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Roma-Fiorentina, Spalletti: “Posso fare il mio lavoro ancora meglio. Il nuovo stadio non è una minaccia”

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OTIZIE AS ROMA – Sono giorni concitati in casa Roma, tra l’incontro che si terrà domani al Viminale per parlare della rimozione delle barriere in Curva Sud con il Ministro dello Sport Lotti e quello dell’Interno Minniti ed il vertice in Campidoglio con il sindaco Raggi per la stretta decisiva sul nuovo stadio di Tor di Valle.
Oggi la Raggi ha risposto via Twitter alla sollecitazione arrivata ieri dalla società per bocca dei suoi tesserati, che hanno lanciato un hastag diventato di tendenza in pochissimi minuti. Ieri, infatti, Luciano Spalletti si era reso protagonista  di un’irruzione durante il collegamento da Trigoria del giornalista di Sky Angelo Mangiante ed aveva lanciato il tema del giorno: “Famo sto stadio, non solo a Roma ma in tutte le città d’Italia”. Questo l’appello del mister giallorosso, che nel giro di pochissime ore ha fatto il giro del web diventando uno spot virale. Anche Totti si è schierato accanto alla società e al tecnico, e attraverso i suoi  canali social ha diramato un messaggio alla giunta capitolina: “Vogliamo il nostro Colosseo moderno”. Oggi, la Raggi ha risposto al capitano, twittando questa frase: “ Ciao Francesco Totti, ci stiamo lavorando. #Famostostadio nel rispetto delle regole. Ti aspettiamo in Campidoglio per parlarne”.

Intanto, è già tempo di Roma-Fiorentina, che diventa quasi un crocevia dopo il passo falso di Genova. Come di consueto, Spalletti ha risposto alle domande dei cronisti alla vigilia del match. Queste le sue dichiarazioni:

“Jesus rientra in gruppo,per Perotti lavoro individuale. Si valutano le risposte ma per domani non ci sarà. Florenzi prosegue il percorso riabilitativo e Vermaelen è fermo per un trauma contusivo alla mano, bisogna vedere come farlo allenare nei prossimi giorni, vanno valutate bene le cose, penso che il dottore faccia uso di specialisti per vedere qual è il limite che si può usare”.

Dopo la partita di andata con la Fiorentina, lei parlò di mancanza di cattiveria. Ora vede una Roma diversa?
Sì, c’erano stati episodi di gioco che si potevano usare in maniera diversa. Bisogna dare più importanza a ciò che dipende da noi. Si tratta di una squadra che è cresciuta ma ha ancora possibilità di miglioramento. Dobbiamo metterci di più nella velocità del gioco offensivo ma come qualità dobbiamo mantenere quella che abbiamo. La mia squadra non sta attraversando un brutto momento, stiamo abbastanza bene”.

Come valuta il percorso della squadra viola?
“Ora sta molto bene, sono stati bravi a riorganizzarsi, hanno ritrovato la condizione e la presenza di qualche calciatore forte e ora sono una squadra forte. Nelle ultime partite hanno fatto prestazioni, sono una squadra forte”.

Si sta parlando tantissimo del nuovo stadio di proprietà che non è un’occasione solo dal punto di vista occupazionale, ma per tutto il calcio italiano…
“Sicuramente per quello di cui mi sono reso conto andando in giro per il mondo ci sono sempre risvolti positivi per l’economia delle città che si possono abbinare a questi progetti qui. Sentivo che la mia società ha già investito molti soldi su questo progetto, spero che la politica non c’entri niente. Io quando vado a Londra e vedo 10 stadi fatti da investitori americani e russi penso che la bellezza della città è stata determinata anche da questi investitori che ci hanno messi dei soldi. Se ce lo fanno, se se lo pagano…. È chiaro che ci sono delle regole che vanno rispettate, ma non mandiamo il messaggio che sia una minaccia da cui dobbiamo difenderci, perché dall’esterno si vede anche questo. È giusto che si parli di regole, ma poi bisogna trovare una soluzione. Anche nei paesi che hanno meno potenzialità ci sono stadi più adeguati dei nostri. Mi è sembrato di non essere il solo che la pensa così, tutte queste persone vanno ascoltate”.

Considerato il successo della Juve, è chiusa la lotta scudetto? E bisogna difendere il secondo posto dal Napoli?
“Bisogna rimanere attaccati a tutto ciò che è possibile. La Juve sta andando forte, ma è copiando loro che bisogna trovare sempre stimoli per fare meglio. Dobbiamo lavorare e giocare pensando che sia ancora tutto possibile. Del Napoli sapevamo. Sono costruite bene, sono anni che si lavora dietro a questi progetti, che vengono esercitati ruoli nella maniera corretta. Il Napoli va a chiedere i giocatori per giocare il calcio dell’allenatore, il presidente è ambizioso, anche lì sento parlare di stadio, c’è la passione dei napoletani. Sono due squadre forti ed essere in loro compagnia significa essere una squadra forte”.

Mi sembra che lei si sia particolarmente esposto con Mangiante, a quanto si dice si sarebbe sentito anche con Lotti per la vicenda barriere. Sente la necessità di dover assumere anche un ruolo esterno al campo, come un dirigente?
Sento la necessità di fare bene il mio lavoro. La squadra in determinati momenti ha fatto vedere di usare tutte le qualità che aveva ed è riuscita a vincere diverse partite, in altri momenti si vede che devo fare meglio il mio lavoro. Abbiamo una società forte, il progetto stadio dimostra che vogliono dare un futuro importante alla città. È chiaro che poi se si parla di barriere, parlo con il ministro Lotti, non con il mio amico Lotti. Ci vogliono dei perché validi e professionali, non si vanno a fare delle cose perché l’uno è amico dell’altro. Mi sembra di essere stato già attento perché allo stadio devono venire le famiglie ed i bambini. C’è bisogno di divertirsi allo stadio, di farlo frequentare e quelli che usano lo stadio per far casino devono stare a casa, non devono venire. Dobbiamo prenderci delle responsabilità in questo, ma l’esistenza di qualsiasi barriera è un ostacolo al confronto civile. Bisogna comportarsi bene. Regole, adeguamento alle regole, civiltà, libertà, giusti comportamenti”.

Gerson è tornato da Lille ed è finito in Primavera. È stata una sua scelta?
“Certo, ma non vedo niente di strano. È la prima volta che ci va perché noi si gioca di martedì, ma non c’è nessuna punizione per il ragazzo, altrimenti non avrebbe fatto il capitano. Ha bisogno di giocare e ce lo mandiamo. Vediamo poi a che punto è nella realtà. Il fatto che sia stato mandato lì perché l’abbiamo punito è una c*****a”

Domani ci saranno Badelj e Borja Valero che sono stati spesso accostati alla Roma. Cosa avrebbero potuto aggiungere a questa Roma?
“Da un punto di vista mio è giusto andare sulle cose pratiche che danno vantaggio a noi. Sono contento di quelli che ho, non ho rimorsi rispetto a quello che potevamo riuscire a creare parlando di loro. Abbiamo fatto anche altri nomi, Borja Valero lo vogliono tutti, è un giocatore che dove lo metti sta, ma noi ne abbiamo due ugualmente forti. Siamo dovuti andare su altre scelte che sono ugualmente importanti e siamo contenti delle scelte che abbiamo fatto. Loro non hanno solo questi due calciatori, ma hanno giovani di prospettiva ed una società forte. Sarà un confronto di alto livello e noi siamo contenti dei calciatori che abbiamo”

Qualcuno della squadra le ha chiesto di firmare il rinnovo e questo potrà incidere sulla sua decisione?
“No, non penso che ai calciatori interessi il mio contratto. Si rimane così come ho detto fino in fondo al campionato. È chiaro che ci sono delle scadenze e delle priorità da far valere, ma i contratti vano meritati sul campo, rimane tutto così”.

In queste ore si è parlato di stadio e di barriere. Lei pensa che i calciatori possano essere distratti? La Raggi ha invitato Totti al Campidoglio per parlare dello stadio, se invitassero lei ci andrebbe?
“I giocatori, essendo una città che ha degli echi facili, debbono essere pronti ad assorbire anche qualcosa di diverso per l’importanza del club, per la passione numerica degli sportivi che sono dietro questa squadra. È chiaro che se c’è la possibilità di dare un contributo, una spinta per la crescita ed il futuro bisogna fare anche questo, ma diventa fondamentale questa sfida qui, loro lo sanno e quando si rientra nello spogliatoio si parla di questo.  Io non ho i titoli per andare a parlare con nessuno. A parlare con la Raggi ci devono andare le personalità competenti per questo confronto, come il presidente ed il dg, io devo fare al meglio il mio lavoro, perché secondo me posso farlo ancora meglio”.

Come sta fisicamente la squadra ed è preoccupato dal tour de force che attende la Roma?
“No non sono preoccupato. Non dimentichiamoci che il Cesena andava fortissimo. Anche in Inghilterra capita che grandi squadre vadano fuori con avversari di serie minori, succede tutti gli anni. Probabilmente loro avrebbero meritato i supplementari, ma la Roma nel secondo tempo è cresciuta, ha messo a posto quello che non andava bene all’inizio e per questo è giusto che abbiamo avuto l’accesso alla semifinale”.

Un campo usurato dal rugby potrebbe condizionare il rendimento delle due squadre?
“È una cosa su cui ci siamo informati, mi è sembrato di sentir dire che abbiano sostituito le zolle di una delle due porte, lì dove il campo era stato bisticciato di più. È giusto tutelare lo spettacolo che si offre, lo valuteremo ma abbiamo la massima disponibilità per riuscire a sistemare. Questa addizione di eventi non ci voleva, visto che piove oggi e domani. Si tratta di due squadre forti, che troveranno strade diverse per far apprezzare il risultato finale”.

Lei dice che i contratti sono legati ai risultati, ma ci sono dei paletti che lei ha posto? Vincere la Coppa Italia per esempio?
Se si arriva secondi, se si creano presupposti di crescita oppure vincere, che vuol dire arrivare primi in qualche competizione. Si arriva in fondo e si valuta tutto questo: le vittorie, gli elementi, se io son contento di lei e lei è contento di me e si tirano le somme”.

Claudia Demenica copyright-vivicentro


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