I giudici della Corte d’Appello di Salerno hanno riqualificato le pene dei due imputati per spaccio di stupefacenti nel quartiere di Mariconda, a Scafati
S
conti di pena per due imputati di Scafati. I giudici della Corte d’Appello di Salerno hanno riqualificato le pene inflitte a P. Matrone e F. Curcio, entrambi considerati vicini a S. Di Paolo. I due ebbero dieci anni in primo grado, per entrambi è stata disposta, ora, la riduzione a cinque anni. Matrone e Curcio furono accusati dalla moglie di Di Paolo, ritenuto in passato vicino al clan di Tammaro. La consorte del boss, aveva spiegato agli inquirenti che il marito, dal carcere di Salerno, continuava ad impartire ordini ai suoi uomini, facendo pressioni su Matrone e Curcio, ritenuti gestori pro tempore della piazza di spaccio del quartiere Mariconda. In Appello, i giudici hanno derubricato il reato di associazione finalizzata allo spaccio a spaccio di droga di limitata entità. È stato riconosciuto, dunque, il ruolo secondo all’interno del gruppo dei due fedelissimi di Di Paolo, il quale avrebbe continuato a mantenere un ruolo di primo piano anche dal carcere. In seguito, di Paolo fu trasferito e destinato al regime del 41 bis. Sono rimaste inascoltate le accuse di un collaboratore di giustizia, A. Romano, che aveva parlato della “gerarchia” dell’organizzazione, individuando nei vertici proprio Matrone e Curcio.
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