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Roma-Genoa, Spalletti: “Non so se la Roma cambierà allenatore, ci si rivede con la società lunedì o martedì”

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NOTIZIE AS ROMA – Quella di domani sarà una giornata storica, destinata ad entrare negli annali del calcio e non solo: Roma-Genoa del 28 maggio 2017 sarà l’ultima partita di Francesco Totti con la maglia della Roma. Lo stadio sarà gremito per l’ultimo saluto all’immenso capitano che per 25 lunghi ed emozionanti anni ha guidato la Roma verso gioie (poche) e dolori (parecchi). In tutto questo, però, c’è un secondo posto da blindare definitivamente perché il Napoli (in scena al Marassi contro la Sampdoria sempre alle 18), sarebbe pronto ad approfittare di un eventuale passo falso dei giallorossi. Quella di domani, dovrebbe essere anche l’ultima partita di Luciano Spalletti sulla panchina: il tecnico toscano dovrebbe, infatti, approdare all’Inter per un ricongiungimento ormai annunciato con Walter Sabatini. Ultima conferenza stampa nella sala di Trigoria, quindi, quella di oggi per il mister. Andiamo a vedere cosa ha detto ai cronisti presenti:

Quali sono le insidie per la partita di domani in una giornata così particolare?
“Sempre le stesse: che la testa venga portata su un momento lucentissimo e importante e si potrebbe perdere di vista l’obiettivo primario. Che festa sarebbe senza 3 punti? Bisogna riesibire la nostra forza, quella è la benzina che ci ha portato a giocarci questa partita”.

In cosa la squadra è cresciuta di più ripercorrendo la stagione?
“Forse la cosa fondamentale è aver usato la strategia che ogni volta si riparte da zero. Quando vinci aumenta l’ego e diventa più un io che un noi. Ci vuole il noi per fare risultati. Se ogni volta che vinci una partita fai loro capire che bisogna ripartire da zero, quella è la miglior medicina. Il ripartire da zero è stato fondamentale: noi non abbiamo mai preso imbarcate. Abbiamo perso delle partite fondamentali e ce le ricordiamo tutte ma siccome ne abbiamo vinte tante, molla oggi molla domani…il ripartire da zero tutte le volte è stata la forza di questa squadra”.

Totti domani gioca dal 1’? Cosa rappresenta questa partita per un giocatore che ha fatto la storia?
Totti giocherà un bel pezzo di partita, quello più importante. Significa essere fortunati perché ho avuto la possibilità di apprezzarlo non solo quando c’è stata la partita, ho avuto la fortuna di accorgermi della qualità del suo piede e delle sue giocate, di accorgermi in ritardo delle sue anticipazioni di lettura per cui sono uno fortunatissimo. Io l’ho visto segnare per tante volte e ce ne sono molti che potrebbero essere messi in fila in una lista lunghissima come i più belli ma poi rischi di mettere in trentesima posizione gol che meriterebbero di stare nella prima, poi ci sono quelli in allenamento. Lui ancora si deve esprimere sul suo futuro. Vorrei sentirlo parlare contento della sua decisione per il futuro”.

Sarà anche la sua ultima o aspetta il presidente per chiarire il suo futuro?
Bisogna arrivare in fondo, mi sono appuntato che in questa partita c’è tutto quello che cerchiamo da un anno, ci sono i discorsi che ci siamo fatti negli allenamenti, nello spogliatoio, nei 5 minuti di confronto con la squadra. Per noi questo era un obiettivo fondamentale e non vogliamo sbagliare niente, dobbiamo tutti essere concentrati per la vittoria, questi 3 punti sono fondamentali per far venire bene questa festa, sennò la festa ce la fanno gli altri. Il Napoli è una squadra che non mollerà fino all’ultimo, gioca bene. Noi siamo una squadra fortissima che qualche volta ha perso ma che non ha mai tradito. Di questa squadra ci possiamo fidare, è una squadra da Roma che ogni volta ha fatto vedere il suo valore”.

Qual è il ricordo che la lega di più a Totti e quella che le può aver dato fastidio?
Il pensiero che mi lega di più a Francesco è quello della forza del giocatore, della personalità quando entra in campo perché poi una qualità fondamentale per il calciatore oltre alla tecnica e alla fisicità è il carattere: quando sei in una situazione in cui tutti ti fanno sentire scomodo e tu fai il contrario; che qui comando io nel senso che datemi la palla sui piedi e vi faccio vedere io. Ci sono stati dei momenti i cui io non ho condiviso le sue prese i posizione. Siamo colpevoli tutti, lo abbiamo creato questo grandissimo calciatore che può ricoprire qualsiasi cosa di cui si parla perché è Totti. Ha qualità, in qualcuna bisogna che faccia conoscenza più approfondita perché essere capitano significa qualche volta donare tutto quello che hai agli altri. Magari lo ha fatto, ma agli altri il messaggio non è arrivato. Per noi tutti, è sempre stato messo davanti e magari annullando quella che è la qualità di un altro calciatore cosa che invece dal punto di vista di un allenatore, club, tifoseria dovrebbe essere sviluppata nel senso che la Roma deve vincere, non ci dobbiamo accontentare se ha vinto Totti, perché lui ne ha avuti tanti ma lui da solo non basta anche se dei numeri importanti li ha fatti. Poi voi la rigirate che io ce l’ho con Totti. Siamo io e te, poi ci si mette di mezzo lui. Lui sbagliò sei rigori di fila, ogni volta D’Ubaldo titolava ‘il prossimo lo tiro io’. Secondo me un giocatore quando sbaglia 3 rigori, si può cominciare a parlarne però poi l’allenatore sei tu e ti avvicini a quei 2 o 3 che possono batterlo ma ti dicono ‘eh no mister, se si avvicina Francesco…’ Se se ne fosse segnato qualcuno in più qualche punto in più si sarebbe fatto. In quel momento lì la cosa non mi andò bene. Secondo me Totti è un dono che è stato fatto a tutti quelli che amano questo sport e qui gli vogliamo tutti bene. Poi qualche volta Totti viene usato per altri fini. Lasciategliela fare, a Vocalelli, la prima pagina come vorrebbe. Vuole stanare, ma poi finisce per essere stanato. Vuole far vedere che gli vuole bene, ma poi scrive ‘Totti stana la Roma’ ed è una cosa brutta in questo momento. Menomale che si è ricreduto, è un appello: lasciategli fare il titolo che vuole in prima pagina”.

Se decidesse di interrompere l’avventura 2.0 con  la Roma, ci conferma che sarebbe l’Inter la squadra prescelta?
“Questa fa più ridere di quella di prima. Si tenta di andare a mettere un po’ di veleno affinché ci si morda tra di noi. Noi si tenta di remare verso la stessa direzione che è quella di fare grande la Roma e adesso si pensa solo a questa partita qui, il resto non conta”.

Nel caso in cui dovesse andar via, la Roma sarebbe costretta a prendere il 14° allenatore in 14 anni. È veramente così difficile lavorare in questa città?
“Non è complicato, è una situazione corretta dove si può lavorare benissimo ma l’essenziale è fare chiarezza che si lavora nella stessa direzione. Siamo un corpo unico, poi gli allenatori si cambiano, succede. Sono situazioni che fanno parte dell’intuizione della professione che facciamo. Non so se il prossimo anno la Roma avrà cambiato allenatore. Ci rincontreremo la prossima settimana, credo si possa dire. Domani c’è da dare spazio allo sviluppo della partita ma se poi effettivamente Francesco dice che è l‘ultima partita lo spazio è tutto per lui. Ci si rivede lunedì o martedì con la società per parlare di quello che è l’ordine del giorno in quel momento lì”.

In questi giorni avrai letto tutte le considerazioni fatti sul tuo futuro su un’altra partita. Questo ti ha dato fastidio o ti ha dato una carica in più?
“Io ho fatto vedere che nonostante il campionato difficilissimo venuto fuori, facendo queste vittorie di fila si è visto che questa è una squadra di campioni. Se non ho vinto nessun titolo la responsabilità è mia, ma si è fatto vedere che ogni volta che la squadra ha perso non ne ha mai perse 2 o 3 di fila, ha portato un risultatino a casa che permettesse di avere fiducia. Gente come Vermaelen, Alisson, Gerson va ringraziata, non li ho fatti mai giocare ma sono stati fondamentali per arrivare a questi risultati. Che domenica si deve vincere lo sanno tutti, poi si deve vedere che hai dentro e soprattutto chi ha giocato poco che continua ad allenarsi sempre alla stessa maniera pigiando l’acceleratore fino in fondo. Quelli che ho fatto giocare non li devo ringraziare, il mio pensiero va a quelli che hanno giocato poco. Abbiamo avuto a che fare con dei calciatori professionisti e con degli uomini veri”.

Diretta testuale di Claudia Demenica copyright-vivicentro


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