Recepita la normativa nazionale. I deputati M5S del Consiglio di Presidenza. Si risparmieranno 4,3 milioni l’anno. Ora tagliare anche i vitalizi.
Scatta il taglio delle pensioni d’oro per gli ex burocrati dell’Assemblea Regionale Siciliana (ARS). Sarà del 40% per i trattamenti economici che superano i 500 mila euro l’anno. Stimato un risparmio di 4,3 milioni ogni anno.
Gli importi sono ridotti in base alle seguenti aliquote percentuali: -15% per le pensioni da 100 a 130 mila euro; -25% per quelle da 130 a 200 mila euro; -30% per le pensioni da 200 a 350 mila euro; -35% per quelle da 350 a 500 mila euro; -40% per le pensioni superiori a 500 mila euro.
Il taglio verrà fatto a prescindere dal sistema di calcolo adottato per la liquidazione delle stesse pensioni. La riduzione delle pensioni non riguarderà gli ex dipendenti “dispensati dal servizio per motivi di salute”. I risparmi della spesa pensionistica, derivanti dall’applicazione della norma, saranno accantonati in un apposito fondo istituito nel bilancio dell’Ars.
“Grazie al governo nazionale anche l’Ars dovrà applicare il taglio alle pensioni d’oro per il personale in quiescenza, abbiamo appena approvato quella che sarà una bella sforbiciata fino al 40% alle pensioni che vanno dai 100 mila ai 500 mila euro l’anno: i siciliani risparmieranno 4,3 milioni di euro ogni anno a partire dal 1° gennaio 2019 e fino al 31 dicembre 2023” esultano i 5 stelle all’Assemblea Reginale Sicilia.
E aggiungono i deputati regionali del Movimento 5 Stelle, componenti del Consiglio di Presidenza all’Ars, Giancarlo Cancelleri, Salvatore Siragusa e Stefano Zito, dopo il varo della delibera approvata in Consiglio di presidenza che prevede il contributo di solidarietà sul trattamento pensionistico corrisposto al personale in quiescenza “Abbiamo dato una bella sforbiciata ai privilegi dei burocrati di questo palazzo, dall’ex segretario generale, il cui stipendio è sempre stato il ‘quarto segreto di Fatima’, alle varie cariche apicali di questo palazzo. Siamo riusciti a tagliare anche del 40 percento le loro pensioni, con un provvedimento che ci consentirà un risparmio di oltre 20 milioni di euro nei prossimi 5 anni”.
Adesso la battaglia continua per il taglio ai vitalizi degli ex onorevoli concludono i deputati pentastellati “Siamo convinti che entro luglio vinceremo anche questa battaglia”.
“Il Consiglio di presidenza dell’Ars, con voto unanime, ha deciso di recepire la legge nazionale che, per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni e le aziende private, prevede dal primo gennaio 2019 e per la durata di 5 anni, la riduzione dei trattamenti pensionistici diretti superiori ai 100 mila euro lordi l’anno” ha dichiarato il Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gianfranco Miccichè, al termine del Consiglio di presidenza.
L’opinione.
I siciliani da decenni siamo legalmente assoggettati come buoi da voto per garantire latte, carni e pelli ai costituzionali padroni della Sicilia (centro, centrodestra e centrosinistra) con rispettive istituzioni, burocrazia, avvocature, ordini professionali, intellettuali, nominati, incaricati, esperti, consulenti, cosiddetta società civile, nonché orde eterogenee di mercenari, profittatori, squillo, corrotti, delinquenti, mafiosi, ecc. Forse è vero che la Costituzione italiana l’hanno scritta anche quei mafiosi che consentendo lo sbarco in Sicilia degli Alleati sulle coste gelesi il 9 luglio 1943 durante la seconda guerra mondiale, ebbero in cambio l’accesso a tutte le Istituzioni regionali e nazionali e anche alla cosiddetta società civile e religiosa. Poiché diversamente non si spiega questa conclamata forzosa schiavitù, con relativa estorsione fiscale e condizione di disoccupazione e sottosviluppo in danno della gente produttiva, lavoratrice, privata e operosa siciliana. Sottomissione divenuta ormai nel tempo quasi una cultura, una sorta di sindrome di Stoccolma, tanto che i siciliani (e gli italiani pure) votano in massa sempre per gli stessi trasformisti padroni di sempre o per i rispettivi figli/e oppure delfini/e o prestanome.
A
dduso Sebastiano
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