-spaziale, e rappresentano un pericolo concreto non solo per i satelliti, ma anche per gli astronauti. Durante le missioni Apollo, si è sorvolata l’orbita terrestre bassa, attraversando interamente quindi le fasce, dalla più interna ( che è la più ‘piccola’, posta a circa 1.000 km dal nostro pianeta), a quella più vasta esterna ( che si colloca a 60 mila km; tra le due fasce, e c’è anche un’area ‘vuota’, che è vasta 4 mila km.) . I satelliti però le attraversano con una certa frequenza, e il problema sono sempre le radiazioni, che possono danneggiarli.

Il pericolo rappresentato dalle radiazioni, fu il dilemma più arduo che gli scienziati dovettero affrontare nel corso delle missioni Apollo. Proteggere gli astronauti con materiali adeguati, richiese lunghi tempi di ricerca.

Tuttavia,  recentissimi studi, basati sui dati trasmessi dalle due sonde Van Allen, hanno permesso di elaborare concezioni diverse, circa l’ampiezza e la ‘struttura’ delle due fasce; si tratta di conclusioni che sconfinano nel puro campo della fisica. Si è potuto infatti constatare, che la forma e le dimensioni delle fasce  sono diverse, in base al tipo di elettroni che si sta osservando. Lo sostiene lo scienziato Geoff Reeves, nella rivista ‘Journal of Geophysical Research’. Afferma Reeves: “Gli elettroni, a diversi livelli di energia, sono distribuiti in modo diverso in queste aree”.

Analizzando i dati trasmessi dalle due sonde, gli scienziati della NASA, hanno potuto rilevare il modo in cui la configurazione delle fasce di radiazioni, si discosti dalle concezioni scientifiche precedenti. Non esiste più la convinzione di una fascia più piccola e interna, poi uno spazio, e infine una fascia esterna e più ampia. Gli studi di Van Allen sono pertanto obsoleti,  superati dalle informazioni che le sonde hanno trasmesso di recente. La forma delle due fasce può variare, fino a diventare unica e ininterrotta, senza spazi intermedi, oppure si può formare una fascia esterna più piccola di quella che si era sempre ipotizzata, e  con la fascia interna che si espande, fino ad uno stato in cui la fascia più piccola scompare del tutto, ‘assorbendo’ lo spazio occupato da entrambe le fasce. Le differenze sono determinate dalla considerazione che gli elettroni devono essere separati secondo il loro livello energetico.

I dati trasmessi dalle sonde hanno dimostrato come la fascia esterna diventi più estesa se si considerano gli elettroni ad energia più alta, e invece quella interna supera l’altra quando si osservano gli elettroni ad energia meno intensa. Qualora infine si valutassero solo gli elettroni alla più alta energia misurata, scomparirebbe la fascia interna.

Le cose si complicano nel corso di tempeste geomagnetiche, causate dal ‘materiale’ che si stacca dal Sole quando avviene un’espulsione di ‘massa coronale’, e tale materia viene dunque spinta verso la magnetosfera del nostro pianeta. In queste situazioni gli elettroni possono variare di numero, nelle due fasce, ma dopo un po’ di tempo si stabilizzano, riprendendo la tendenza degli equilibri precedenti.

Quello che ha dimostrato l’analisi dei dati inviati dalle sonde, è che le cosiddette ‘tempeste geomagnetiche’, portano a riempire l’area ‘vuota’ tra le due fasce di Van Allen.

Il campo magnetico che protegge il pianeta come uno scudo, come si diceva, è il risultato delle ricerche di un team di scienziati della NASA e del MIT, e prenderne atto, è stato per loro stessi scioccante. E’ grazie al contributo dei dati inviati dai satelliti, che si è potuti arrivare a questa conclusione, ossia allo scudo che funge da schermatura, da barriera, verso le radiazioni cosmiche dannose, e da quelle del sole in particolare, che si dirigono direttamente verso la Terra. Gli scienziati della NASA sostengono che il campo magnetico della Terra calamita queste particelle nel loro percorso verso il pianeta, e comunque esse non possono avvicinarsi per meno di diecimila km., grazie proprio a questo campo protettivo invisibile, che non era mai stato notato prima d’ora. Uno schermo che permette di respingere le onde solari, direttamente orientate verso la Terra.

Sostiene Daniel Baker, direttore del LASP (Laboratory for Atmospheric and Space Physics, i cui studi sono stati pubblicati sulla rivista scientifica ‘Nature’:

“In sostanza è come se gli elettroni s’infrangessero contro una parete di vetro, in un determinato punto dello spazio”. E aggiunge: “basti pensare a Star Trek, e agli scudi deflettori in azione per respingere insidie provenienti da remote regioni dello spazio, anche per quel che riguarda lo scudo invisibile, la ‘logica’ è la stessa, ossia respingere e bloccare l’avanzata di elettroni ultrarelativistici (la cui velocità è prossima a quella della luce..), che percorrono a velocità altissima lo strato superiore dell’atmosfera..”.

Sempre secondo gli scienziati, questo campo invisibile è un vero e proprio enigma, funzionerebbe in base al principio dei campi elettromagnetici a bassa frequenza, ma gli studi hanno messo in rilievo dei limiti, la scoperta è ancora intrisa di mistero. Vi sono ipotesi e teorie, ma per ora restano tali. Questa misteriosa barriera è presente anche quando il campo magnetico terrestre si riduce al 30%, per esempio nel Sud America, dove è significativamente più basso, eppure qui lo scudo misterioso protegge comunque la Terra dalle radiazioni pericolose.

Come si è creata questa barriera? E’ ancora presto per dirlo con certezza, anzi è un’incognita per la Scienza. Le ipotesi sono tante. Per gli scienziati della NASA e del MIT, forse si va nella sfera d’interventi Extraterrestri che difendono il pianeta, al di là dei seri danni che l’uomo ha ‘inflitto’ alla barriera dell’ozono, creando squilibri anche nell’atmosfera terrestre. Questa scoperta ci porta comunque sull’onda della trascendenza: è come se ‘Qualcuno’ volesse proteggere l’Umanità a tutti i costi, nonostante la sua indole distruttiva.

Per ora la scoperta viene definita dagli stessi studiosi del fenomeno, ‘affascinante e fantascientifica’. Nessuna spiegazione razionale sull’esistenza certa di questo campo magnetico invisibile.

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