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Romeo e Giulietta”, sabato 23 Luglio, ha chiuso la stagione teatrale di prosa che da anni viene ospitata dal Teatro Romano di Verona . Quest’anno ricorrono i 400 anni della morte del grande tragediografo Inglese e le dodici serate in cartellone dell’Estate teatrale Veronese gli sono state tutte dedicate .
Il regista Andrea Baracco ha osato in modo impavido rappresentare in chiave moderna la tragedia d’amore più emozionante e la più conosciuta scritta dal drammaturgo Inglese William Shaekespeare , ”Romeo e Giulietta”.
Interpretata da un famoso Alessandro Preziosi che ha impersonificato Mercuzio, da una talentuosa Lucia Lavia nei panni di Giulietta e da Antonio Folletto che ha dato prova di eccezionale performance fisica nel ruolo di Romeo. Un trio che ha saputo trasmettere allo spettatore ciò che il regista ha voluto : un dramma borghese,un dramma generazionale.
La scenografia di Marta Crisolini Malatesta è statica , due cubi di plexiglass con le pareti trasparenti a rappresentare le dimore delle due famiglie rivali, i Montecchi da una parte e i Capuleti dall’altra . Immediatamente lo spettatore percepisce l’idea di una rappresentazione in chiave moderna . Così anche i costumi dei protagonisti,curati da Irene Monti, non altro che abiti attuali , non richiamano sicuramente alla nostra mente quei tempi passati del 1300 .
Le musiche di Giacomo Vezzani accompagnano l’intera rappresentazione, l’apertura è affidata alla ben nota canzone di Fabrizio de André con ”Amore che viene amore che vai”, altri pezzi musicali sono sicuramente mutuati da brani rock.
Il linguaggio degli attori a volte triviale, volgare , molto pesante, altra caratteristica di una rappresentazione translata in tempi moderni da quella tradizionale, infastidisce.
Assistiamo ad un alternarsi tra dinamismo e staticità da parte dei protagonisti , a notevoli colpi di scena . I monologhi e i dialoghi di Mercuzio sciorinati da un bravo Preziosi catturano sicuramente l’attenzione del pubblico. Un Mercuzio ambiguo sia nei gesti che nel tono della voce.
La scena finale si chiude con gli innamorati che dopo aver bevuto la porzione velenosa si concedono un’ultima sigaretta, quella del ”condannato a morte”, ignari attendono la morte .
È una interpretazione unica, singolare. Per gli amanti della tragedia è di forte impatto, non a tutti può piacere , sicuramente questo modo di rappresentazione può far avvicinare al teatro e far appassionare un genere di spettatori giovani .
”Romeo e Giulietta” sarà in programmazione nella tourné in vari teatri e città italiane: Da vedere!
Francesco Cecoro
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