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lla vigilia della sfida di domani sera all’Olimpico contro il Torino di Giampiero Ventura, Luciano Spalletti torna a parlare ai cronisti nella consueta conferenza stampa pre match. Tanta la carne al fuoco, a seguito delle polemiche al veleno seguite al rocambolesco pareggio di Bergamo avvenuto domenica scorsa…
“Mi spiego i pareggi- afferma Spalletti – nel senso che può succedere che ci siamo dei momenti in cui le cose non girano per il verso giusto. Nel duello perdiamo un po’ le nostre caratteristiche e la partita può diventare più fisica, è per questo che ho schierato quella formazione contro l’Atalanta. Sia in questa occasione che in precedenza contro il Bologna, tuttavia, la squadra ha fatto vedere buone cose: anche se mi sarei aspettato più esperienza dopo il 2-0, ci sono state buone reazioni (dopo il 3 a 3, domenica ci è capitata anche la palla del 4 a 3 per ribaltare il risultato). Siamo andati in difficoltà dal punto di vista degli equilibri, non invece dal punto di vista fisico e potremmo andare incontro allo stesso rischio anche contro il Torino di Ventura. Dobbiamo fare attenzione a questa partita perché lui è bravissimo a trasferire ai suoi calciatori i suoi dogmi. Se stiamo attenti possiamo farcela.
VICENDA TOTTI “Non ne parliamo è più, per noi è tutto ok, abbiamo già messo a fuoco ieri tutto quello che è avvenuto, ora siamo concentrati sulla partita di domani. Una squadra non dipende da un giocatore e questo vale per Keita così come per Totti dopo il gol che ha siglato domenica. Debbo moderare questi messaggi, ci sono altri giocatori che sanno giocare la palla e fare contrasti come Seydou. Allo stesso modo, perché togliere i meriti della giocata di Perotti e Dzeko e dei contasti spezza gambe di El Shaarawy ed Emerson e poi della riconquista del pallone di Florenzi su quel gol? È un voler distorcere, è un voler togliere dei meriti a qualcuno per attribuirli a qualcun altro e questo non posso accettarlo. Si sta parlando solo di Totti, giustamente, perché è uno di quelli che hanno fatto la storia della Roma. Io cerco di trovare e di far crescere altri 4 o 5 Totti perché mi servono per avere un collettivo più forte e per farlo devo moderare i messaggi che vengono mandati alla squadra. Nelle 24 ore in cui una giornata si compone, tocca usarne 7 o 8 per dormire, 3 per allenarsi, poi altre per recuperare. Mi hanno chiamato proprio per far rispettare delle regole e per cercare di vincere tutte le partite ed anche se da quello che si legge sembra che abbiamo sbandato totalmente, in realtà abbiamo ancora il volante dell’automobile sotto controllo. Probabilmente Francesco l’ho fatto giocare poco ma non lo avrei fatto entrare sul 3 a 2 per loro se non lo tenessi in considerazione, sarebbe stato più brutto se lo avessi fatto giocare su un risultato di 3-0 per noi. C’è un capitano e poi c’è la squadra. Io guardo agli interessi della squadra perché mi pongo il solo obiettivo della vittoria della Roma e quando scelgo la formazione non ho né padre né madre né figli. Mi dispiace per Francesco se la interpreta diversamente, ma io dico cose sane, cose che penserebbe qualunque allenatore. Un allenatore sceglie la formazione per vincere e basta, non deve avere un’anima. Mi dispiace per Totti, vedo che si allena bene ma fino a quando ci sarò io lo farò giocare se mi serve”.
DIFESA IN DIFFICOLTA’ A BERGAMO… “Sul primo gol subìto a Bergamo, Manolas entra con la guida della palla sul fianco destro di De Rossi, Digne e Rudiger sono di tre o quattro metri oltre il loro avversario, Zukanovic si apre anche lui per andare a puntare qualora ricevesse palla. La mia squadra non può fare questi errori sul 2 a 0 per noi! Poi Digne riparte e nel recuperare la posizione rallenta un paio di volte, loro trovano quello spiraglio e segnano, la colpa non è di uno solo”.
FUTURO E RAPPORTI CON LO SPOGLIATOIO “Sul mio futuro, se non succederanno cose a livello societario, io rimarrò qui, ho un contratto. Voglio bene ai miei calciatori, cerco di instaurare con loro non soltanto un rapporto, ma addirittura un contatto: li abbraccio, qualcuno l’ho anche baciato. Poi, però, non voglio bene a tutti allo stesso modo, voglio più bene a quelli che si curano i tacchetti prima di entrare in campo per esempio, o che arrivano puntuali all’allenamento. Insomma, distribuisco meriti giusti a quelli che hanno un comportamento giusto.
CASO DZEKO “Dzeko ci deve far vedere che è Dzeko, da qui in avanti dipenderà tutto da lui. Se mi dimostra di essere quel calciatore lì io sto a guardare. In sostanza, se tira fuori le sue qualità lo uso altrimenti no. D’ora in poi ci deve far vedere quanto vale perché non c’è più tempo”.
Claudia Demenica
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