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Rissa e atti osceni in un bar di Capo d’Orlando (ME). Denunciate 4 persone

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La Polizia di Stato di Capo d’Orlando ha denunciato 4 persone per rissa, cui uno, importunando delle ragazze si era abbassato i pantaloni.

span style="font-size: 14pt;">Rissa e atti osceni in un bar del centro palatino:

Protagonisti dell’episodio, verificatosi la sera dello scorso 16 settembre, sono 4 uomini di cui due di Capo d’Orlando e due di Acquedolci.

Il trentottenne di Acquedolci si è abbassato i pantaloni:

Stando a quanto accertato dai poliziotti del Commissariato di P.S. di Capo d’Orlando, intervenuti  sul posto a seguito di una segnalazione per rissa in atto, i due soggetti di Acquedolci di 48 e 38 anni, dopo avere importunato delle ragazze sedute ad un tavolo vicino, addirittura il 38ene abbassandosi il pantalone e mostrando loro il sedere, hanno minacciato il proprietario del locale e il padre dello stesso, che avevano tentato di porre fine all’azione dei due individui.

Da lì ne è scoppiata una rissa.

L’attività d’indagine svolta dagli agenti, grazie anche alla visione delle immagini del sistema di videosorveglianza del locale, ha permesso di risalire all’identità dei soggetti coinvolti nonché all’esatta ricostruzione dell’evento.

Denunciate quattro persone:

Pertanto, i quattro sono stati tutti denunciati in stato di libertà per il reato di rissa, il trentottenne dovrà rispondere anche di atti osceni in luogo pubblico.

L’opinione.

C’è di tutta evidenza, tranne per chi non può o non vuole vedere, troppa gente come senza più freni civili, etici ed umani. Massacrare di botte, violentare, prevaricare, come pure nella fattispecie abbassarsi i pantaloni importunando delle donne (ma anche se fossero stati uomini) viene ormai interpretato da sempre più individui quasi fosse un comportamento ammissibile. Come se la propria libertà di agire, per essere tale, debba sovrastare se non anche annullare quella degli altri e quindi i diritti, la dignità e l’inviolabilità di terzi. Da parte di un Governo e un Parlamento serio, ci sarebbe da fare una profonda analisi, socio-psicologica-giuridica, possibilmente con onestà intellettuale e non per appartenenza politica oppure in quanto esperti assoldati di parte peggio ancora se in modo dissimulato, affinché si cominci a ragionare e concretizzare delle soluzioni efficaci, certe e soprattutto costanti nel tempo. Nessuno infatti pensi che con la mente umana, tanto più quando coinvolge una moltitudine di soggetti, basti fare una delle tante passerelle propagandistiche di presenza specialmente estive o sui media, oppure manifestazioni occasionali nelle scuole (a volte entrambe anche per prendersi dei contributi pubblici) o ancora buttare giù una legge senza prevedere un forzoso corollario e direttive di complessiva rieducazione sociale e psicologica, per potere recuperare atteggiamenti più consoni alla nostra epoca moderna e progressista. Ci dice la scienza moderna che a volte non basta una vita per far questo. Però se non si inizia ce ne vorranno poi due di esistenze. E purtroppo in questa Nazione non si comincia quasi mai pragmaticamente, salvo annunci, retorica, ampollosità, ipocrisia e declami.

Adduso Sebastiano

 

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