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Rovato: innovativo Corso di Falegnameria con docenza condivisa

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Alla Ricchino innovativo Corso di Falegnameria con progettazione, a docenza condivisa per declinare insieme estetica e funzionalità

La tradizione della lavorazione artigianale del legno è più che secolare alla Scuola d’Arti e Mestieri “Francesco Ricchino“, dove si sono succeduti generazioni di maestri della levatura dei Rivetti. A partire dal capostipite Clemente, cui “non solo Rovato, deve imperitura riconoscenza per la sua infaticabile operosità” come artigiano nella lavorazione del legno e come maestro di generazioni di allievi ai quali si sforzò sempre di trasmettere la passione per il lavoro ed il culto per l’arte.

Oggi il Corso di Falegnameria con progettazione gode di ottima salute. È strutturato in tre anni e fornisce agli allievi conoscenze scientifiche ed abilità tecniche adeguate ad avventurarsi nell’affascinante mondo del legno.

Il legno è da sempre il materiale a noi più famigliare perché è quello più usato per costruire manufatti di uso e di abbellimento. Tutti sentiamo il fascino del suo calore fatto di venature, di colori, di odori che ne distinguono e caratterizzano le varie specie.

La Scuola possiede, al riguardo, una xiloteca molto fornita, composta da ben settantacinque campioni di specie arboree della zona, per addestrare gli allievi allo studio botanico e tecnologico dei legnami. Per conoscere pregi e difetti di ogni legno ed acquisire la capacità di scelta già sin dalla materia prima. Che sia legno di buona qualità e adeguata stagionatura.

La singolarità dell’attuale corso è che la docenza è condivisa tra un artigiano falegname ed un architetto designer.   Sono due ex allievi che, col tempo, si sono trasformati in docenti. Come da migliore tradizione di questa secolare istituzione rovatese.

Stefano Brescianini, è figlio d’arte: il padre e lo zio sono falegnami ebanisti da una vita. Lui conosce la Scuola a undici anni, frequentando il corso preparatorio al disegno tecnico, meccanico e artistico. È sempre stato vicino alla Ricchino, anche se ha fatto esperienze diverse frequentando corsi di intaglio ligneo e di scultura. Dirige il corso di Falegnameria dal 1997.

Vittorio Turla, è architetto insignito del “Compasso d’oro” (2018) per il design, anche lui con la passione per il legno. E da laureato, con umiltà e modestia, frequenta il corso di falegnameria tenuto dal Brescianini. Finisce i tre anni di corso curriculare ma continua a frequentare come “fuori corso”. Altra caratteristica peculiare di questa Scuola, dove gli allievi si sentono accolti e gratificati. Continuando a frequentare anche a ciclo formativo ultimato. Donando e ricevendo.

Una accoppiata vincente

Da sinistra: Vittorio Turla e Stefano Brescianini, nella xiloteca della Scuola, insieme ad un allievo

L’incontro tra i due presto si rivela una accoppiata vincente. Tante sere, alla fine delle lezioni, si trattengono a parlare e discutere di didattica e progettazione. Ambedue possiedono mente aperta, al dialogo ed al confronto. Consapevoli che dall’incontro- confronto tra conoscenze ed abilità diverse, e complementari, può nascere il nuovo.

Hanno avuto la pragmatica umiltà di essere disponibili a passare dal ruolo di maestro a quello di discente e viceversa. E il gioco è stato fatto. Il Corso di falegnameria ha intrapreso una strada nuova: si insegna non solo realizzare un manufatto, ma anche progettarlo ex novo. Fregiandosi anche nella sua denominazione ufficiale di questo valore aggiunto, diventando Corso di Falegnameria con progettazione.

Brescianini mette a disposizione la sua pluridecennale esperienza in laboratori artigiani dei settori più svariati che spaziano dagli arredi del comparto commerciale per finire a quello nautico. Dove le tecniche di lavorazione, gli incollaggi e gli incastri, l’uso di vari legnami sono molteplici. Ma soprattutto il “nostro” falegname porta il suo bagaglio di umanità, fatto di passione: per il mestiere e per il desiderio di trasmetterlo a chi vuole imparare. Egli è il maestro della tecnica.

Ed i riconoscimenti non gli mancano. Infatti, gli è stato affidato l’insegnamento della falegnameria agli ospiti del CPS di Iseo e di Rovato, nonché nel CPF Zanardelli di Brescia, per i ragazzi disabili. Il lavoro con il legno è molto formativo per loro, che ne ricavano giovamento terapeutico. Sono settori in cui bisogna avere grandi doti di umana sensibilità verso chi è più sfortunato di noi. E questa sapienza del cuore, al nostro profe non difetta affatto.

Turla lavora in uno studio di progettazione e design, la cui filosofia è quella di tendere a “disegnare oggetti che abbassano il rumore di fondo, che sorprendano nella loro essenzialità, che rivelino il pensiero al di là della semplicità”.  Una filosofia che si ispira alla sobrietà ed  alla grazia. Egli è il maestro della forma. Che, del resto, manifesta anche nel garbo e nell’eleganza con cui si pone conversando con un interlocutore.

Con la sua esperienza di designer, ha portato nel corso un fresco alito di novità e svecchiamento del tradizionale lavoro di bottega. In laboratorio si spazia dalla progettazione di un mobile alla realizzazione di un utensile. L’allievo viene invogliato ed addestrato prima alla creatività dell’ideazione e poi alla risoluzione dei problemi tecnici realizzativi. Prevedendo e prevenendo eventuali problematiche e criticità.

L’offerta didattica

L’offerta didattica del duo Brescianini-Turla è alquanto accattivante per gli appassionati del legno e delle sue molteplici possibilità creative. Molti giovani sono attratti da questo approccio didattico non tradizionale, che non insegna solo la falegnameria di bottega ma anche una sua prospettiva più originale, moderna, complessa.

Maestro della tecnica e maestro della forma – insiemecostruiscono una scommessa tecnica, che tende ad accoppiare estetica e tecnologia, l’arte e l’artigianato. Che non sono necessariamente rivali, ma possono benissimo sposarsi ed armonizzarsi. Dipende da chi fa da catalizzatore nel metterli insieme. Ci vuole fantasia, creatività, passione e costanza.

Allievi a lavoro nel laboratorio di falegnameria
Allievi a lavoro nel laboratorio di falegnameria
Un allievo rifinisce un tavolo

Sono doti che ai due docenti non mancano. Chi frequenta lo coglie e lo apprezza. Il passaparola circola, di bocca in bocca ma anche sui forum della rete.  Non per nulla gli allievi di falegnameria  quest’anno sono trenta, provenienti anche da fuori provincia.

Molti sono attratti dall’attenzione verso il mondo dell’artigianato, che rischia di essere travolto dalla tecnologizzazione imperante frutto della produzione in serie. Al Corso di falegnameria si percorre la strada innovativa di trasferire tecnologie moderne alle tradizionali abilità artigiane. Prospettando un futuro meno deprimente per il lavoro creativo.

È una sfida che affascina i giovani. Perché un falegname ed un architetto, collaborando insieme, pare che ci stiano riuscendo, a vincere con successo questa sfida, fascinosa e promettente.

Informazioni sul corso: https://www.scuolaricchino.org/

Rovato: innovativo Corso di Falegnameria con docenza condivisa // Carmelo TOSCANO/ Redazione Lombardia


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