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Castellammare di Stabia

Sacchi sul Napoli: “E’ una delle poche squadra che ha uno stile di gioco”

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Le sue parole

Arrigo Sacchi ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport:

Le ragioni di questa superiorità della Juve?

La società è avanti dieci anni rispetto alle avversarie. L’allenatore conosce perfettamente il calcio italiano: Allegri è un bravissimo tattico. I giocatori, individualmente, sono i migliori. Adesso devono diventare più “europei”, essere più propositivi nel gioco”

Si può spiegare meglio.

“Le squadre italiane, e la Juve non fa differenza, quando vanno in vantaggio tendono ad arretrare, a chiudersi, a difendere l’1-0. A me, invece, piacciono quelli che continuano a dominare, che fanno il loro gioco indipendentemente dal risultato. In Europa questa filosofia è vincente”

Certo che con Higuain là davanti e Pjanic a centrocampo sembra davvero imbattibile.

“Quand’è che in Italia capiremo che il gioco del calcio è un fatto collettivo? I singoli sono importanti soltanto se il collettivo funziona. Le posso raccontare un aneddoto?”

Prego.

“Quando ero dirigente del Real Madrid Alfredo Di Stefano, mica uno qualunque, mi disse: “Abbiamo i migliori calciatori del mondo, ma facciamo il gioco peggiore”. Aveva ragione: undici fuoriclasse, se non c’è uno spartito, non vanno da nessuna parte”

Torniamo a Higuain e Pjanic.

“Con questi acquisti la Juve ha preso due grandi giocatori e ha indebolito le dirette concorrenti. Ora vediamo se funzionano. Io, ad esempio, ho una curiosità”

Quale?

“Voglio valutare quanto Higuain mancherà al Napoli e quanto il gioco del Napoli mancherà a Higuain. Non è un dettaglio da sottovalutare”

E il Napoli senza Higuain?

“Tutto da scoprire. Si parte, però, da una certezza: Sarri. E’ un allenatore bravissimo, anche se i miracoli li fa soltanto il Signore… Diciamo che a livello individuale ha perso qualcosa, però sul piano del gioco può continuare a stupire. Vede, il Napoli è una delle poche squadre italiane che ha uno stile. Significa che, quando la guardo, riconosco la mano del tecnico, ha un’identità ben precisa. A Napoli il salto di qualità deve farlo l’ambiente”


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