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Salvini, hotspot in Libia ma Tripoli dice no: i dettagli

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Salvini, hotspot in Libia ma Tripoli dice no: i dettagli

Costruire hotspot al confine Sud della Libia, impedire che i barconi partano, guerra alle Ong. Sono le proposte anti immigrazione lanciate dal vicepremier Matteo Salvini in Libia. Salvini ha annunciato che al vertice europeo di giovedì l’Italia ‘sosterrà la necessità di proteggere le frontiere al sud della Libia’ e di creare ‘centri di accoglienza ai confini a Sud’. Ma Tripoli rifiuta i campi, quindi il ministro precisa che saranno ‘fuori dai confini’. E attacca le Ong: ‘Complici dei trafficanti, vanno bloccate’. Per l’Ue i ‘centri di sbarco’ sono solo un’opzione di lavoro’ ma Bruxelles ‘resta a fianco dell’Italia’.

“Hotspots dell’accoglienza in Italia? Sarebbe problema per noi e per la Libia stessa perché i flussi della morte non verrebbero interrotti – aveva scritto in mattinata in un tweet il ministro dell’Interno -. Noi abbiamo proposto centri di accoglienza posti ai confini a Sud della Libia per evitare che anche Tripoli diventi un imbuto, come Italia”. “Rifiutiamo categoricamente” la proposta circolata in ambito europeo di realizzare “campi per migranti in Libia: non è consentito dalla legge libica”, ha invece risposto il vicepresidente libico Ahmed Maiteeq in una conferenza stampa congiunta a Tripoli con il ministro dell’Interno.

La Libia “rappresenta un’opportunità di sviluppo. Saremo vicini alle autorità libiche anche con i necessari supporti tecnici ed economici per garantire insieme la sicurezza nel Mediterraneo e rafforzare la cooperazione investigativa e più in generale la collaborazione in tema di sicurezza”, ha spiegato Salvini durante l’incontro a Tripoli con il ministro dell’Interno libico Abdulsalam Ashour, cui ha preso parte anche l’ambasciatore italiano Giuseppe Perrone. “Aspetto al più presto il ministro Ashour a Roma”, ha aggiunto Salvini.

Nella prima metà di settembre terremo una conferenza sull’immigrazione illegale con la visione italiana e libica”, ha annunciato Maiteeq. “Ci faremo promotori – ha aggiunto da parte sua il titolare del Viminale – in sede europea di tenere questa conferenza in Libia, perché i problemi devono essere affrontati e risolti in Libia non in altre capitali europee”. (ANSA)

 


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