Continua l’iter giudiziario che cercherà di ricostruire le responsabilità delle persone coinvolte nel “Sistema Scafati” scoperto nell’Operazione “Sarastra” della D.I.A. di Salerno
“I politici hanno stretto un patto con la camorra, inquinando il tessuto e il voto democratico a Scafati” si legge nella requisitoria presentata ieri dai pm Montemurro e Masini durante l’udienza preliminare di ieri che avrà il compito di far luce sulle responsabilità delle persone coinvolte, a vario titolo, nell’operazione “Sarastra”, l’inchiesta Antimafia nata per indagare su un possibile voto di scambio politico-mafioso nella città dell’Agro. Durante le sei ore di udienza – che si è svolta all’interno del bunker del carcere di Salerno davanti al gup Emiliana Ascoli – erano presente anche l’ex sindaco Aliberti, tornato da Roccaraso senza scorta, con i suoi avvocati Silverio Sica e Agostino De Caro. Nell’occasione, il giudice Ascoli gli ha concesso il permesso di poter salutare la moglie ed il fratello. “La coppia Aliberti-Paolino ha usato i clan per i voti facendo leva su esponenti comunali e il Municipio di Scafati è a diventato un Ente che non voleva adeguarsi alla legalità. I due politici hanno trasformato il concetto di diritto in favore per gli scafatesi” continua la requisitoria.
I
l pm Montemurro ha incalzato l’ex sindaco più volte, soprattutto quando ha parlato di testimoni “pressati, intimiditi e minacciati per le loro dichiarazioni contro gli indagati”. Per le minacce ai testimoni, il pm avrebbe anche richiesto al giudice un incidente probatorio per sette persone: oltre gli imprenditori N. e F. Longobardi e la giornalista V. Cozzolino, – che si erano costituiti parte civile – sarà predisposto l’incidente probatorio per il commercialista F. Sansone, l’ex politico L. Lupo, il presidente del consiglio comunale, P. Coppola, e l’ex assessore D. Chirico.
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